Roberto Almagno. Tracce
A cura di: Marco Meneguzzo
MAAB Gallery è lieta di presentare, nei rinnovati spazi di via Nerino 3 a Milano, la mostra personale di Roberto Almagno, Tracce, a cura di Marco Meneguzzo.
Una significativa selezione di sculture, tra cui Memoria (1997-2000), introdurrà il visitatore nell’incantato universo creativo di Almagno. A partire degli anni ’80, dopo un breve periodo di sperimentazioni e indagini sulla materia, Roberto Almagno (Aquino 1954) abbandona l’uso dell’argilla, del ferro e della roccia, eleggendo il legno quale unico materiale delle sue sculture. Rami, caduti e dispersi nei boschi che sorgono attorno a Roma, raccolti e lavorati lentamente; il legno dapprima dirozzato con delle raspe, viene lavorato con acqua e fuoco e gradualmente plasmato e modellato fino a raggiungere la curvatura e la perfezione formale desiderata. Gli elementi lignei, sottili e flessi, coperti da una velatura scura che assorbe la luce in maniera omogenea, sono infine assemblati tra loro in equilibri precari, apparentemente impossibili, che sfidano le leggi di gravità. Creazioni atemporali e pure, che richiamano la semplicità classica, e che appaiono, come afferma l’artista stesso, come “anime vaganti sulle quali non pesa alcuna ombra”.
L’esposizione è arricchita da una serie di lavori su carta appartenenti alla serie intitolata Ombre (2000-2005). Seppur liberato dal ruolo complementare di bozzetto, il disegno appare in stretta connessione con l’indagine plastica condotta da Almagno; la superficie della carta accoglie tracce di materia, quali la cenere e la fuliggine, confricata manualmente dall’artista e, in questo modo, parzialmente assorbita dal supporto.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano e inglese con testo critico di Marco Meneguzzo.
Una significativa selezione di sculture, tra cui Memoria (1997-2000), introdurrà il visitatore nell’incantato universo creativo di Almagno. A partire degli anni ’80, dopo un breve periodo di sperimentazioni e indagini sulla materia, Roberto Almagno (Aquino 1954) abbandona l’uso dell’argilla, del ferro e della roccia, eleggendo il legno quale unico materiale delle sue sculture. Rami, caduti e dispersi nei boschi che sorgono attorno a Roma, raccolti e lavorati lentamente; il legno dapprima dirozzato con delle raspe, viene lavorato con acqua e fuoco e gradualmente plasmato e modellato fino a raggiungere la curvatura e la perfezione formale desiderata. Gli elementi lignei, sottili e flessi, coperti da una velatura scura che assorbe la luce in maniera omogenea, sono infine assemblati tra loro in equilibri precari, apparentemente impossibili, che sfidano le leggi di gravità. Creazioni atemporali e pure, che richiamano la semplicità classica, e che appaiono, come afferma l’artista stesso, come “anime vaganti sulle quali non pesa alcuna ombra”.
L’esposizione è arricchita da una serie di lavori su carta appartenenti alla serie intitolata Ombre (2000-2005). Seppur liberato dal ruolo complementare di bozzetto, il disegno appare in stretta connessione con l’indagine plastica condotta da Almagno; la superficie della carta accoglie tracce di materia, quali la cenere e la fuliggine, confricata manualmente dall’artista e, in questo modo, parzialmente assorbita dal supporto.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano e inglese con testo critico di Marco Meneguzzo.
Luoghi
http://www.artemaab.com 02 89281179
orario:lun-ven 10.30-18, sabato su appuntamento