14/03/2015  al 08/05/2015

Renato Leotta. Piccola Patria

Renato Leotta. Piccola Patria
Renato Leotta concentra la sua ricerca sull’osservazione del paesaggio e dell’architettura pensando la mostra come un racconto regolato dalla continuità del giorno e della notte; un paesaggio determinato dal mare e dalla sua temporalità. La spiaggia è lo studio dell’artista; una dimensione di lavoro che riflette sull’uomo e sulla sua capacità di collocamento nella sfera del reale e di maturazione dei sentimenti. Questo pensiero è proposto dall'artista come reazione ad una - improprietà - di natura psicologica che riflette i caratteri della cultura occidentale, indicando un rallentamento e un invito all'osservazione.
«É possibile fermare un'onda con lo sguardo descrivendola in una sola immagine? Il tempo nel suo scorrere diventa un luogo da abitare capace di ridefinire le convenzioni che regolano e determinano la nostra vita.
Ho alternato per diverse giornate in Sardegna l'esercizio di osservazione delle onde alle passeggiate per le sale del museo archeologico, l'elemento che accomuna questa esperienza nel procedere é il vento. Un forte maestrale colpisce il versante nord ovest dell'isola per poi attraversare diagonalmente il mediterraneo, le persone, gli animali che lo abitano e le architetture che lo compongo, modellandoli.
Un paesaggio morbido carico di temporalità si mescola con quello interiore, una piccola patria composta da elementi primari; ho pensato in questi termini al lavoro che ho perseguito in questi anni, considerando il mare come un orologio.
Sempre (Spiaggia Romana) é un lavoro ambientale di genere profetico composto da rilievi di spiagge e dipinti ad acqua fluttuanti, presentato in occasione della mostra personale a Napoli.
Ho realizzato i primi rilievi sulla sabbia a Catania con il desiderio di bloccare una traccia che testimoniasse la mia presenza. In estate avevo scoperto per la prima volta da bambino la forma del corpo di una donna e l'avevo riprodotta modellando sulla superficie della spiaggia delle curve che ricordano la linea dei fianchi ma anche delle maree, come un primo esercizio di architettura e di memoria.
Sulla spiaggia romana tra Cuma e Licola e poi in quella vulcanica di Portici ho riprodotto delle sfere che sono il riflesso del sole nel punto indicato che corre lungo la superficie del mare fino al bagnasciuga.
Lo spazio espositivo della galleria è diviso in due volu mi speculari da un doppio arco che ricorda l'architettura di Angiolo Mazzoni e i suoi studi su Giambattista Basile nel tempo in cui progettava l'edificio delle poste e telegrafi di Palermo e l'imbarco traghetti della Stazione di Messina Marittima. Ho pensa to di utilizzare la luce naturale aprendo le due finestre disposte al fondo della sala per diluire il display con lo spazio esterno nelle diverse fasi del giorno e della notte.
Sulle pareti scorrono delle tele di carta salata: il movimento, regolato da un sistema meccanico a filo, mette in moto lo spazio rielaborando una percezione partecipata in cui decadono i cliché di fruizione e contemplazione del supporto pittorico. La carta scivola lungo le pareti ricordando un pensiero sotteso e le vele di una imbarcazione».

Luoghi

  • Galleria Fonti - Via Chiaia, 229 - Napoli
             081 411409     081 411409

    Orario: lun - ven 11-14 e 16-20 o su appuntamento

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