Pietro Capogrosso “Doppiorizzonte”
A cura di: Pietro Marino
Un percorso di oltre cento opere racconta la vicenda artistica trentennale di Pietro Capogrosso (1967) nella sua città, Trani, dove, a Palazzo delle Arti Beltrani, è ospitata la personale Doppiorizzonte. Del resto, Capogrosso la Puglia l’ha portata sempre nel cuore, alterandone la luce potente e sedimentando i paesaggi nativi per indirizzarli verso orizzonti interiori.Uno sguardo allenato sulla tradizione della pittura di paesaggio, e un altro rivolto a un mezzogiorno della memoria, attivano il doppio orizzonte, ripreso nel titolo. Da una geografia dei luoghi, ormai depositata in profondi recessi della mente, emergono, infatti, fari, darsene, capanni, intrisi di monocromie, solo “apparenti”, spiega Pietro Marino nel testo in catalogo (De Luca Editori), perché imbevute di esperienze visive e inconsce. È un colore tendenzialmente polveroso, contaminato da salsedini e caliginosi umori mediterranei, che assorbe i volumi nel limite tra realismo e astrazione.
La Pittura Di Pietro Capogrosso
L’artista, formatosi a Milano all’Accademia di Brera, dove poi ha insegnato a lungo, volge la sua produzione pittorica al concettuale dopo l’incontro con Luciano Fabro. Nel capoluogo lombardo si afferma negli Anni Novanta in una temperie regolata da un astrattismo che guarda a parallele esperienze europee, irrobustite in seguito a Mosca, dove si trasferisce con la famiglia e dove le opere si ancorano a soluzioni più strutturate. Composizioni che alternano grandi e piccoli formati ma mantengono il rapporto con uno spazio ipnotico e con una materia pittorica che simula pareti logorate da strati di colori privi di tono, a volte anche sgocciolanti. Meno controllati e più gestuali quando emerge un mood orientale, recuperato durante il soggiorno in Corea del Sud.
Capogrosso è un astrattista non ortodosso, incline a fissare piani esistenziali cui riserva pennellate ariose e stratificazioni materiche, versanti cupi, tonalità simili a patine cementizie, adeguate a una superficie con scarsi dettagli. Perlopiù linee che percorrono la tela a diverse altezze, spostando l’orizzonte su differenti gamme prospettiche.
L’esposizione raccoglie dipinti recenti e inediti, testimonianze di un esteso itinerario creativo riconosciuto a livello internazionale e alimentato da numerose permanenze all’estero, prima Mosca e poi Barcellona, dove oggi risiede con la famiglia. Negli Orizzonti domestici, dipinti durante la pandemia, il colore si chiude in un registro ristretto, soprattutto bianchi con grigi e pastelli. Scompare “l’Adriatico sulla destra” che in passato scortava la salita verso Nord e restano albe, tramonti e cieli della sua terra, governati da una frugale cifra stilistica violata solo da limitate varianti cromatiche.
Luoghi
https://www.palazzodelleartibeltrani.it/ 0883 500044 0883 500044