Radomir Damnjan. Identity
Federico Bianchi Contemporary Art è lieta di presentare la quinta personale in galleria di Radomir Damnjan, che inaugurerà il giorno giovedì 8 ottobre 2015 alle ore 18:30 in Via Imbonati 12 a Milano.
Le impronte digitali dell'artista sulle uova rimandano al tema centrale della mostra: l'Identità, che verrà declinata attraverso una serie di opere che giocano sul contrasto tra l'unicità-individualità e la pluralità-impersonalità umana. L'alienazione data da una dimensione che non guarda all'individuo, ma tende solo a classificarlo per farne un numero o una formula matematico/geometrica, è spesso una delle sconfitte della burocrazia in società politicamente strutturate. Le serie dei formulari, tavole che variano solo per i colori e le linee (come tante persone indistinguibili) è l'esempio eclatante di utilizzo di carte povere con unico scopo di classificazione al fine di organizzare burocraticamente e socialmente individui. Gli interventi sono linee quasi indistinguibili, come l'individualità di un uomo in un contesto politicizzato, all'interno del formulario e “non ne modificano il materiale d'uso, ma defunzionalizzano un materiale di per sé funzionale” (R. Damnjan).
Casellari che diventano vite per le quali l'unico interesse è burocratico-legale e finaziario-tributario, con l'artista che con un “atto minimo” invita ad una “nuova analisi critica della realtà esistente e data: è indispensabile che il bisogno, grazie alla volontà e alle decisioni dell'individuo, si trasformi in libertà” (R. Damnjan).
Libertà di un intervento di modificazione lineare che compare anche nelle serie dei dipinti minimalisti proposti, che rimandano alle stesse linee enigmatiche e ricercate dei formulari. Libertà che si riafferma nell'impronta digitale dell'artista presente negli scrigni come riaffermazione di IDENTITA'.
Le impronte digitali dell'artista sulle uova rimandano al tema centrale della mostra: l'Identità, che verrà declinata attraverso una serie di opere che giocano sul contrasto tra l'unicità-individualità e la pluralità-impersonalità umana. L'alienazione data da una dimensione che non guarda all'individuo, ma tende solo a classificarlo per farne un numero o una formula matematico/geometrica, è spesso una delle sconfitte della burocrazia in società politicamente strutturate. Le serie dei formulari, tavole che variano solo per i colori e le linee (come tante persone indistinguibili) è l'esempio eclatante di utilizzo di carte povere con unico scopo di classificazione al fine di organizzare burocraticamente e socialmente individui. Gli interventi sono linee quasi indistinguibili, come l'individualità di un uomo in un contesto politicizzato, all'interno del formulario e “non ne modificano il materiale d'uso, ma defunzionalizzano un materiale di per sé funzionale” (R. Damnjan).
Casellari che diventano vite per le quali l'unico interesse è burocratico-legale e finaziario-tributario, con l'artista che con un “atto minimo” invita ad una “nuova analisi critica della realtà esistente e data: è indispensabile che il bisogno, grazie alla volontà e alle decisioni dell'individuo, si trasformi in libertà” (R. Damnjan).
Libertà di un intervento di modificazione lineare che compare anche nelle serie dei dipinti minimalisti proposti, che rimandano alle stesse linee enigmatiche e ricercate dei formulari. Libertà che si riafferma nell'impronta digitale dell'artista presente negli scrigni come riaffermazione di IDENTITA'.
Luoghi
02 39549725
orario: mar-sab 11-13 e 14-19