Paolo Gubinelli al Museo del vetro
A cura di: Testo di Cristina Acidini
Nel continuare le sue sperimentazioni formali oscillando tra le materie preferite, la ceramica e la carta, Paolo Gubinelli raggiunge ancora una volta vette di espressività intensamente lirica. La già sommessa fisicità del supporto, la ricercatezza delle tecniche - pure presenti allo sguardo dei più avvertiti - sembrano farsi da parte come se i segni e le campiture cromatiche si creassero in aria, da sole e senza sforzo: tale è il rigore con il quale Gubinelli controlla la sua creatività, incanalando la sperimentazione entro moduli proporzionali e segrete armonie di geometrie e colori.
I contatti personali e professionali con tanti illustri colleghi, anche architetti, del Novecento si leggono in filigrana nell’opera di Gubinelli, e forse più di altre vicinanze ha contato e conta quella con Lucio Fontana, maestro come pochi altri dell’affondo nello spazio reale della materia, virtuale dell’illusione artistica. D’altronde, anche la vicinanza con i poeti del suo tempo introduce note più sonore e accordi più complessi nelle opere di Gubinelli nell’elaborazione di un’armonia formale, che egli raggiunge per sentieri suoi persino difficili da seguire.
La ricerca di Gubinelli ha nella ceramica un approdo felicissimo, come se quel materiale, duttile a modellarsi e ricettivo di cromie intense e delicate, ascoltasse e ricordasse la segreta vibrazione poetica oltre che visiva della sua creatività. E poi mi convince e mi affascina, delle opere grafiche di Gubinelli, quel suo modo di manipolare la carta assecondandone la naturale tridimensionalità e ottenendo effetti di sorprendente plasticità e di vibrazione chiaroscurale, per poi passare alla carta trasparente che accoglie e restituisce con leggerezza le incisioni e le stesure cromatiche.
La carta con le sue infinite potenzialità, il libro d’artista nelle sue variazioni appartengono alla identità profonda di marchigiano dell’artista, che né i passaggi per Milano, Roma, o Firenze, né la fama internazionale mettono in discussione. E’ anche questo a mio avviso uno spunto che va controcorrente in un’epoca di valori globalizzati e intercambiabili, e merita dunque rispettosa riflessione da parte dell’osservatore e vivo apprezzamento, come esempio di sensibilità originale nel coniugare una materia tradizionale con usi innovativi.
I contatti personali e professionali con tanti illustri colleghi, anche architetti, del Novecento si leggono in filigrana nell’opera di Gubinelli, e forse più di altre vicinanze ha contato e conta quella con Lucio Fontana, maestro come pochi altri dell’affondo nello spazio reale della materia, virtuale dell’illusione artistica. D’altronde, anche la vicinanza con i poeti del suo tempo introduce note più sonore e accordi più complessi nelle opere di Gubinelli nell’elaborazione di un’armonia formale, che egli raggiunge per sentieri suoi persino difficili da seguire.
La ricerca di Gubinelli ha nella ceramica un approdo felicissimo, come se quel materiale, duttile a modellarsi e ricettivo di cromie intense e delicate, ascoltasse e ricordasse la segreta vibrazione poetica oltre che visiva della sua creatività. E poi mi convince e mi affascina, delle opere grafiche di Gubinelli, quel suo modo di manipolare la carta assecondandone la naturale tridimensionalità e ottenendo effetti di sorprendente plasticità e di vibrazione chiaroscurale, per poi passare alla carta trasparente che accoglie e restituisce con leggerezza le incisioni e le stesure cromatiche.
La carta con le sue infinite potenzialità, il libro d’artista nelle sue variazioni appartengono alla identità profonda di marchigiano dell’artista, che né i passaggi per Milano, Roma, o Firenze, né la fama internazionale mettono in discussione. E’ anche questo a mio avviso uno spunto che va controcorrente in un’epoca di valori globalizzati e intercambiabili, e merita dunque rispettosa riflessione da parte dell’osservatore e vivo apprezzamento, come esempio di sensibilità originale nel coniugare una materia tradizionale con usi innovativi.
Luoghi
www.museodelvetropiegaro.it 075.8358525 366.9576262
Da martedì alla domenica: ore 10.00 – 13.00 e 15.00 – 18.00 - Lunedì: aperto su prenotazione. 1 maggio, 15 agosto: chiuso.