Quadriennale d’arte "Altri tempi altri miti"
Autori:
Rosa Barba, Luca Vitone, Yuri Ancarani, Gianluca e Massimiliano De Serio, Anna Franceschini, Diego Marcon, Giulio Squillacciotti, Massimo Bartolini, Marinella Senatore, Margherita Moscardini, Alberto Tadiello, Nico Angiuli,0100101110101101.ORG Eva & Franco Mattes, Federico Solmi, Alek O. , Carol Rama, Massimo Grimaldi, Marcello Maloberti, Maria Elisabetta Novello, Paolo Icaro, Nicola Samorì, Claire Fontaine, Giorgio Andreotta Calò, Giulia Piscitelli, Francesco Vezzoli,Valentina Vetturi , Alterazioni Video, Elisa Giardina Papa, Marzia Migliora , Lorenzo Senni, Mario Airò , Armin Linke, Rossella Biscotti , Vincenzo Latronico, Luca Trevisani,Michelangelo Consani, Alberto Garutti , Alessandro Agudio, Beatrice Marchi, Davide Stucchi, Francesco Fonassi, Gianfranco Baruchello, Patrick Tuttofuoco, Cesare Pietroiusti, Emanuele Becheri, Giovanni Morbin, Chiara Fumai, Matteo Fato, Rà Di Martino, Italo Zuffi, Sabina Grasso, Marco Strappato , Riccardo Arena, Elena Mazzi,Paolo Gioli, Leone Contini, Moira Ricci, Riccardo Giacconi , Carlo Guaita, Martino Gamper, Renato Leotta, Christiane Löhr , Adelita Husni-Bey, Roberto Fassone, Danilo Correale, Nataliá Trejbalová, Diego Tonus, Michele Spanghero, Invernomuto, Nicola Martini, Quayola, Corrado Levi, Anna Scalfi Eghenter, Lara Favaretto, Enrico Boccioletti , Cristian Chironi , Roberto Cuoghi, Carlo Gabriele Tribbioli, Michele Manfellotto, Blauer Hase, Luigi Coppola , Curandi Katz , Paolo Cirio, Kamilia Kard,Emilio Villa , Dario Guccio, Giovanni Fredi, Costanza Candeloro, Cuomo e Iorio,Beatrice Catanzaro, Niccolò Degiorgis, Francesco Nazardo, Andrea Romano, Simone Monsi, Francesco Cagnin, Gasconade, Momentum, Alessandro Balteo-Yazbeck,Alessandra Ferrini, Camilla Insom, Federico Lodoli, Andrea Morbio, Sara Tirelli, Mara Oscar Cassiani
Curatori:
Domenico Quaranta, Matteo Lucchetti, Luigi Fassi, Luigia Lonardelli, Denis Viva,Cristiana Perrella, Luca Lo Pinto, Michele D’Aurizio, Simone Frangi, Marta Papini,Simone Ciglia
CONCEPT
La 16a Quadriennale si focalizza sulle arti visive in Italia post Duemila sotto l’insegna del titolo Altri tempi, altri miti. Ogni epoca conosce simboli e narrazioni che pervadono l’immaginario e plasmano i comportamenti individuali e collettivi. Anche gli anni Duemila non si sottraggono a questa dinamica, ma il titolo della 16a Quadriennale assume una specifica connotazione.
Altri tempi, altri miti un’espressione che i curatori della mostra hanno preso a prestito dallo scrittore Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), per condensare i presupposti contenutistici e strutturali di questa edizione. Tondelli la utilizza nel sommario della raccolta Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta, pubblicata nel 1990 e considerata da molti un’opera cult per le generazioni figlie di quel periodo. La raccolta offre una narrazione per frammenti dell’Italia, una vertiginosa sarabanda di viaggi attraverso la penisola, di cui sono colte le vibrazioni più nascoste così come i caratteri manifesti.
