23/05/2019  al 12/06/2019

Stephen Hilger "Los Angeles boulevards"

A cura di: Allan Frame

Stephen Hilger  "Los Angeles boulevards"  
 La prima volta in cui visitai Los Angeles, vi arrivai con la station wagon dei miei genitori, seduto nel sedile posteriore. Era il 1958 ed eravamo in vacanza per fare un tour nel West. Avevamo lasciato Las Vegas all'imbrunire, guidato attraverso il deserto per arrivare a Beverly Hills tardi in nottata, consultando una mappa che indicava le case delle stelle del cinema, Doris Day, James Stewart, Jack Benny, ed infine Fred Astaire. E lì c'era proprio lui, in persona. Lo vedemmo mentre entrava in macchina e faceva retromarcia sino alla strada. Tirò giù il finestrino e salutò mio padre, che aveva rallentato, sbigottito. "Vi siete persi?” chiese. Mio padre mi afferrò e mi spinse verso il finestrino. "No, non ci siamo persi. Questo è mio figlio che adora i suoi film". Essendo cresciuto nel Mississippi, ero ammaliato da Hollywood, ed anche più tardi, ero affascinato dalla letteratura noir cui si ispiravano i film, dai romanzi di James Cain, Horace Mccoy, Raymond Chandler, e Nathanael West che ha descritto lo squallido collasso del sogno americano lungo la costa del Pacifico.


Nei suoi lavori sono assenti sia i turisti che le celebrità. Le poche figure che vi appaiono sono dei lavoratori ed un homeless avvolto in qualcosa che assomiglia ad un sacco per cadavere mentre dorme in una panchina che pubblicizza servizi medici. Per realizzare questo lavoro, Hilger si è messo alla guida, percorrendo " le strade più lunghe e più larghe, da una parte all'altra della città", fermandosi per osservare lo spettacolo sempre in evoluzione della vita quotidiana. "Lo scopo è stato di svelare i caratteri della complessa personalità della città di Los Angeles, a un tempo stupendamente bella e malinconica, anacronistica e mutevole". Come William Eggleston, Hilger rintraccia, casualmente, i principi evangelici ovunque. Il colore è parte integrante del suo lavoro, sia esso una macchia di vernice blu sul fianco di un cottage, o i resti di coriandoli trovati nel fango, oppure il blu di una obsoleta cabina telefonica, oppure il verde di una vecchia cassetta per i quotidiani posta in strada, che poeticamente si rapporta con il color corallo della striscia sul marciapiede. Con senso dell'umorismo, fotografa scritte fatte a mano, dialettali, come quella di un drugstore a conduzione familiare, che pubblicizza "Lavaggi intestinali" e "Supporti cardiovascolari". La sua preoccupazione principale è stata quella di gettare luce su quegli aspetti occulti e sconosciuti che intaccano la metropoli di L.A. È street-photography con marciapiedi vuoti e boulevards senza fine. Hilger, con un occhio al dettaglio e agli aspetti demografici, riesce a trasformare il senso di desolazione in qualcosa di peculiare, a tratti intimo. Il lavoro di Hilger traccia la memoria storicha del panorama sociale. Il suo recente lavoro, Los Angeles Boulevard costruisce un archivio di motivi visuali nell intersezione degli spazi pubblici e privati attraverso L.A.
 
Allan Frame

Luoghi

  • ACTA INTERNATIONAL - Via Panisperna, 82-83 - 00184 Roma
             064742005

    direzione : Giovanna Pennacchi - orario: dal martedì al sabato ore 16.00 – 19.30

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