01/03/2019  al 14/04/2019

Paolo Cavinato "Vanitas"

Paolo Cavinato  "Vanitas"
Vanitas, installazione pensata per gli spazi espositivi del Museo Civico di Sansepolcro, si presenta come un’immagine speculare, una forma ideale di cristallo, o elemento prismatico, riflesso in se stesso. Un’opera costituita da due parti simmetriche: la prima, realizzata con materiale deperibile e precario, l’altra inalterabile, asettica. 

La dimensione è metafisica, gli oggetti sono posti su una linea immaginaria, una sorta di soglia con un rapporto di tipo temporale.
Ricordiamo il termine “vanitas”, in molti esempi della storia dell’arte, dalla pittura medioevale al tardo rinascimento fino al 600, nei temi della natura morta con elementi allusivi alla caducità della vita. Il termine deriva dalla frase “vanitas vanitatum et omnia vanitas” (vanità delle vanità, tutto è vanità) che sottolinea l’effimera e precaria condizione dell’esistenza. 

La forma prismatica dell’opera presentata, è studiata e costruita sulla base del triangolo equilatero, matrice fondamentale della struttura compositiva della Resurrezionedi Piero della Francesca, dove il Cristo, è vertice di un immaginario triangolo, che va dalla base del sarcofago alla sua aureola, suggerito dalle pose dei soldati dormienti. Estremo rigore della ricerca prospettica, plastica monumentalità delle figure, funzione espressiva della luce, solennità e severità, il Cristo ha occhi fissi nel vuoto, risponde ad una prospettiva differente da quella del gruppo dei quattro soldati seduti, sottostanti in primo piano. Geometria, matematica, astrazione. 

InVanitas, l’esperienza di oltrepassare quell’asse di simmetria è offerta al visitatore, che in questo senso diviene attore e chiave per il funzionamento stesso della messa in scena dell’opera. È in questo passaggio che la simmetria rivela uno sfasamento tra le due metà: una, espressione dei valori di integrità, purezza, immutabilità, eternità, certezza (i prismi bianchi, splendenti, perfetti); l’altra, traccia del divenire, della trasformazione, dell’inesorabile dissoluzione (i medesimi oggetti consunti, ingrigiti, appannati, assoggettati alle incurie del tempo). La soglia, il limite tra queste due realtà diviene così esperienza del doppio e del riflesso imperfetto del mondo, delle idee; ma anche esperienza dell’ambiguità tra precarietà e idea di infinito e dell’ambivalenza insita nel pensiero dell’uomo e nella sua esistenza. 




 

Luoghi

  • Museo Civico di Sansepolcro - Via Niccolò Aggiunti - Sansepolcro - Arezzo
             +39 0575732218
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