Saba Masoumian "Namize"
A cura di: Testo critico di Rossella Moratto.
Villa Contemporanea è lieta di presentare la seconda personale di Saba Masoumian, artista iraniana poliedrica ed interessantissima. Utilizzando un linguaggio allegorico ed allusivo, l’artista crea opere dal forte impatto emotivo: si tratta di interni domestici nei quali la presenza umana seppur negata, ha lasciato evidenti tracce del suo passaggio, come una sorta di energia primordiale. Gli arredi subiscono l’usura del tempo, le tubature si arrugginiscono e sgocciolano, sui muri resti di antiche decorazioni, affreschi ed efflorescenze affiorano dal passato. Gli oggetti pulsano di vita e mantengono la memoria del loro vissuto in un’atmosfera straniante e nostalgica.Scrive Rossella Moratto: “Il mondo di Saba Masoumian è racchiuso in scatole che non contengono ricordi, fotografie, cianfrusaglie d’affezione o cimeli, ma stanze in miniatura, private della quarta parete, costruite con pazienza e dedizione. L’artista mette in scena i ricordi, i sogni ma anche gli incubi, il dolore, la sessualità e la pulsione di morte che si trasforma inaspettatamente in ritorno alla vita. Ogni scatola è un capitolo di un diario senza un indice, comprensibile solo empaticamente in epifanici déjà-vu nei quali ci si può riconoscere per spaesamento, nella condivisione di un orizzonte perturbante, domestico e al tempo stesso estraneo”.
La ricerca poetica di Masoumian sta vivendo una nuova fase: gli interni, solitamente vuoti e abbandonati, si animano di figure simboliche, custodi di epoche passate e portatrici di nuovi significati. Le opere, architettonicamente più strutturate, sono ricche di riferimenti iconografici.
Lotus, una grande scatola tripartita presentata in occasione di ArtVerona 2019, è stata l’opera prima che ha sviluppato il nuovo interesse dell’artista per la narrazione e per la volontà di andare alla ricerca delle proprie origini. Lotus è un omaggio alla grande cultura persiana.
Scrive Moratto analizzandola:
“Lo sguardo rivolto dentro di sé si è recentemente aperto all’esterno per guardarsi da fuori, nelle figure femminili che ora abitano quei luoghi. È un ribaltamento drastico che sposta il punto di vista dallo spazio intimo del sé al mondo e che, allo stesso tempo, si rivolge indietro, alle proprie origini. Queste non sono più stanze anonime e disabitate ma le sale di Apadana, il sontuoso palazzo di Persepoli, mitica capitale dell’impero achemenide saccheggiata da Alessandro Magno e successivamente distrutta da un incendio. Lontana figlia di quell’impero, Saba Masoumian, iraniana e italiana di adozione, lo rivela, attualizzando la storia alla luce del presente. Lotus testimonia questa nuova direzione: una grande scatola tripartita che si sviluppa in tre ambienti separati ma continui, come un fregio, in cui la stratificazione dei rimandi personali si arricchisce della riflessione sull’identità definita dall’incontro tra la cultura di origine e quella di elezione, tra la memoria del paese natale lasciato alle spalle e l’esperienza del presente in una nuova realtà, che si apre all’aspettativa del futuro. La cultura di provenienza, rivendicata orgogliosamente nella citazione delle decorazioni ambientali, diventa la scenografia di un canovaccio nuovo, che riflette sul presente”.
Dalla storia degli uomini alle narrazioni metafisiche: con Namize, il nuovo lavoro presentato in questa personale, l’artista iraniana alza lo sguardo verso il cielo. Un limbo neutro è abitato da due figure femminili che richiamano le presenze di Lotus che qui sono trasunstanziate in angeli – o meglio presenze spirituali perché non c’è riferimento a una religione ma a una visione laica e personale – che nutrono al seno il genere umano e la natura, rappresentati dalla testa e dall’ibrido di donna-uccello. L’iconografia altamente simbolica rimanda alle antiche raffigurazioni della dea Iside che nutre il figlio Horus diffuse nell’antico Egitto e poi confluita nella Galaktotrophousa copta
diffusa in medioriente da cui deriva la Virgo Lactans cristiana. Il gesto materno del primo contatto, della vita che viene infusa: la dimensione spirituale è in perenne contatto con l’umanità, la nutre, la influenza e la guida. Due mondi tangenti ma ontologicamente diversi come suggerisce il titolo Namize, vocabolo persiano che in chimica indica la sospensione tra elementi che non possono mescolarsi. Ma la vicinanza è tangibile perché queste presenze sono molto “umane”, così vicine e empatiche da condividerne i vizi e le virtù per prossimità e si esprimono con il linguaggio metaforico della favola.
Luoghi
villacontemporanea.it 039 384963
orario: mar - sab 15-19 ingresso libero