Sofia Campanini / Camilla Gurgone - vincitrici della 18a Edizione “Arte In Arti e MestierI 2018”
A cura di: Mauro Carrera
SOFIA CAMPANINI/CAMILLA GURGONE GALLERIA DEL PREMIO DI SUZZARAAnche per quest’anno come per i due precedenti, la Fondazione “F. Bertazzoni” ha fortemente voluto presentare a Suzzara, in una mostra congiunta, le opere dei vincitori della Rassegna “Arte in Arti e Mestieri” nei locali della Galleria del Premio. Alle due giovani artiste vincitrici della rassegna per il 2018, Sofia Campanini e Camilla Gurgone, è dedicata questa esposizione che presenta al pubblico alcune tra le loro opere più recenti.
Come un Virgilio luciferino - etimologicamente - Sofia Campanini ci conduce insospettabilmente fuori dalla nostra comfort zone in terra ignota. Hic sunt leones? Non proprio: in un paesaggio romantico invano si cercano tuttavia tracce antropiche, permanenze fantasmatiche di relazioni, che forse ci sono state ma di certo ora non ci sono più. Il percorso prosegue anche tra quanto, dietro un simbolo di luce, cela o rivela la salvezza del corpo e dello spirito, croce e delizia, cui ci si dirige fiduciosi come verso un faro in una notte procellosa. Campanini ci svela comunque il suo personale punto di vista – per un fotografo di questi tempi è la cosa più importante - e ci conduce oltre i tagli concettuali, in una rigorosa “presa di posizione” che ci fa vedere – sotto un’altra luce - le sirene sulla nostra rotta, quelle che perdendoci ci fanno ritrovare un altro senso. Let’s get lost sussurrava Baker.
Le opere di Camilla Gurgone afferiscono spesso al piano della riflessione metacomunicativa. L’impiego di una tecnologia quotidiana, all’apparenza rassicurante ma non per questo meno oscura, riferisce allo spettatore un costante e inafferrabile slittamento di senso. Caduchi memento mori sono l’unica traccia che ci resta di questa mutazione di un’intelligenza artificiale riprogrammabile dall’artista ad libitum. Attraverso la sua mediazione, la tecnologia ripensa sé stessa, forse definendosi in un inatteso autoapprendimento.
Quasi un Robert-Houdin postmoderno, Gurgone è l’accorto regista di questo inatteso progetto interattivo tra la macchina e lo spettatore, riducendo ancora di più lo spazio liminale tra installazione e performance. Il linguaggio si amplifica ben al di là del semplice valore iconico, creando una corrispondenza segreta tra gli attori comunicativi, animati e no.
Parma, sospesi su un ponte nel 2019
Mauro Carrera
Luoghi
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