Paolo Schiavocampo "Pitture e arazzi"
A cura di: Testi di Elena Dagani e Francesco Pagliari
Sondare densità delle materie
Una serie di opere composite, per ripercorrere - nella sensibilità del fare artistico - stati materici ed elementi emotivi: Paolo Schiavocampo indaga con forte continuità un mondo articolato, la struttura delle cose e dei sentimenti, nella lunga attività che lo contraddistingue, transitando nelle forme artistiche fra pittura, scultura, prove d’impegno e valore paesaggistico (sculture che incontrano il paesaggio con molteplici relazioni e prove di qualificazione progettuale di luoghi, dalla piazza al parco). Un diretto riconoscimento di una realtà che si mostra e si rinsalda nell’ideazione artistica, che interpreta e definisce: una forma di concrezione, una sintesi che si disvela per parti e per procedimenti nella complessità delle opere.
Sintetizzare e riposizionare: procedimenti analitici individuano - nelle materie che si sfrangiano e si riproducono, in una sovrapposizione intenzionale - frammenti di densità reale che si devono ricomporre. Trasfigurare segni degli stati di realtà nelle trame che si interrompono e si ricollegano, nei frammenti che si delineano partecipi di un serrato percorso attraverso nuclei visibili e correlati: ricomporre per elementi distinti la deformazione del tempo, che si insinua nella regolarità apparente delle manifestazioni nel campo del sentire poietico. Il tempo, cui attenersi nella ricostruzione della sensibilità che si sottopone all’incontro con il desiderio: fornire coordinate ideali, sollecitare confronti, produrre ripercussioni. Tasselli che si inquadrano in un’orditura esplicita o sotterranea: materie che si coagulano per sovrapposizione, tessuto concreto e reale che si manifesta, colore che si coniuga a distinzioni di profondità. Forse si tratta di seguire il procedimento artistico che si innerva nel sondare strati successivi di materia, nell’identificare strati di densità differenziale in quanto soggetti dinamici che, tassello per tassello, narrano un universo di elementi e di concretezza, nella materia, nella luce, nel riverbero delle forme parcellizzate, inframmezzate di tracciati e di flussi in un tempo che si dilata, nel proporsi seducente e visibile di certezze, nel celarsi all’immediatezza, focalizzando segni e momenti di cesura. Flusso ed attesa, flusso ed interruzione: modernità nel sentire, modernità nel percorrere itinerari che si palesano difficoltosi, attraverso regole da decifrare e modalità da reinventare. Tasselli, per delineare la congiunzione di un ordine che si libra nella densità delle cose e delle materie; opere in cui riconoscere la dinamica del tempo che modifica le percezioni, fornisce e rinnova nuclei tangibili ed essenziali d’interpretazione.
Francesco Pagliari - febbraio 2017
a cura della Galleria Scoglio di Quarto (Milano)
Una serie di opere composite, per ripercorrere - nella sensibilità del fare artistico - stati materici ed elementi emotivi: Paolo Schiavocampo indaga con forte continuità un mondo articolato, la struttura delle cose e dei sentimenti, nella lunga attività che lo contraddistingue, transitando nelle forme artistiche fra pittura, scultura, prove d’impegno e valore paesaggistico (sculture che incontrano il paesaggio con molteplici relazioni e prove di qualificazione progettuale di luoghi, dalla piazza al parco). Un diretto riconoscimento di una realtà che si mostra e si rinsalda nell’ideazione artistica, che interpreta e definisce: una forma di concrezione, una sintesi che si disvela per parti e per procedimenti nella complessità delle opere.
Sintetizzare e riposizionare: procedimenti analitici individuano - nelle materie che si sfrangiano e si riproducono, in una sovrapposizione intenzionale - frammenti di densità reale che si devono ricomporre. Trasfigurare segni degli stati di realtà nelle trame che si interrompono e si ricollegano, nei frammenti che si delineano partecipi di un serrato percorso attraverso nuclei visibili e correlati: ricomporre per elementi distinti la deformazione del tempo, che si insinua nella regolarità apparente delle manifestazioni nel campo del sentire poietico. Il tempo, cui attenersi nella ricostruzione della sensibilità che si sottopone all’incontro con il desiderio: fornire coordinate ideali, sollecitare confronti, produrre ripercussioni. Tasselli che si inquadrano in un’orditura esplicita o sotterranea: materie che si coagulano per sovrapposizione, tessuto concreto e reale che si manifesta, colore che si coniuga a distinzioni di profondità. Forse si tratta di seguire il procedimento artistico che si innerva nel sondare strati successivi di materia, nell’identificare strati di densità differenziale in quanto soggetti dinamici che, tassello per tassello, narrano un universo di elementi e di concretezza, nella materia, nella luce, nel riverbero delle forme parcellizzate, inframmezzate di tracciati e di flussi in un tempo che si dilata, nel proporsi seducente e visibile di certezze, nel celarsi all’immediatezza, focalizzando segni e momenti di cesura. Flusso ed attesa, flusso ed interruzione: modernità nel sentire, modernità nel percorrere itinerari che si palesano difficoltosi, attraverso regole da decifrare e modalità da reinventare. Tasselli, per delineare la congiunzione di un ordine che si libra nella densità delle cose e delle materie; opere in cui riconoscere la dinamica del tempo che modifica le percezioni, fornisce e rinnova nuclei tangibili ed essenziali d’interpretazione.
Francesco Pagliari - febbraio 2017
a cura della Galleria Scoglio di Quarto (Milano)
Luoghi
Orari martedì – sabato, ore 9 – 18; festivi, ore 10 – 13