23/05/2018  al 01/06/2018

Pier Giorgio De Pinto "Geoalchimie"

Pier Giorgio De Pinto "Geoalchimie"
Il morfema posto davanti alla parola alchimie del titolo si riferisce contemporaneamente alle geografie e alle geometrie quali tematiche ampiamente utilizzate dall’artista.
La geometria che De Pinto utilizza trova le proprie radici sullo studio della natura, così come nei principi matematici che la compongono. Nel lavoro dell’artista c'è soprattutto un palese riferimento alla geometria tradizionale "sacra" che si riferisce ai cinque solidi platonici e allo studio del Divina Proportione, testo del matematico Luca Pacioli ed illustrato da Leonardo da Vinci.
I cinque solidi platonici sono da sempre correlati alle geografie terrestri e a quelle del cosmo: il cubo alla terra, il tetraedro al fuoco, l’ottaedro all’aria, l’icosaedro all'acqua, e il dodecaedro all'universo o prana/etere.
Platone scrisse che "la terra vista dall'alto, assomiglia ad una palla contenuta in dodici pezzi di pelle cuciti tra di loro”, un riferimento diretto al dodecaedro come simbolo di Gaia, il pianeta vivente Terra.
 
L’artista presenta appunti scritti, audiovisivi, sculture e mappe, “materiale perfettibile” come egli stesso ricorda in quanto trattasi di “rappresentazione interpretata”; l’installazione ci restituisce una cartografia personale il cui fascino risiede in tutte quelle omissioni, errori, influenze e suggestioni, con le quali è stata creata.
De Pinto ha geo-mappato e geo-taggato lo spazio della struttura ospitante trovandone una collocazione come nodo energetico/magnetico/astrale/siderale in quel flusso di vie chiamate Ley lines. Un omaggio a MARS, alla sua natura di contenitore culturale di ricerca, a tutta quell’umanità che è passata in questo insolito luogo che spesso “trasfigura se stesso in un topos immaginario”, come ci ricorda Fabio Carnaghi in occasione di una precedente mostra. 
 
Le linee di Ley, conosciute anche come leys e linee di drago, sono presunte linee energetiche presenti in tutto il globo terrestre e “navigabili” utilizzando vari campi magnetici terrestri.  Un articolo della rivista New Scientist (Robin R. Baker. A sense of magnetism. pp. 844-846, 18 settembre 1980) suggeriva che specie diverse come piccioni, balene, api e persino batteri possono navigare usando il campo magnetico terrestre. Si ritiene che un tessuto contenente una sostanza chiamata magnetite sia responsabile di ciò. La magnetite consente alle creature viventi di percepire i cambiamenti magnetici. Tale composto è presente in piccole quantità tra il naso e gli occhi, all'interno del tessuto umano collegato all'osso etmoide. Si è anche detto che le linee di Ley facciano riferimento a vaste vie commerciali preistoriche, dove l’uomo, a causa dell’assenza di strumenti ad alta tecnologia, si affidava all’osservazione e all’intuito. Queste linee mappano anche con precisione sorprendente alcuni luoghi laddove l’uomo è intervenuto erigendo luoghi di culto oppure lasciando intatta l’area alla Natura, probabilmente in segno di rispetto, senza costruirci alcunché.
La mappatura di MARS eseguita da De Pinto è stata realizzata con alcuni strumenti tra i quali quelli forniti dalla Hunter Research and Technology di Williamsburg Virginia, USA, azienda specializzata in rilevamenti geografici e mappature gestita da Craig Hunter, un ingegnere meccanico/aerospaziale. De Pinto si è anche servito di un software che ha permesso una mappatura ad infografica che verrà presentata in mostra. Il software è stato ideato da Bill Rankin, storico e cartografo la cui attività di mappatura è incentrata sulla rivisitazione delle geografie urbane e territoriali quotidiane.
 
De Pinto parte quindi dal corpo ma include un viaggio verso il nostro ambiente, espandendosi in una visione verso il nostro intero pianeta. L’artista traccia un percorso sulla superficie terreste e ciò che sta al di sopra e al di sotto di essa, sviluppandolo in termini di caratteristiche esoteriche ed alchemiche contemporanee.

Luoghi

  • MARS - Via G. Guinizelli, 6 - 20127 Milano
         
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