Solo/Diamond "Deadline"
A cura di: Giorgio de Finis
In mostra 28 opere, 14 per ogni artista: bozzetti originali e tele dei più importanti murales realizzati da Solo e da Diamond nel corso della loro carriera e ricerca artistica.Tutte le opere e i relativi murales saranno pubblicati in un catalogo con i testi critici di Giorgio de Finis e Anya Baglioni.
“Ci sono alcuni luoghi comuni che sembrano ineludibili quando si parla di street art. Si tratta di questioni che per taluni assumono un valore identitario (per altri, critici e curatori, sempre alla ricerca di criteri ordinatori e semeiotici, “identificativo”), definendo un vero e proprio checkpoint tra le due nazioni (ideologie, religioni, tribù) dei “puristi” e di coloro che, invece, si sottraggono alle gabbie di una aderenza senza appello ai dogmi a) della deperibilità (l'opera deve essere per sua natura effimera), b) dell'illegalità (che ha come corollario anche il site-specific; è l'artista che sceglie il muro, vale a dire un pezzo di città che vuole adottare o invadere col suo segno, non il committente che offre come un foglio bianco una quinta urbana), e ultimo, c) dell'estraneità della street art ai luoghi deputati dell'arte, musei, gallerie, collezioni (e in generale agli spazi chiusi).
La mostra di Diamond e Solo affronta di petto questi temi, ma saltando a pié pari la questione del posizionamento, con la nonscialance di chi sa il fatto suo, perché queste “scelte” le ha già ponderate e vi si è sottratto da tempo. Così il tema della sparizione, della “morte” dell'opera di street art, non viene celebrata, consacrata, ma contrastata con la doppia mossa di riportare l'attenzione sulla sua nascita (il bozzetto), e, perfino sulla sua eventuale “rinascita”: l'opera sacrificata sull'altare della strada si può sempre “rifare”. E' interessante notare come, a dispetto di quello che comunemente si pensa, qui il “passaggio in galleria” non opera nella direzione della creazione dell'aura, ma in quella di una sua riduzione. In maniera laica e prosaica, Diamond e Solo rivendicano la dimensione irriducibilmente umana dell'arte. Tratto questo sì davvero caratterizzante il dna di una pratica artistica (il grafitismo e la street art) nata per ritrovare, fuori di chiese e recinti, il posto originario dell'arte, quello a contatto con la vita, come fu fin da principio, quando i sapiens iniziarono a dipingere le caverne che abitavano.” (Giorgio de Finis)
Luoghi
www.rosso27.com 06 64761113
Orari: dal martedì al sabato 11.00 - 19.30 - lunedì chiuso