Roberto Bossaglia. Incontri
A cura di: Daina Maja Titonel - Testo critico di Francesco Faeta
La MAC Maja Arte Contemporanea inaugura giovedì 1 ottobre 2015, alle ore 17, la personale del fotografo Roberto Bossaglia che presenta, per la prima volta al pubblico, il suo ultimo progetto dal titolo Incontri (2013-2015).
Nelle quindici nitide e raffinate immagini a colori, selezionate per la mostra, Roma e Parigi costituiscono lo scenario di un’ulteriore ricerca intorno alla dimensione urbana e metropolitana, che il fotografo conduce da molti anni or sono e sempre con rigore visivo.
Nel testo critico che accompagna l’esposizione, Francesco Faeta osserva che “dietro questo impianto rigoroso e concettualmente intransigente, in realtà, si nasconde un metodo di lavoro che fa sua l’impostazione baudelairiana e benjaminiana del flâneur, un’attitudine a comprendere la realtà urbana e lo spazio cittadino, attraverso l’incontro, attraverso un’interna disposizione al vagabondaggio, alla contemplazione distaccata (e ciò che grandemente meraviglia è la capacità di tenere assieme le due posture, fondendole in una prassi originale e spiazzante).”
“Sia a Roma che a Parigi” - prosegue nella sua analisi Faeta - “la presenza e l’opera dei writers, costituisce da anni fenomeno tutt’altro che marginale dello spazio urbano, assai documentato e studiato. Ma l’arte di strada non interessa a Bossaglia in quanto fenomeno legato all’antropologia urbana o all’ampliamento delle forme d’espressività artistica, ma come elemento originale e peculiare che consente di rileggere la qualità del tessuto viario, delle costruzioni marginali e non monumentali, delle periferie, dei non luoghi (Marc Angé), dello scenario in cui quotidianamente s’inscrive il vissuto cittadino. […]
Poche, rarefatte, solitarie, tutt’altro che inessenziali, le figure umane, delineate sullo sfondo della trama disegnata ed edificata dello spazio urbano; assai spesso tocca a loro, al loro tenue segno essente, di significare in profondità quella poetica del dettaglio. Con una duplice funzione: quella di porre in rilievo l’elemento spaziale e urbanistico che il fotografo ha incontrato; quello di sottolineare la dimensione solitaria che le sue passeggiate svelano. Più inclini a imbattersi nei segni variopinti e muti dentro cui si muovono che in se stesse o in altri, le presenze umane sembrano evocare quella solitudine dei numeri primi, di cui ci ha narrato Paolo Giordano (e che sicuramente è nelle corde del nostro autore); quelle entità che i matematici chiamano primi gemelli: […] coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero e che ricordano le tante persone sole e perdute, vicine ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.
Non ci indica, Bossaglia, il segreto di questi isolamenti, ma certamente ci conduce per mano a individuare un nuovo tassello di quella dimensione solitaria della metropoli che ha saputo descrivere con magistrale poeticità.”
Nelle quindici nitide e raffinate immagini a colori, selezionate per la mostra, Roma e Parigi costituiscono lo scenario di un’ulteriore ricerca intorno alla dimensione urbana e metropolitana, che il fotografo conduce da molti anni or sono e sempre con rigore visivo.
Nel testo critico che accompagna l’esposizione, Francesco Faeta osserva che “dietro questo impianto rigoroso e concettualmente intransigente, in realtà, si nasconde un metodo di lavoro che fa sua l’impostazione baudelairiana e benjaminiana del flâneur, un’attitudine a comprendere la realtà urbana e lo spazio cittadino, attraverso l’incontro, attraverso un’interna disposizione al vagabondaggio, alla contemplazione distaccata (e ciò che grandemente meraviglia è la capacità di tenere assieme le due posture, fondendole in una prassi originale e spiazzante).”
“Sia a Roma che a Parigi” - prosegue nella sua analisi Faeta - “la presenza e l’opera dei writers, costituisce da anni fenomeno tutt’altro che marginale dello spazio urbano, assai documentato e studiato. Ma l’arte di strada non interessa a Bossaglia in quanto fenomeno legato all’antropologia urbana o all’ampliamento delle forme d’espressività artistica, ma come elemento originale e peculiare che consente di rileggere la qualità del tessuto viario, delle costruzioni marginali e non monumentali, delle periferie, dei non luoghi (Marc Angé), dello scenario in cui quotidianamente s’inscrive il vissuto cittadino. […]
Poche, rarefatte, solitarie, tutt’altro che inessenziali, le figure umane, delineate sullo sfondo della trama disegnata ed edificata dello spazio urbano; assai spesso tocca a loro, al loro tenue segno essente, di significare in profondità quella poetica del dettaglio. Con una duplice funzione: quella di porre in rilievo l’elemento spaziale e urbanistico che il fotografo ha incontrato; quello di sottolineare la dimensione solitaria che le sue passeggiate svelano. Più inclini a imbattersi nei segni variopinti e muti dentro cui si muovono che in se stesse o in altri, le presenze umane sembrano evocare quella solitudine dei numeri primi, di cui ci ha narrato Paolo Giordano (e che sicuramente è nelle corde del nostro autore); quelle entità che i matematici chiamano primi gemelli: […] coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero e che ricordano le tante persone sole e perdute, vicine ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.
Non ci indica, Bossaglia, il segreto di questi isolamenti, ma certamente ci conduce per mano a individuare un nuovo tassello di quella dimensione solitaria della metropoli che ha saputo descrivere con magistrale poeticità.”
Luoghi
06.68804621 338.5005483
Orari apertura: Martedì - Venerdì h.15,00-20,00; Sabato h. 11-13/15-19,30