Soddu / Vago. Due proposte
A cura di: Ornella Mignone e Luca Pietro Nicoletti
La pittura di Valentino Vago (Barlassina 1931) e la scultura di Stefano Soddu (Cagliari 1946) si incontrano nella mostra presso Colleoni Proposte d’arte di Bergamo. L’esposizione vuole proporre accostati, attraverso una scelta di opere storiche e una selezione di lavori recenti dei due artisti, due modi, in nome dell’astrazione, di intendere il rapporto fra arti visive e tensione spirituale: due proposte che, pur con storie e linguaggi distinti, possono efficacemente interagire con suggestivo effetto d’insieme.
Entrambi, da un punto di vista puramente concettuale, sono arrivati a fondare il loro lavoro su una dimensione di forte vocazione ambientale, in un caso per via di disseminazione (Soddu) nell’altro di rarefazione (Vago).
A monte è infatti un desiderio di ridurre il linguaggio ai suoi termini essenziali e disadorni, necessari a una maggiore concentrazione spirituale dell’immagine.
Non a caso, infatti, la pittura di Vago ha trovato la sua ideale compiutezza nella pittura murale (specialmente nei luoghi di culto), mentre la scultura di Soddu ha trovato la sua piena identità nella installazione.
Ma al contempo, mentre si allargano su spazi dilatati, sia il lavoro di Vago sia quello di Soddu perdono limiti netti e definiti: per il primo la parete è uno sconfinamento rispetto alla tela in uno spazio di cui altera la percezione attraverso un’immersione cromatica; per il secondo, invece, l’interazione con lo spazio lo porta di volta in volta a una reinvenzione e ad un riadattamento dell’installazione al luogo.
Ma il punto fondamentale, che segnala la maggiore distanza fra i due, sta sul problema della materia, che per Soddu ha una solida gravitazione al suolo, senza smaterializzarsi come la pittura di Vago.
Questa distanza, tuttavia, non rende il dialogo fra due artisti di generazione così distanti meno ricco e produttivo
Catalogo in galleria con testi di Luca Pietro Nicoletti
Entrambi, da un punto di vista puramente concettuale, sono arrivati a fondare il loro lavoro su una dimensione di forte vocazione ambientale, in un caso per via di disseminazione (Soddu) nell’altro di rarefazione (Vago).
A monte è infatti un desiderio di ridurre il linguaggio ai suoi termini essenziali e disadorni, necessari a una maggiore concentrazione spirituale dell’immagine.
Non a caso, infatti, la pittura di Vago ha trovato la sua ideale compiutezza nella pittura murale (specialmente nei luoghi di culto), mentre la scultura di Soddu ha trovato la sua piena identità nella installazione.
Ma al contempo, mentre si allargano su spazi dilatati, sia il lavoro di Vago sia quello di Soddu perdono limiti netti e definiti: per il primo la parete è uno sconfinamento rispetto alla tela in uno spazio di cui altera la percezione attraverso un’immersione cromatica; per il secondo, invece, l’interazione con lo spazio lo porta di volta in volta a una reinvenzione e ad un riadattamento dell’installazione al luogo.
Ma il punto fondamentale, che segnala la maggiore distanza fra i due, sta sul problema della materia, che per Soddu ha una solida gravitazione al suolo, senza smaterializzarsi come la pittura di Vago.
Questa distanza, tuttavia, non rende il dialogo fra due artisti di generazione così distanti meno ricco e produttivo
Catalogo in galleria con testi di Luca Pietro Nicoletti
Luoghi
http://www.colleoniarte.co 035 223300