Paolo Peroni. “Orizzonti a parte”
A cura di: Sabino Maria Frassà
Il Comune di Milano, la Fondazione Giorgio Pardi e l’associazione cramum presentano l’11 maggio alle ore 18:00 allo Studio Museo Francesco Messina la mostra ORIZZONTI A PARTE, di PAOLO PERONI, curata da Sabino Maria Frassà. La mostra è parte del premio cramum che ogni anno attribuisce al vincitore (Paolo Peroni ha vinto il premio nel 2014) la possibilità di allestire in massimo due anni una mostra site-specific allo Studio Museo Francesco Messina.
“Orizzonti a parte” indaga la crisi della città e dell’uomo di oggi: “Da Torino a Milano ci sono 138 chilometri di strade e cemento. Chilometri di periurbano, di terriotrio che non è né città né campagna. Paolo Peroni polemmiza e intitola l’opera principale <<Correre come merda nei tubi>>” ricorda il curatore Sabino Maria Frassà, che aggiunge: “Non c’è più spazio per un orizzonte diverso dalla città stessa, come cantava Celentano già 50 anni fa in Il ragazzo della via Gluck <<non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l'erba>>. Paolo Peroni però, come sempre, critica e (sor)ride alla vita: parte dalla bruttura generata dall’involuzione urbana per cercare un orizzonte diverso, a parte, che trova nel cemento, nel catrame e nel ferro, trasformati in nuovi canoni estetici preterintenzionali. Se il mondo che ci circonda è sempre più brutto, compito dell’artista è quindi forse quello cercare di vedere nel buio, mostrando quelle cose che non hai avuto qui. In fondo proprio dal letame nascono i fiori”.
La Chiesa di San Sisto, oggi Studio Museo Francesco Messina, è la cornice ideale per la riflessione di Paolo Peroni, che colloca 12 grandi installazioni in dialogo con la chiesa barocca e i celebri bronzi del Messina. Unica colonna sonora possibile è il rumore dell’autostrada A4 (Torino-Milano) proveniente dagli stessi tubi metallici parte dell’opera “Correre come merda nei tubi”. Come ricorda l’artista riguardo alle altre opere in mostra: “Le mie sculture Figure si confrontano con le ballerine di Messina: ogni artista interpreta la figura umana attraverso gli occhi del proprio tempo. I miei uomini sono fatti di cemento e catrame; non sono in scala, ma sono costruiti riprendendo dimensioni di persone vere. Oggi l’uomo è ancora fatto dal 75% di acqua o è fatto del cemento che “respira”? Del catrame su cui cammina?”
“Orizzonti a parte” indaga la crisi della città e dell’uomo di oggi: “Da Torino a Milano ci sono 138 chilometri di strade e cemento. Chilometri di periurbano, di terriotrio che non è né città né campagna. Paolo Peroni polemmiza e intitola l’opera principale <<Correre come merda nei tubi>>” ricorda il curatore Sabino Maria Frassà, che aggiunge: “Non c’è più spazio per un orizzonte diverso dalla città stessa, come cantava Celentano già 50 anni fa in Il ragazzo della via Gluck <<non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l'erba>>. Paolo Peroni però, come sempre, critica e (sor)ride alla vita: parte dalla bruttura generata dall’involuzione urbana per cercare un orizzonte diverso, a parte, che trova nel cemento, nel catrame e nel ferro, trasformati in nuovi canoni estetici preterintenzionali. Se il mondo che ci circonda è sempre più brutto, compito dell’artista è quindi forse quello cercare di vedere nel buio, mostrando quelle cose che non hai avuto qui. In fondo proprio dal letame nascono i fiori”.
La Chiesa di San Sisto, oggi Studio Museo Francesco Messina, è la cornice ideale per la riflessione di Paolo Peroni, che colloca 12 grandi installazioni in dialogo con la chiesa barocca e i celebri bronzi del Messina. Unica colonna sonora possibile è il rumore dell’autostrada A4 (Torino-Milano) proveniente dagli stessi tubi metallici parte dell’opera “Correre come merda nei tubi”. Come ricorda l’artista riguardo alle altre opere in mostra: “Le mie sculture Figure si confrontano con le ballerine di Messina: ogni artista interpreta la figura umana attraverso gli occhi del proprio tempo. I miei uomini sono fatti di cemento e catrame; non sono in scala, ma sono costruiti riprendendo dimensioni di persone vere. Oggi l’uomo è ancora fatto dal 75% di acqua o è fatto del cemento che “respira”? Del catrame su cui cammina?”
Luoghi
www.comune.milano.it/dseserver/WebCity/documenti.nsf/weball/0F4AC0BE1FA58A76C1256B500031E66E 02 86453005
(ex-chiesa di Sisto IV) orario: mar-ven 10-14,sab 14-18, lun e dom chiuso. ingresso libero