Thomas Spielmann. I tre scudieri
A cura di: Stefania Valente
L’artista Thomas Spielmann - pittore, scultore, designer svizzero, dal 1981 residente a Roma – presenta le sue ultime sculture prodotte nell’ambito del ciclo dei cosiddetti “scudieri”: figure antropomorfe ricavate da objet trouvé di origine naturale
Da decenni operativo nella citta eterna, solo ora l’artista Thomas Spielmann, nato in Svizzera nel 1958 ma romano di adozione, esordisce in questo contesto con una personale I tre scudieri - a cura di Stefania Valente - allestita alla Galleria d’arte Iper Uranium, dal 17 al 31 gennaio 2014 che presenta i suoi ultimi lavori prodotti nell’ambito del ciclo gli “scudieri”: sculture di grandi dimensioni realizzate con objet trouvé (elementi di origine naturale che, una volta lavorati e assemblati dall’artista, si trasformano in immagini antropomorfe molto evocative e vitalistiche).
L’evento, inedito a livello internazionale, è l’occasione per conoscere questo artista svizzero di grande spessore, rimasto finora nell’ombra, che, da tempo impegnato in una ricerca solitaria, lontano dai clamori del mondo dell’arte, prosegue, in linea evolutiva, sullo stesso percorso tracciato, prima di lui, da artisti legati al suo contesto artistico di origine come Hans Arp, Henry Moore, Constantin Brancusi e Alexander Calder (artisti dada-surrealisti che orientarono la scultura astratta verso una ricerca irrazionale, evocativa della dimensione interna dell’uomo).
Accanto a queste figure statiche, gli “scudieri”, che si sviluppano in verticale, affini per certi versi ai totem indiani, compaiono altri lavori scultorei di recente produzione e una serie inedita di disegni che evidenziano, quale soggetto principale, l’albero: elemento naturale molto caro all’artista, che, oltre ad essere oggetto di rappresentazione, è presente anche come materia predominante. «Sono cresciuto con il legno, nel bosco, fra i trucioli… affascinato dalle venature del legno di faggio o di ciliegio».
Ispirato in tal senso, filo conduttore del suo lavoro artistico è la sperimentazione sulla linea – quale segno essenziale e matrice della creazione artistica – con cui concepisce immagini che svelano le trame invisibili sottese alla realtà manifesta. Porta avanti tale ricerca anche nel campo del design, con la progettazione e la realizzazione di oggetti d’arredo originali (una sua libreria modulare “Sirtaki” è stata premiata alla Fiera del mobile di Berna “SMI – Foerderpreis ‘93”).
Dapprima orientato verso la pittura astratta – i suoi esordi all’insegna dell'action painting - dopo una lunga riflessione interna, solo nel 2005, forte della sua identità personale, scopre il mezzo di espressione privilegiato, la scultura, con cui giunge alla maturità artistica: fase in cui, scevro da qualsiasi condizionamento, finalmente conia un linguaggio universale – semplice ed essenziale - che, lasciando agire l’inconscio, traduce in forme concrete il mondo invisibile.
«L’artista svizzero Thomas Spielmann, dal 1981 residente a Roma, da anni porta avanti una ricerca solitaria, scevra da qualsiasi influenza contingente che, inconsapevolmente, prosegue su un cammino che è stato già intrapreso, in ambito plastico, da eminenti esponenti dell’arte contemporanea – tra il Dada e il Surrealismo - come Arp, Moore, Brancusi o Calder che, facendo tabula rasa degli stili passati, orientarono la scultura astratta verso una ricerca irrazionale volta a far emergere la dimensione inconscia.
Andando in questa direzione, Spielmann realizza le sue sculture, affini per certi versi al ready-made duchampiano, con degli objet trouvé: elementi, sovente di origine naturale che, una volta lavorati e assemblati dall’artista, si trasformano in immagini antropomorfe molto evocative e vitalistiche, rappresentative, quali temi dominanti, del rapporto uomo-natura e la dialettica uomo-donna». (Stefania Valente)
Luoghi
366.4920837
Orario: aperto tutti i giorni, ore 11.30-19.30