Roberto Coda Zabetta. FILM#0-56
A cura di: Testo di Ilaria Bonacossa
La Fondazione Mudima presenta il nuovo progetto di Roberto Coda Zabetta FILM#0-56; una serie di venti tele di grande formato, l’anteprima di un progetto piú ampio che si articolerà in cinquantasei lavori.
Le opere in mostra contengono forme, luci, ombre e colori della natura che si condensano in un flusso atemporale e non figurativo di infinite informazioni. L’occhio scorre veloce, seguendo movimenti orizzontali, concentrici, verticali, emerge in superficie e velocemente si immerge in profondità, la visione è immediata, ma innesca un lento flusso di riconoscimento, di scoperta del processo pittorico, dei riferimenti, delle citazioni, delle fonti. Si produce un inconscio corto circuito: immagini mentali che non svelano, ma ri-velano (velano nuovamente), nel senso che mostrano e insieme nascondono quell’invisibile cui l’immagine rimanda. La ricerca di ciò che è ‘irrappresentabile’ dell’altro del mondo, un movimento verso l’alto o il basso legato alla necessità di trascendere le condizioni emotive dell’esperienza.
Nelle parole di Ilaria Bonacossa: "I nuovi lavori di Roberto Coda-Zabetta sembrano giocare con i limiti dell'astrazione contemporanea attraverso un rapporto tattile e viscerale con i materiali pittorici classici che vengono 'forzati' in futuristiche trame. Queste grandi tele evocano sintetiche immagini digitali della nanotecnologia cosí come spazi siderali a milioni di anni luce da noi che nelle loro trasparenze sembrano omaggiare una tradizione nipponica millenaria di opere a china e acquarello su carta."
La pittura astratta è uno stato della mente che contiene forti limitazioni e infinite libertà: astrae da un soggetto/oggetto o ne coglie direttamente l’essenza? Aggiunge o toglie? Esiste libertà totale o le tele condensano le infinite libertà? Forse per Roberto Coda Zabetta l’astrazione è, insieme, il luogo intimo dove si dimentica la ‘mente’, si scava negli strati del vissuto, degli insegnamenti, dei riferimenti, dove l’accumulazione dell’informazione si libera nel movimento dell’animo, nella visione, nella somma dei contrari e di tutto ciò che si sottrae alla compiutezza della percezione e della temporalità. E, contestualmente, è il luogo dove agire con infinita libertà riguardo a quei riferimenti, sapendo che, ciascun gesto è denso di riferimenti storici, ma che può essere usato, consapevolmente, al di fuori di ogni classificazione cronologica.
Le opere in mostra contengono forme, luci, ombre e colori della natura che si condensano in un flusso atemporale e non figurativo di infinite informazioni. L’occhio scorre veloce, seguendo movimenti orizzontali, concentrici, verticali, emerge in superficie e velocemente si immerge in profondità, la visione è immediata, ma innesca un lento flusso di riconoscimento, di scoperta del processo pittorico, dei riferimenti, delle citazioni, delle fonti. Si produce un inconscio corto circuito: immagini mentali che non svelano, ma ri-velano (velano nuovamente), nel senso che mostrano e insieme nascondono quell’invisibile cui l’immagine rimanda. La ricerca di ciò che è ‘irrappresentabile’ dell’altro del mondo, un movimento verso l’alto o il basso legato alla necessità di trascendere le condizioni emotive dell’esperienza.
Nelle parole di Ilaria Bonacossa: "I nuovi lavori di Roberto Coda-Zabetta sembrano giocare con i limiti dell'astrazione contemporanea attraverso un rapporto tattile e viscerale con i materiali pittorici classici che vengono 'forzati' in futuristiche trame. Queste grandi tele evocano sintetiche immagini digitali della nanotecnologia cosí come spazi siderali a milioni di anni luce da noi che nelle loro trasparenze sembrano omaggiare una tradizione nipponica millenaria di opere a china e acquarello su carta."
La pittura astratta è uno stato della mente che contiene forti limitazioni e infinite libertà: astrae da un soggetto/oggetto o ne coglie direttamente l’essenza? Aggiunge o toglie? Esiste libertà totale o le tele condensano le infinite libertà? Forse per Roberto Coda Zabetta l’astrazione è, insieme, il luogo intimo dove si dimentica la ‘mente’, si scava negli strati del vissuto, degli insegnamenti, dei riferimenti, dove l’accumulazione dell’informazione si libera nel movimento dell’animo, nella visione, nella somma dei contrari e di tutto ciò che si sottrae alla compiutezza della percezione e della temporalità. E, contestualmente, è il luogo dove agire con infinita libertà riguardo a quei riferimenti, sapendo che, ciascun gesto è denso di riferimenti storici, ma che può essere usato, consapevolmente, al di fuori di ogni classificazione cronologica.
Luoghi
www.mudima.net 02.29409633 02.29401455
orario: lunedì - venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19.30 sabato su appuntamento