Analogamente, la 16a Quadriennale è concepita come una mappatura mutevole delle produzioni artistiche e culturali dell’Italia contemporanea ed è articolata in dieci sezioni espositive, ognuna delle quali approfondisce un tema, un metodo, un’attitudine, una genealogia che connota quelle produzioni. Nelle parole dei curatori:
“Gli approfondimenti proposti nelle dieci sezioni della mostra sono percorsi dalla tensione generata dal confronto tra le narrazioni istituzionalizzate dell’arte italiana del passato e lo sguardo a un presente in via di definizione, che appunto non è possibile qualificare se non come altro. La differenza emerge quindi come la condizione inevitabile sulla quale questa edizione della Quadriennale si edifica e diventa lo strumento di lettura offerto allo spettatore, invitato quindi a interpretare le sezioni espositive come incarnazioni di discorsi artistico-culturali in dialogo con il passato attraverso strategie di rilettura critica, innovazione e superamento”.
Ogni sezione della 16a Quadriennale è affidata a un curatore (in un caso a due) e propone ipotesi interpretative della nostra cultura visiva contemporanea in relazione con il contesto internazionale, traducendole con soluzioni di scrittura e dispositivi allestitivi estremamente diversificati.
Simone Ciglia e Luigia Lonardelli in I would prefernot to/Preferirei di no presentano una selezione di autori esemplificativi di un’attitudine diffusa del fare arte oggi, riconducibile a un sottrarsi, a un resistere a codificazioni identitarie. Michele D’Aurizio con Ehi, voi! propone la ritrattistica come linguaggio tramite cui attraversare le vicende più recenti della nostra arte, per la sua capacità di esprimere una commistione tra sfera individuale e sfera sociale. Luigi Fassi con La democrazia in America invita ad approfondire alcuni aspetti della storia dell’Italia contemporanea attraverso una rilettura del pensiero di Tocqueville. Simone Frangi in Orestiade italiana volge lo sguardo al contesto del nostro Paese nei suoi versanti culturale, politico, economico, con una riscrittura analogica e corale di alcuni nuclei di un lavoro filmico di Pasolini. Luca Lo Pinto in A occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti sonda i temi del tempo, dell’identità, della memoria, letti in continua metamorfosi all’interno della relazione tra il singolo e la collettività. Matteo Lucchetti in De Rerum Rurale pone al centro dell’attenzione la ruralità come spazio reale e speculativo nel quale descrivere e re-immaginare il sistema di relazioni tra ambiente naturale e antropizzato, anche nella sua profondità storica. Marta Papini in Lo stato delle cose propone un impianto in progress nel quale la rotazione di artisti molto diversi instaura uno spazio dialettico tra le singole ricerche e tra queste e il pubblico. Cristiana Perrella in La seconda volta individua un nucleo di autori accomunati da un interesse per l’uso di materiali densi di storie già vissute che reinterpretano in insospettabili combinazioni, secondo una poetica della trasformazione. Domenico Quaranta con Cyphoria analizza l’impatto dei media digitali su vari aspetti della vita, dell’esperienza, dell’immaginazione e del racconto. Denis Viva in Periferiche individua nel policentrismo un’originale condizione strutturale del nostro territorio che permea anche la nostra cultura visiva.
Saranno esposte le opere di 99 artisti, gran parte dei quali si sono affermati negli anni Duemila. Accanto a questi, compaiono alcuni autori di generazioni antecedenti, ma ritenuti germinativi di alcune delle ricerche espressive più interessanti oggi in atto.
Il percorso espositivo non si struttura in un itinerario predeterminato.
Il visitatore – a partire dalla centrale Rotonda che durante la mostra sarà animata da performance, incontri, proiezioni che sono parte integrante dei progetti espositivi di molti curatori – è lasciato libero di iniziare la propria esperienza di visita da una qualsiasi delle dieci sale espositive.
