Pezzi Unici 2’
A cura di: Noemi Pittaluga
Sabato 14 settembre 2013 alle ore 19.00 si inaugura alla Galleria Gallerati di Roma la mostra collettiva di fotografia e tecniche miste Pezzi Unici 2, seconda edizione di un progetto espositivo ideato nel 2012 da Carlo Gallerati e curato da Noemi Pittaluga, in collaborazione quest’anno con la Galleria Eulenspiegel di Basilea e con il Festival della Fotografia Istantanea ISO600. In mostra opere di 45 artisti italiani e stranieri: Stephan Anastasia, Franco Belsole, Raffaella Castagnoli , Fabrizio Ceccardi, Agostino Cernilli, Federico Cozzucoli, Riccardo D’Amico, Michiyoshi Deguchi, Laura della Gatta, Michele De Punzio, Francesca De Rubeis, Pier Paolo Fassetta, Walter Flückiger, Fabrizio Fontana, David Fontani, Car lo Gallerati, Luca Guerr i, Cinzia Iacovel li, Teresa Imbriani, DaeSoo Kim, Marco Mancini, Rita Mandolini, Daniele Mar iani, David Maupi lé, Bruno Meyer, Vincenzo Monticelli Cuggiò, Marco Natale, Enrico Nicolò, Franco Olivetti, Rossella Or izio, Claudio Orlandi, Francesco Pergolesi, Alberto Placidoli, Roberta Recanatesi, Marc Renaud, Marta Rossato, Viola Lorenza Savarese, Alessio Maximilian Schroder, Franco Sortini, Luigi Spina, Abe Takami, Feder ica Vangelisti , Alessandro Vinci, Fabio Viscardi, Michael Wil l. “L’intento della mostra collettiva è quello di presentare alcuni lavori ottenuti attraverso procedimenti in tutto o in parte fotografici e concepiti come opere singole. Pezzi Unici è una delle possibili risposte a coloro che ancora stentano a riconoscere la fotografia come una tecnica artistica. Ciascun autore invitato a esporre, dichiarando l’unicità della propria opera, non nega la fattuale riproducibilità all’infinito del medium, ma si pone, vietandola a se stesso, nell’àmbito culturale consuetamente riservato alla pittura, alla scultura, al disegno e alle altre forme espressive tradizionali. Si ambisce quindi a innescare nello spettatore una riflessione che lo porti a cogliere pienamente la natura artistica di un oggetto fotografico d’autore. La copia unica è così un espediente per ricondurre l’attenzione verso l’assoluta irripetibilità dello sguardo, nell’hic et nunc dello scatto del fotografo e del pensiero d’artista che l’accompagna.” (Noemi Pittaluga) “La pittura e la scultura non si sono certo estinte e nessuno si sogna di mettere in discussione la loro nobiltà, ma essere prevenuti verso tecniche espressive nuove solo perché si servono di mezzi più sofisticati è un chiaro segno di scarsa apertura mentale. P.F.: Tu noti che questo tipo di diffidenza continua a prevalere? C.G.: Purtroppo sì, nonostante apprezzabili segni di cambiamento siamo ancora molto indietro. La stragrande maggioranza delle persone continua a pensare alla fotografia soltanto come a un arido sistema per riprodurre fedelmente la realtà visibile; e invece si dovrebbe finalmente cominciare tutti a guardare un’immagine fotografica come un’opera visiva in sé, senza vincolare il giudizio sulla sua artisticità allo strumento con cui è stata prodotta. Questo atteggiamento varrebbe in realtà per tutti i risultati della creatività umana: un quadro a olio su tela, un affresco o una statua di marmo non sono opere d’arte per il semplice motivo di essere fatte ‘a mano’; e così una singola fotografia non è necessariamente meno artistica di un collage di foto, o anche di un dipinto o di un bassorilievo, solo in considerazione del minor tempo e della minore applicazione artigianale necessari per produrla. Quelli della manualità o non manualità sono argomenti fin troppo oziosi e quanto mai inefficaci per escludere a priori il potenziale valore artistico di un oggetto. È ovvio che questo gli addetti ai lavori lo sanno perfettamente: a non saperlo è il pubblico, e infatti un pubblico della fotografia quasi non esiste; almeno in Italia ancora non se ne può parlare: pochissimi collezionisti, pochissimi mecenati, pochissime istituzioni disposte a investire, ma anche pochissimi galleristi con mentalità imprenditoriale. P.F.: Del resto la fotografia non è più neanche recentissima tra le tecniche moderne applicate a fini estetici. C.G.: Infatti. Per rendersene conto basta rivedere attentamente alcuni film stranieri degli anni Cinquanta o Sessanta: già allora v’era oltreoceano qualcuno che sceglieva di arredare le pareti del proprio appartamento con stampe fotografiche d’autore. Da noi però è molto diverso. E non è necessario guardare solo all’esempio statunitense; certo, lì succede tutto molto prima (nel bene e nel male, ovviamente) ma nei settori della cultura e dell’arte anche la Gran Bretagna, la Scandinavia e molti paesi della Mitteleuropa viaggiano anni luce avanti a noi.” (da ‘Fotografie senza frontiere’, intervista di Pierfrancesco Fimiani a Carlo Gallerati, in Urbs, Civitas, Sanctitas, Roma, Banca di Credito Cooperativo, 2003)
Luoghi
www.galleriagallerati.it 06.44258243 347.7900049
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento Mezzi pubblici: bus: 61, 62, 93, 310; metro: linea B, fermata Bologna (da P.zza Bologna: 400 m lungo Via Livorno o Via M.di Lando)