Sandi Renko "Il fascino discreto della geometria"
A cura di: Giorgio Bonomi
A Sandi Renko (Trieste, 1949), artista di origini italo-slovene che negli anni ’60-’70 aderì al movimento dell’Arte cinetica e programmata, è dedicata la mostra personale in programma alla Galleria Colossi Contemporanea Arte di Brescia.
Il percorso espositivo raccoglie un selezione di 30 opere, a partire da “Composizione C” (1969), il primo lavoro in assoluto che l'artista ha realizzato cinquant'anni fa, appartenente alla tipologia che gioca con sottili linee di colore tra i microrilievi del canneté per creare la nota instabilità percettiva che fa apparire, cambiando posizione di fronte all'opera, configurazioni basate sulle figure geometriche primarie del quadrato e del cerchio.
Sempre nel 1969, a ridosso dell'inizio delle contestazioni studentesche, l'artista partecipava al clima di rinnovamento ed entra in contatto con Enzo Mari, Getulio Alviani e Bruno Munari tramite i suoi insegnanti dell'Istituto Statale d'Arte Umbero Norio - Enzo Cogno, Ugo Carà e Miela Reina – che all’epoca dirigevano la Galleria presso la Libreria Feltrinelli dove passarono gli esponenti dell’Arte Programmata.
Sandi Renko si avvicina al dinamismo ottico grazie anche alla conoscenza di colui che ne è stato il fautore, Alberto Biasi, avvenuta negli anni '70 quando ormai il Gruppo N si era sciolto. Da allora per Renko la mutevolezza percettiva diventa il mezzo per sondare la realtà delle cose tramite una rigorosa impostazione strutturale dello spazio che proviene dalla sua propensione alla progettazione, derivata dalla sua passata esperienza di designer negli anni '70, e poi trasferita in ambito artistico, dove questa fase coincide con la concretizzazione finale dell'opera, in una fusione tra arte e vita, funzionalità ed estetica, secondo dettami che furono già del Bauhaus.
Nasce così la solida impostazione strutturale delle griglie geometriche modulari, dei suoi reticolati di nastri che svolgono nello spazio le facce del cubo come strutture dall'andamento lineare e definite dei ritmi di ribaltamento e sprofondamento. Nelle opere di Renko la geometria diviene quindi un prezioso elemento di esplorazione della natura, offrendo all'uomo la possibilità di studiarne le forme per ricostruirne la loro struttura interna.
Nel 1968 Renko partecipa inoltre a un happening di piazza che trasforma in una grande installazione site specific l'opera “Intreccio”, in cui una pluralità di cubi concatenati tra loro dalle strisce delle quali sono costituiti in un grande solido chiuso, esplode, dissolvendosi nelle strisce di cui è composto.
Questa sarà l'origine delle griglie modulari che estendono volumetricamente le facce del cubo, evolvendosi nello spazio, tutt'ora alla base della sua ricerca.
Completa l’esposizione “Passe-partout”, il coffee table con struttura cubica in metallo e piano in metacrilato fresato con riproduzione in trasparenza del motivo a tre figure, appositamente progettato da Renko per la mostra.
Ogni visitatore riceverà una spilla con riprodotta un’opera di Sandi Renko stampata in lenticolare 3D.
Nel corso della sua lunga carriera artistica Renko ha esposto alla 57° Biennale di Venezia accanto agli amici del Centro Verifica 8+1, al Museo Nazionale di Villa Pisani di Stra, ai Giardini del Castello di Este (Ve), a Vienna, in Slovenia e New York.
Il percorso espositivo raccoglie un selezione di 30 opere, a partire da “Composizione C” (1969), il primo lavoro in assoluto che l'artista ha realizzato cinquant'anni fa, appartenente alla tipologia che gioca con sottili linee di colore tra i microrilievi del canneté per creare la nota instabilità percettiva che fa apparire, cambiando posizione di fronte all'opera, configurazioni basate sulle figure geometriche primarie del quadrato e del cerchio.
Sempre nel 1969, a ridosso dell'inizio delle contestazioni studentesche, l'artista partecipava al clima di rinnovamento ed entra in contatto con Enzo Mari, Getulio Alviani e Bruno Munari tramite i suoi insegnanti dell'Istituto Statale d'Arte Umbero Norio - Enzo Cogno, Ugo Carà e Miela Reina – che all’epoca dirigevano la Galleria presso la Libreria Feltrinelli dove passarono gli esponenti dell’Arte Programmata.
Sandi Renko si avvicina al dinamismo ottico grazie anche alla conoscenza di colui che ne è stato il fautore, Alberto Biasi, avvenuta negli anni '70 quando ormai il Gruppo N si era sciolto. Da allora per Renko la mutevolezza percettiva diventa il mezzo per sondare la realtà delle cose tramite una rigorosa impostazione strutturale dello spazio che proviene dalla sua propensione alla progettazione, derivata dalla sua passata esperienza di designer negli anni '70, e poi trasferita in ambito artistico, dove questa fase coincide con la concretizzazione finale dell'opera, in una fusione tra arte e vita, funzionalità ed estetica, secondo dettami che furono già del Bauhaus.
Nasce così la solida impostazione strutturale delle griglie geometriche modulari, dei suoi reticolati di nastri che svolgono nello spazio le facce del cubo come strutture dall'andamento lineare e definite dei ritmi di ribaltamento e sprofondamento. Nelle opere di Renko la geometria diviene quindi un prezioso elemento di esplorazione della natura, offrendo all'uomo la possibilità di studiarne le forme per ricostruirne la loro struttura interna.
Nel 1968 Renko partecipa inoltre a un happening di piazza che trasforma in una grande installazione site specific l'opera “Intreccio”, in cui una pluralità di cubi concatenati tra loro dalle strisce delle quali sono costituiti in un grande solido chiuso, esplode, dissolvendosi nelle strisce di cui è composto.
Questa sarà l'origine delle griglie modulari che estendono volumetricamente le facce del cubo, evolvendosi nello spazio, tutt'ora alla base della sua ricerca.
Completa l’esposizione “Passe-partout”, il coffee table con struttura cubica in metallo e piano in metacrilato fresato con riproduzione in trasparenza del motivo a tre figure, appositamente progettato da Renko per la mostra.
Ogni visitatore riceverà una spilla con riprodotta un’opera di Sandi Renko stampata in lenticolare 3D.
Nel corso della sua lunga carriera artistica Renko ha esposto alla 57° Biennale di Venezia accanto agli amici del Centro Verifica 8+1, al Museo Nazionale di Villa Pisani di Stra, ai Giardini del Castello di Este (Ve), a Vienna, in Slovenia e New York.
Luoghi
030 3758583
orario:mar-sab 10-12 e 15-19 ingresso libero