Rosa Barba, Luca Vitone, Yuri Ancarani, Gianluca e Massimiliano De Serio, Anna Franceschini, Diego Marcon, Giulio Squillacciotti, Massimo Bartolini, Marinella Senatore, Margherita Moscardini, Alberto Tadiello, Nico Angiuli,0100101110101101.ORG Eva & Franco Mattes, Federico Solmi, Alek O. , Carol Rama, Massimo Grimaldi, Marcello Maloberti, Maria Elisabetta Novello, Paolo Icaro, Nicola Samorì, Claire Fontaine, Giorgio Andreotta Calò, Giulia Piscitelli, Francesco Vezzoli,Valentina Vetturi , Alterazioni Video, Elisa Giardina Papa, Marzia Migliora , Lorenzo Senni, Mario Airò , Armin Linke, Rossella Biscotti , Vincenzo Latronico, Luca Trevisani,Michelangelo Consani, Alberto Garutti , Alessandro Agudio, Beatrice Marchi, Davide Stucchi, Francesco Fonassi, Gianfranco Baruchello, Patrick Tuttofuoco, Cesare Pietroiusti, Emanuele Becheri, Giovanni Morbin, Chiara Fumai, Matteo Fato, Rà Di Martino, Italo Zuffi, Sabina Grasso, Marco Strappato , Riccardo Arena, Elena Mazzi,Paolo Gioli, Leone Contini, Moira Ricci, Riccardo Giacconi , Carlo Guaita, Martino Gamper, Renato Leotta, Christiane Löhr , Adelita Husni-Bey, Roberto Fassone, Danilo Correale, Nataliá Trejbalová, Diego Tonus, Michele Spanghero, Invernomuto, Nicola Martini, Quayola, Corrado Levi, Anna Scalfi Eghenter, Lara Favaretto, Enrico Boccioletti , Cristian Chironi , Roberto Cuoghi, Carlo Gabriele Tribbioli, Michele Manfellotto, Blauer Hase, Luigi Coppola , Curandi Katz , Paolo Cirio, Kamilia Kard,Emilio Villa , Dario Guccio, Giovanni Fredi, Costanza Candeloro, Cuomo e Iorio,Beatrice Catanzaro, Niccolò Degiorgis, Francesco Nazardo, Andrea Romano, Simone Monsi, Francesco Cagnin, Gasconade, Momentum, Alessandro Balteo-Yazbeck,Alessandra Ferrini, Camilla Insom, Federico Lodoli, Andrea Morbio, Sara Tirelli, Mara Oscar Cassiani
Curatori:
Domenico Quaranta, Matteo Lucchetti, Luigi Fassi, Luigia Lonardelli, Denis Viva,Cristiana Perrella, Luca Lo Pinto, Michele D’Aurizio, Simone Frangi, Marta Papini,Simone Ciglia
CONCEPT
La 16a Quadriennale si focalizza sulle arti visive in Italia post Duemila sotto l’insegna del titolo Altri tempi, altri miti. Ogni epoca conosce simboli e narrazioni che pervadono l’immaginario e plasmano i comportamenti individuali e collettivi. Anche gli anni Duemila non si sottraggono a questa dinamica, ma il titolo della 16a Quadriennale assume una specifica connotazione.
Altri tempi, altri miti un’espressione che i curatori della mostra hanno preso a prestito dallo scrittore Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), per condensare i presupposti contenutistici e strutturali di questa edizione. Tondelli la utilizza nel sommario della raccolta Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta, pubblicata nel 1990 e considerata da molti un’opera cult per le generazioni figlie di quel periodo. La raccolta offre una narrazione per frammenti dell’Italia, una vertiginosa sarabanda di viaggi attraverso la penisola, di cui sono colte le vibrazioni più nascoste così come i caratteri manifesti.
