To Disconfirm
A cura di: Vincenzo Estremo
Non nel soggetto del quadro o nella tecnica del pittore sta la difficoltà dei puzzle, ma nella sapienza del taglio, e un taglio aleatorio produrrà necessariamente una difficoltà aleatoria, oscillante fra una facilità estrema per i bordi, i particolari, le macchie di luce, gli oggetti ben definiti, le pennellate, le transizioni,e una difficoltà fastidiosa per tutto il resto: il cielo senza nuvole, la sabbia, i prati, i coltivi, le zone d'ombra.
G. Perec. La vita, istruzioni per l'uso
All'interno dell'universo delle narrazioni del passato la formazione dell'identità (o delle identità) ha rappresentato uno strumento di controllo e un oggetto da definire e ridefinire. to Disconfirm mette in evidenza i modi di smentire e raccontare le narrazioni delle pluralità identitarie. to Disconfirm è un tentativo di utilizzare l'arte visiva per questionare prospettive identitarie sepolte sotto il peso delle istituzioni storiografiche.
Negli ultimi anni le narrazioni che hanno contribuito a formare quella che definiamo “la storia” si sono arricchite di una pluralità di racconti. L'identità è diventata qualcosa in grado di affermare nel tempo (misurazione), un oggetto storico riferibile ad una geografia (locazione).
L'arte visiva, nella sua accezione contemporanea si è appropriata della funzioni e delle proprietà delle narrazioni contemporanee in modo da avere a disposizione strumenti culturali in grado di produrre e sviluppare un'adeguata analisi della storia e dell'identità. L'arte si ritrova a riscrivere pezzi di storia e a ri-questionare assunti identitarii comunemente accettati, ma soprattutto a negare assunti già dati. Quando Perec sceglie di raccontare le difficoltà del pittore o per meglio dire dell'artista, nel definire il puzzle delle istruzioni per l'uso lo fa partendo da una smentita. Gli artisti con la loro attitudine e con il loro perseverare cercano, nella rete di narrazioni, la possibilità di smentire (mettono in atto l'azione del to Disconfirm). Ecco quindi che ritorniamo a Perec e alla perseveranza con cui Barnabooth sceglie di portare avanti il suo arbitrario piano di vita. Un progetto che pur sembrando utile solo al progetto stesso, ci fa capire come la ricerca artistica sia qualcosa di inutilmente indispensabile. Nella sua inutilità risiede il dono della negazione, il dono della frammentarietà, che spesso è l'insieme delle pratiche che permettono agli artisti di corrodere tutto ciò che apparentemente sembra unico e indivisibile come l'immaginario granitico della storia e dell’identità.
to Disconfirm vuole essere un’occasione per dare forma e fare convivere ricerche diverse tra loro, come gli studi delle interfacce di César Escudero Andaluz, le critical documentary film practices di Matteo Guidi e Giuliana Racco e di Amanda Gutiérrez e i lavori installativi di Massimo Ricciardo.
Artisti: César Escudero Andaluz | Matteo Guidi, Giuliana Racco | Amanda Gutiérrez | Massimo Ricciardo
G. Perec. La vita, istruzioni per l'uso
All'interno dell'universo delle narrazioni del passato la formazione dell'identità (o delle identità) ha rappresentato uno strumento di controllo e un oggetto da definire e ridefinire. to Disconfirm mette in evidenza i modi di smentire e raccontare le narrazioni delle pluralità identitarie. to Disconfirm è un tentativo di utilizzare l'arte visiva per questionare prospettive identitarie sepolte sotto il peso delle istituzioni storiografiche.
Negli ultimi anni le narrazioni che hanno contribuito a formare quella che definiamo “la storia” si sono arricchite di una pluralità di racconti. L'identità è diventata qualcosa in grado di affermare nel tempo (misurazione), un oggetto storico riferibile ad una geografia (locazione).
L'arte visiva, nella sua accezione contemporanea si è appropriata della funzioni e delle proprietà delle narrazioni contemporanee in modo da avere a disposizione strumenti culturali in grado di produrre e sviluppare un'adeguata analisi della storia e dell'identità. L'arte si ritrova a riscrivere pezzi di storia e a ri-questionare assunti identitarii comunemente accettati, ma soprattutto a negare assunti già dati. Quando Perec sceglie di raccontare le difficoltà del pittore o per meglio dire dell'artista, nel definire il puzzle delle istruzioni per l'uso lo fa partendo da una smentita. Gli artisti con la loro attitudine e con il loro perseverare cercano, nella rete di narrazioni, la possibilità di smentire (mettono in atto l'azione del to Disconfirm). Ecco quindi che ritorniamo a Perec e alla perseveranza con cui Barnabooth sceglie di portare avanti il suo arbitrario piano di vita. Un progetto che pur sembrando utile solo al progetto stesso, ci fa capire come la ricerca artistica sia qualcosa di inutilmente indispensabile. Nella sua inutilità risiede il dono della negazione, il dono della frammentarietà, che spesso è l'insieme delle pratiche che permettono agli artisti di corrodere tutto ciò che apparentemente sembra unico e indivisibile come l'immaginario granitico della storia e dell’identità.
to Disconfirm vuole essere un’occasione per dare forma e fare convivere ricerche diverse tra loro, come gli studi delle interfacce di César Escudero Andaluz, le critical documentary film practices di Matteo Guidi e Giuliana Racco e di Amanda Gutiérrez e i lavori installativi di Massimo Ricciardo.
Artisti: César Escudero Andaluz | Matteo Guidi, Giuliana Racco | Amanda Gutiérrez | Massimo Ricciardo
Luoghi
www.gallleriapiu.com 0516449537
orari: martedì e mercoledì 14.30-19.30; giovedì e venerdì 12.00-20.00; sabato 11.00-19.00 e su appuntamento