Ri-Tratti D’artista
A cura di: Ida Mitrano e Rita Pedonesi
Giovedì 9 maggio alle ore 18, presso Plus Arte Puls, si inaugura la mostra Ri-Tratti D’artista, alla quale partecipano Giovambattista Cuocolo Carlo Frisardi Franco Ferrari Danilo Maestosi Nino Pollini, a cura di Ida Mitrano e Rita Pedonesi. Nella loro diversità, le opere dei cinque artisti dialogano attraverso un medesimo linguaggio: la pittura e il processo creativo dell’essere che la genera. Nel catalogo della mostra opere, parole e immagini fotografiche dialogano intimamente a più voci: la voce poetica di Robertomaria Siena, gli sguardi fotografi di Marco Appugliese, Tiziana Curto, Anna Maria De Simone, Michelangelo Durante, Luna Maestosi e i “punti di vista” di Domenico Cipriano, Claudio Coletta, Tiziana Curto, Franca Lanni ed Erminia Pellecchia, rivolti a uno stesso soggetto: l’artista e l’opera come “autoritratto”.
Scrive Ida Mitrano nella presentazione critica: ... Non è un caso che Francis Bacon affermi in una delle interviste di David Sylvester che «dipingere è proiettare sulla tela il disegno del proprio sistema nervoso». Un’affermazione che dà senso, e un senso particolare, a questa mostra dal titolo Ri-tratti d’artista, dove non sono presenti ritratti, né autoritratti. Eppure non c’è contraddizione, perché quelle opere sono degli autoritratti a prescindere dai soggetti raffigurati, per quell’unicità dei segni-tratti che caratterizzano l’opera e, al contempo, l’artista da cui essa è “nata”. […]
In queste opere c’è l’uomo con la sua fragilità ma anche la sua forza, una presenza assoluta che s’impone su qualsiasi tendenza estetica nella ricerca dell’immagine. C’è una drammaticità, dove il sentire dell’artista è centrale. Tra soggetto rappresentato e soggettività del pittore non c’è distanza, se non quella necessaria all’esistere dell’opera. Cuocolo, Ferrari, Frisardi, Maestosi e Pollini affermano il valore unico del processo creativo dell’essere, di cui la loro pittura vuole essere espressione. Un processo che dà luogo a esiti creativi diversi in rapporto alle singole ricerche e percorsi artistici. Ricerche che si caratterizzano per la coerenza non solo pittorica ma, e soprattutto, per la presenza di quel «soggetto che sta sempre a roderti dentro per uscire fuori», per ricorrere ancora una volta a Bacon, cui l’artista non dovrebbe mai sottrarsi. È quel soggetto che rende l’opera, un autoritratto. […] C’è senza dubbio un fil rouge che unisce questi artisti, se si ritrovano a dialogare con le loro opere esponendo se stessi. Non c’è un tema dichiarato e affrontato, quanto invece l’affermare “io sono questo”, “io sento questo”, “io vivo questo” oggi nella relazione con le cose, con il mondo. Un fil rouge che distingue questa mostra nel porre l’accento sull’opera come verità dell’artista. Opera-autoritratto, appunto.
Non è facile oggi scoprire il “proprio sistema nervoso” in una società che nega la complessità dell’essere e l’arte come espressione dei processi creativi dell’essere.
Per Giovambattista Cuocolo, Franco Ferrari, Carlo Frisardi, Danilo Maestosi, Nino Pollini è un atto doveroso
Scrive Ida Mitrano nella presentazione critica: ... Non è un caso che Francis Bacon affermi in una delle interviste di David Sylvester che «dipingere è proiettare sulla tela il disegno del proprio sistema nervoso». Un’affermazione che dà senso, e un senso particolare, a questa mostra dal titolo Ri-tratti d’artista, dove non sono presenti ritratti, né autoritratti. Eppure non c’è contraddizione, perché quelle opere sono degli autoritratti a prescindere dai soggetti raffigurati, per quell’unicità dei segni-tratti che caratterizzano l’opera e, al contempo, l’artista da cui essa è “nata”. […]
In queste opere c’è l’uomo con la sua fragilità ma anche la sua forza, una presenza assoluta che s’impone su qualsiasi tendenza estetica nella ricerca dell’immagine. C’è una drammaticità, dove il sentire dell’artista è centrale. Tra soggetto rappresentato e soggettività del pittore non c’è distanza, se non quella necessaria all’esistere dell’opera. Cuocolo, Ferrari, Frisardi, Maestosi e Pollini affermano il valore unico del processo creativo dell’essere, di cui la loro pittura vuole essere espressione. Un processo che dà luogo a esiti creativi diversi in rapporto alle singole ricerche e percorsi artistici. Ricerche che si caratterizzano per la coerenza non solo pittorica ma, e soprattutto, per la presenza di quel «soggetto che sta sempre a roderti dentro per uscire fuori», per ricorrere ancora una volta a Bacon, cui l’artista non dovrebbe mai sottrarsi. È quel soggetto che rende l’opera, un autoritratto. […] C’è senza dubbio un fil rouge che unisce questi artisti, se si ritrovano a dialogare con le loro opere esponendo se stessi. Non c’è un tema dichiarato e affrontato, quanto invece l’affermare “io sono questo”, “io sento questo”, “io vivo questo” oggi nella relazione con le cose, con il mondo. Un fil rouge che distingue questa mostra nel porre l’accento sull’opera come verità dell’artista. Opera-autoritratto, appunto.
Non è facile oggi scoprire il “proprio sistema nervoso” in una società che nega la complessità dell’essere e l’arte come espressione dei processi creativi dell’essere.
Per Giovambattista Cuocolo, Franco Ferrari, Carlo Frisardi, Danilo Maestosi, Nino Pollini è un atto doveroso