Pina Della Rossa dopo la battaglia
A cura di: AREA 24 Space - Napoli
Testi in catalogo di Marco Di Mauro, Mario Franco, Alessandra Pacelli, Assunta Pagliuca
Nelle sale del primo piano di Palazzo Roccella Pina Della Rossa espone i suoi recenti lavori fotografici. L’artista, che vanta una ricerca iniziata negli anni ottanta, quando, Mimmo Jodice la presentò alla mostra “mese della fotografia” al SICOF di Milano, presenta lavori in cui è evidente la volontà di riportare il colore nella fotografia .
Ancora una volta, lo spettatore si trova a riflettere se Pina Della Rossa è una fotografa che dipinge o una pittrice che fotografa. Questo è il dubbio suscitato dalle sue opere fotografiche. In esse, sia quando colgono l’attimo fuggente, sia quando i soggetti vengono “costruiti”, emergono con forza l’aspetto cromatico mai casuale e la cura appassionata per la composizione.
Per l’occasione Marco Di mauro scrive: “… L’artista napoletana si orienta verso la dimensione della pittura senza quelle distorsioni o artifici elaborativi che insidiano l’oggettività dell’immagine, ma attraverso la rugosità delle superfici cosparse di filamenti vegetali appena rilevati, che visivamente richiamano le spatolate di colore. L’artista, in sostanza, conferisce alla fotografia un effetto rilievo di matrice pittorica, che rende visibile e concreto il suo percorso di formazione: da una creazione mentale, intrisa di valori emotivi, alla sua traduzione fotografica, ove le componenti emotive sono sublimate da un marcato pittoricismo che aiuta la fantasia a svincolarsi dalla fisicità del realismo fotografico. L’immagine, dunque, si emancipa dalla scientificità dell’applicazione fotografica per accogliere stimoli di natura extra-sensoriale…”
Mario Franco scrive, tra l’altro, “… le fotografie di Pina Della Rossa: immagini di dettagli, appunto, immagini pittoriche, metaforiche, sintetiche, scattate in solitudine, guardandosi intorno con occhio ispirato e partecipe. Immagini nelle quali, a dispetto della laconicità (pittorica o analitica, è tutto da scoprire), si ricrea, come a teatro, una messa in scena dove gioco e disagio, turbamento e magia, irretiscono lo spettatore. Rami fitti e scarni, dove raramente spunta un fiore, fantasmi giornalieri del panorama periferico: una realtà che si rivela un incubo, un paesaggio lucido e angoscioso. Pittura e fotografia: dialogo intenso tra due mezzi di rappresentazione, mettendo così in relazione linguaggi diversi all’interno della stessa immagine…”
La fotografia, come scrive Alessandra Pacelli, “…felicemente si è lasciata alle spalle l'idea che la costringeva nel recinto del realismo, dell'oggettivizzazione, della documentazione veritiera del contemporaneo. Quella capacità di fermare l'attimo, il qui e ora così com'è. E invece lo sguardo del fotografo viaggia nella macchina del tempo, fruga nel passato tra polveri e fantasmi da trasportare nell'attualità. E nelle immagini di Pina Della Rossa ecco infatti improvvise apparizioni, impronte, orme. Ma anche segni pittorici, composizioni architettoniche, profili che emergono dalle muffe di un muro scrostato, dalle ragnatele intessute di rami secchi, dalle ruggini di inferriate che cingono terre senza nome o finestre sprofondate nel buio, dalle crepe nel legno di porte ostinatamente serrate, forse chiuse su memorie passate, ricordi lacerati, parole senza appello...”
Assunta Pagliuca scrive ”… Muro e radici, due elementi narrativi in cui l’artista, Pina Della Rossa, libera la propria soggettività, con accenti emozionali in una prospettiva intima. Un muro che frena una libertà che ha voglia di contaminarsi nella tempesta della vita, all’interno di un dinamismo instabile in cui tutto nasce e ritorna. Muro arcano e grigio, alimentato di radici viventi che vi penetrano quasi a rigenerarne lo stato. Un groviglio traccia un sentiero contorto ed intricato che si snoda in combinazioni cromatiche, da buie ed informi a luminose e definite. Luci e colori esprimono i luoghi di una mente che si smarrisce nella trama di uno spazio e di un tempo interrotti dalla contingenza. L’abile tecnica fotografica costruisce suggestive evocazioni stilistiche, rischiarate da una luce che crea una profondità essenziale…”
Luoghi
081.7958604/05/31 081. 7958660
Responsabile Fabio Pascapè - Orario: aperto tutti i giorni - escluso il martedì - dalle ore 9,30 alle ore 19,30 - la domenica dalle ore 9,30 alle 14,30. Ingresso gratuito.