Analogamente, la 16a Quadriennale è concepita come una mappatura mutevole delle produzioni artistiche e culturali dell’Italia contemporanea ed è articolata in dieci sezioni espositive, ognuna delle quali approfondisce un tema, un metodo, un’attitudine, una genealogia che connota quelle produzioni. Nelle parole dei curatori:
“Gli approfondimenti proposti nelle dieci sezioni della mostra sono percorsi dalla tensione generata dal confronto tra le narrazioni istituzionalizzate dell’arte italiana del passato e lo sguardo a un presente in via di definizione, che appunto non è possibile qualificare se non come altro. La differenza emerge quindi come la condizione inevitabile sulla quale questa edizione della Quadriennale si edifica e diventa lo strumento di lettura offerto allo spettatore, invitato quindi a interpretare le sezioni espositive come incarnazioni di discorsi artistico-culturali in dialogo con il passato attraverso strategie di rilettura critica, innovazione e superamento”.
Ogni sezione della 16a Quadriennale è affidata a un curatore (in un caso a due) e propone ipotesi interpretative della nostra cultura visiva contemporanea in relazione con il contesto internazionale, traducendole con soluzioni di scrittura e dispositivi allestitivi estremamente diversificati.
Simone Ciglia e Luigia Lonardelli in I would prefernot to/Preferirei di no presentano una selezione di autori esemplificativi di un’attitudine diffusa del fare arte oggi, riconducibile a un sottrarsi, a un resistere a codificazioni identitarie. Michele D’Aurizio con Ehi, voi! propone la ritrattistica come linguaggio tramite cui attraversare le vicende più recenti della nostra arte, per la sua capacità di esprimere una commistione tra sfera individuale e sfera sociale. Luigi Fassi con La democrazia in America invita ad approfondire alcuni aspetti della storia dell’Italia contemporanea attraverso una rilettura del pensiero di Tocqueville. Simone Frangi in Orestiade italiana volge lo sguardo al contesto del nostro Paese nei suoi versanti culturale, politico, economico, con una riscrittura analogica e corale di alcuni nuclei di un lavoro filmico di Pasolini. Luca Lo Pinto in A occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti sonda i temi del tempo, dell’identità, della memoria, letti in continua metamorfosi all’interno della relazione tra il singolo e la collettività. Matteo Lucchetti in De Rerum Rurale pone al centro dell’attenzione la ruralità come spazio reale e speculativo nel quale descrivere e re-immaginare il sistema di relazioni tra ambiente naturale e antropizzato, anche nella sua profondità storica. Marta Papini in Lo stato delle cose propone un impianto in progress nel quale la rotazione di artisti molto diversi instaura uno spazio dialettico tra le singole ricerche e tra queste e il pubblico. Cristiana Perrella in La seconda volta individua un nucleo di autori accomunati da un interesse per l’uso di materiali densi di storie già vissute che reinterpretano in insospettabili combinazioni, secondo una poetica della trasformazione. Domenico Quaranta con Cyphoria analizza l’impatto dei media digitali su vari aspetti della vita, dell’esperienza, dell’immaginazione e del racconto. Denis Viva in Periferiche individua nel policentrismo un’originale condizione strutturale del nostro territorio che permea anche la nostra cultura visiva.
Saranno esposte le opere di 99 artisti, gran parte dei quali si sono affermati negli anni Duemila. Accanto a questi, compaiono alcuni autori di generazioni antecedenti, ma ritenuti germinativi di alcune delle ricerche espressive più interessanti oggi in atto.
Il percorso espositivo non si struttura in un itinerario predeterminato.
Il visitatore – a partire dalla centrale Rotonda che durante la mostra sarà animata da performance, incontri, proiezioni che sono parte integrante dei progetti espositivi di molti curatori – è lasciato libero di iniziare la propria esperienza di visita da una qualsiasi delle dieci sale espositive.
Luoghi
http://www.palazzoesposizioni.it 06 39967500
info@palazzoesposizioni.it - orario:mar-gio 10-20, ven-sab 10-22,30, dom 10-20 ingresso consentito fino a un'ora prima della chiusura