Piero Dorazio. Il colore della pittura
A dieci anni dalla scomparsa di Piero Dorazio, Lorenzelli Arte inaugura la mostra personale Il colore della pittura che, oltre ad essere un doveroso omaggio al grande maestro dell’astrattismo italiano, forse il più grande colorista della sua generazione, vuole rappresentare la grandezza dell’artista anche attraverso le opere che nell’ambito del suo percorso sono state considerate “meno interessanti”.
Spesso la critica, e di conseguenza il gusto collezionionistico, tendono a fossilizzarsi ed a idealizzare un determinato periodo nella produzione di un’artista e a considerare poi corollari i momenti successivi perché ritenuti di caduta rispetto alle “vette” precedenti.
Questo pregiudizio percettivo -che si traduce nel rozzo monetarismo del mercato artistico- tende a cristallizzare i valori creativi regolamentandoli con le abituali categorie di valore applicabili alle altre attività umane. L’Arte per fortuna sfugge, o almeno dovrebbe affrancarsi, dalle consuete logiche classificatorie. Alla luce di ciò appare chiaro quanto il banale comune sentire abbia offuscato la reale portata del percorso artistico di Piero Dorazio circa le opere successive al periodo dei Reticoli, conclusosi nel 1964/65.
L’intento della mostra è quello di ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, che la pittura e che la produzione di questo grande artista vanno al di là della loro identificazione con un mero singolo periodo, ma si svilupparono in diverse forme nell’arco della sua intera vita.
L’ovvio riscontro è dato da opere quali Discanto del 1975, Physis VI del 1980, Max-well del 1984, per citarne alcune, prova evidente della grande qualità espressiva e coloristica di Piero Dorazio, partecipanti della stessa vibrazione dei più felici monocromi del periodo precedente.
L’elegante intelligenza formale unita alla sapienza cromatica dei lavori esposti sono un’evidente e coerente evoluzione verso l’alto rispetto al mondo dei reticoli, uniti dalla stessa trama di luce e colore.
Senza dire poi dell’autonomia dell’artista che sfugge alle trappole culturali dell’epoca che oscillavano tra un’istintualità informale ed un rigorismo dogmatico di stampo bauhausiano, perseguendo invece una felice ricerca incardinata sulla lunga tradizione italica, declinata con i linguaggi della modernità.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione di tutte le opere esposte e una raccolta di frammenti di significativi testi critici sull’artista.
Spesso la critica, e di conseguenza il gusto collezionionistico, tendono a fossilizzarsi ed a idealizzare un determinato periodo nella produzione di un’artista e a considerare poi corollari i momenti successivi perché ritenuti di caduta rispetto alle “vette” precedenti.
Questo pregiudizio percettivo -che si traduce nel rozzo monetarismo del mercato artistico- tende a cristallizzare i valori creativi regolamentandoli con le abituali categorie di valore applicabili alle altre attività umane. L’Arte per fortuna sfugge, o almeno dovrebbe affrancarsi, dalle consuete logiche classificatorie. Alla luce di ciò appare chiaro quanto il banale comune sentire abbia offuscato la reale portata del percorso artistico di Piero Dorazio circa le opere successive al periodo dei Reticoli, conclusosi nel 1964/65.
L’intento della mostra è quello di ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, che la pittura e che la produzione di questo grande artista vanno al di là della loro identificazione con un mero singolo periodo, ma si svilupparono in diverse forme nell’arco della sua intera vita.
L’ovvio riscontro è dato da opere quali Discanto del 1975, Physis VI del 1980, Max-well del 1984, per citarne alcune, prova evidente della grande qualità espressiva e coloristica di Piero Dorazio, partecipanti della stessa vibrazione dei più felici monocromi del periodo precedente.
L’elegante intelligenza formale unita alla sapienza cromatica dei lavori esposti sono un’evidente e coerente evoluzione verso l’alto rispetto al mondo dei reticoli, uniti dalla stessa trama di luce e colore.
Senza dire poi dell’autonomia dell’artista che sfugge alle trappole culturali dell’epoca che oscillavano tra un’istintualità informale ed un rigorismo dogmatico di stampo bauhausiano, perseguendo invece una felice ricerca incardinata sulla lunga tradizione italica, declinata con i linguaggi della modernità.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione di tutte le opere esposte e una raccolta di frammenti di significativi testi critici sull’artista.
Luoghi
www.lorenzelliarte.com 02 201914 02 29401316
Orari martedì - sabato, ore 10.00/13.00 - 15.00/19.00. lunedì su appuntamento - Festivi chiuso