12/05/2012  al 27/05/2012 alle 00:00

Teo de Palma "Aion"

Teo de Palma "Aion" Come rituale, il gesto dell'artista solleva il pulviscolo della sacralità latente nel mondo, sciogliendo la casualità impigliata nel reticolo degli eventi che convenzionalmente denominiamo "tempo". Ma il tempo è un concetto tutt’altro che monolitico e travalica l'immediatezza della contingenza e delle successioni cronologiche. Il tempo procede senza sosta generando istanti sintetici che si superano continuamente e a vicenda.
"Aion", titolo scelto per la mostra, è il termine con cui gli antichi greci solevano identificare il tempo assoluto, infinito, eterno e onnicomprensivo, da cui derivano e a cui tornano tutti i momenti dell'esistenza finita. Nella drammatica del divenire l'opera (ri)vela l'imperscrutabile, come una goccia d'ambra stillata dalla sorgente archetipica dell'Essere, che conserva nella sua vitrea finitezza la memoria dell'infinito universale da cui discende. La visione è attivatrice di fulgide connessioni che narrano la storia della totalità animistica a cui tutti apparteniamo come oriundi microcosmi in tensione costante verso un assoluto originario che sfugge e si lascia tuttavia scorgere nelle forme intellegibili e differenziate del reale. Nell'ontologia simmeliana, l'individuum è interattività vitale di elementi la cui esistenza particolare è indissolubilmente connessa a quella globale dell'assoluto. L'attività mediatrice del pensiero conferisce poi valore e senso alle esperienze singole, riallacciandole all'inesauribile e incandescente intreccio di chiasmi che è l'universo nella sua natura più profonda. Il mondo reale è dunque “finitizzazione dell'infinito”, realizzazione dell'ideale, processo perenne che si inscrive nella dimensione onnicomprensiva dell'Aion. L'arte è axis mundi tra sfera terrena e metafisica, traccia vibrante del parto silenzioso che ha generato la fibra del tutto, della danza degli elementi che ordina transitoriamente il caos liquido del divenire e in tale inesauribile processo di creazione l'individuo non è punto di arrivo, ma ingranaggio attivo e inscindibile: il processo non porta all'individuo ma avviene attraverso l'individuo.
Il deterioramento della dimensione terrena e ordinaria, la percezione apparente della fine, altro non sono che l'inizio di un nuovo ciclo creativo: l'arte è atto intuitivo e vitale che fende la circolarità eterna e primigenia dell’uroboros, stadio iniziale e archetipico della coscienza collettiva e individuale, armoniosa sintesi del tutto. E la ferita che s'apre riversa nel tempo dell'intellegibile il mistero della rinascita, la sanguigna sostanza cosmica destinata a scorrere nelle pieghe sotterranee di tutto ciò che esiste.
Le opere dell'artista de Palma costituiscono le pagine di un Herbarium che custodisce nelle sue miniature e iniziali rubricate la filigrana terrosa del mondo. Tale impressione è amplificata dalla scelta di medium materici legati al mondo naturale come ruggini, acquerelli, colori vegetali, carta, spaghi.
Che si rompa il velo caliginoso delle consuetudini mentali e percettive, superfici specchianti e ingannevoli della contingenza, che non consentono di celebrare e individuare l'unitarietà del tutto che il tutto cela. E che lo sguardo peregrino dell'Essere possa trovare quiete nella consapevolezza che, ciò che chiamiamo tempo, altro non è se non lo spazio natio totale e amniotico dell'esistenza.

Luoghi

  • Vico San Francesco 4/6 - Corato - Bari
     

    Luogo: CoArt gallery Note apertura: +39 349.6141159 - tutti i giorni h. 10-12 / 18-22

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