Pamela Rosenkranz "Alien Culture"
A cura di: Stefano Raimondi, Sara Fumagalli
Dal 6 maggio al 30 luglio 2017, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita la personale dell’artista Pamela Rosenkranz (1979, Altdorf, Svizzera; vive e lavora a Zurigo), curata da Sara Fumagalli e Stefano Raimondi Rosenkranz indaga il significato della natura umana nel mondo contemporaneo, ei riferimenti alla sua ricerca artistica considerano vari campi del sapere – dalla medicinaalla religione, alla filosofia, all’artee al marketing – e sono destinati a mettere in discussione il nostro modo di vedere e percepire le cose, nonché a esplorare il modo in cui gli elementi, la pubblicità e la cultura influenzano la nostra sessualità, la nostra visione del mondo e di ciò che ci circonda.
Il suo lavoro analizza i centri vuoti della storia, della politica e della cultura contemporanea nel suo insieme e tratta il cambiamento del significato filosofico e scientifico di “naturale” e “umano” durante l’Antropocene (l’epoca geologica caratterizzata dall’impatto delle attività umane sull’ecosistema). Rosenkranz utilizza una gamma di icone brevettate - bottiglie d’acqua in polietilene, bibite, vernice acrilica firmata Ralph Lauren, JPEG con il colore “International Klein Blue”, carta fotografica Ilford e scarpe da ginnastica ASICS - esaltate da silicone color carne e da colore acrilico. La sua insistenza sulla “naturalità” di questi materiali apparentemente innaturali fa sfumare la distinzione fondamentale tra “organico” e “sintetico”.
Tema ricorrente nei lavori di Pamela Rosenkranz,applicato alla sfera scientifica e al campo della storia dell’arte, è il colore blu: la capacità di percepirlo si è sviluppata in una fase pre-evoluzionistica, quando le forme di vita esistevano esclusivamente sott’acqua, ed è per questo che gli esseri umani mostrano una maggiore sensibilità a questo colore, rispetto a qualsiasi altro.
Un colore che ricorre da sempre nella storia dell’uomo – il primo pigmento sintetico conosciuto è stato proprio il Blu egiziano, utilizzato appunto dagli Egizi e in seguito da Etruschi, Greci e Romani, fino al Medioevo e al Rinascimento – e che ha giocato un ruolo importante anche nel mondo naturale: l’iride azzurra, infatti, era una caratteristica fisica sviluppata inizialmente per attrarre partner sessuali a scopo di riproduzione.
Il blu – esaminato dall’artista nella sua forma tecnica più essenziale, l’RGB – è proprio il protagonista della mostra alla GAMeC. Attraverso un’installazione site specific composta da sette light-box che riprendono la forma delle finestre dello Spazio Zero del museo, Rosenkranz attiva la spiritualità legata alla storia dell’edificio che ospita la GAMeC – che un tempo accoglieva il monastero dell’ordine delle Dimesse e delle Servite – proprio grazie a questo pigmento, che varia in base al supporto su cui viene applicato e in base a chi lo osserva: ciascuno di noi, infatti, porta con sé caratteristiche genetiche e una storia individuale che contribuiscono a mutare la percezione del colore, rendendo così unical’esperienza della fruizione.
Ricezione e percezione sono elementi fondamentali della ricerca di Rosenkranz, che sottolinea: “La nostra vista, come gli altri nostri organi di senso, non è astratta ma è molto influenzata e determinata dalla lunga storia naturale delle specie che hanno preceduto l’umanità”.
La mostra accoglie inoltre una serie di opere su tela – alcune delle quali inedite e appositamente realizzate per l’occasione – che dimostra l’interesse dell’artista per i dipinti rinascimentali: i lavori si ispirano, infatti,a quadri cinquecenteschie sono realizzati con una tecnica tipica del suo lavoro, che consiste nell’applicare diversi strati di pittura acrilica color carne sulla riproduzione del dipinto, in modo da creare una sorta di “pelle” porosa che solo in parte permette di intravedere l’opera sottostante.La pittura utilizzata ricorda inoltre la sabbia e la tonalità della terra dell'Africa sub-sahariana, luogo originario della cultura e del linguaggio umano.
La ricerca sulla percezione e un riferimento all’opera di Gentile Bellini Il Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo sono inoltre ravvisabili in Water under the Bridge of San Lorenzo, la litografia in edizione limitata (30 esemplari) che l’artista ha realizzato proprio per la sua personale alla GAMeC.
A conclusione della mostra sarà pubblicato un catalogo monografico, edito da GAMeC Books e distribuito da Press Du Reel e Motto Distribution, che documenterà le opere più significative di Rosenkranze includerà le vedute dell’allestimento alla GAMeC.
Si ringrazia GAMeC Club, KARMA International (Zurigo/Los Angeles), Sprüth Magers (Berlino, Los Angeles, Londra) e Miguel Abreu Gallery (New York) per il loro contributo alla mostra e al catalogo.
La personale di Pamela Rosenkranzèpartedi una serie di mostre dedicate al collezionista Arturo Toffetti, la cui donazione ha contribuito, dal 2008,a realizzare alcune delle mostre di arte contemporanea dellaGAMeC, permettendo inoltre al museo di arricchire di nuove opere la propria Collezione Permanente.
A conclusione della mostra, infatti, una delle opere dell’artista entrerà a far partedella Collezione del museo.
Il suo lavoro analizza i centri vuoti della storia, della politica e della cultura contemporanea nel suo insieme e tratta il cambiamento del significato filosofico e scientifico di “naturale” e “umano” durante l’Antropocene (l’epoca geologica caratterizzata dall’impatto delle attività umane sull’ecosistema). Rosenkranz utilizza una gamma di icone brevettate - bottiglie d’acqua in polietilene, bibite, vernice acrilica firmata Ralph Lauren, JPEG con il colore “International Klein Blue”, carta fotografica Ilford e scarpe da ginnastica ASICS - esaltate da silicone color carne e da colore acrilico. La sua insistenza sulla “naturalità” di questi materiali apparentemente innaturali fa sfumare la distinzione fondamentale tra “organico” e “sintetico”.
Tema ricorrente nei lavori di Pamela Rosenkranz,applicato alla sfera scientifica e al campo della storia dell’arte, è il colore blu: la capacità di percepirlo si è sviluppata in una fase pre-evoluzionistica, quando le forme di vita esistevano esclusivamente sott’acqua, ed è per questo che gli esseri umani mostrano una maggiore sensibilità a questo colore, rispetto a qualsiasi altro.
Un colore che ricorre da sempre nella storia dell’uomo – il primo pigmento sintetico conosciuto è stato proprio il Blu egiziano, utilizzato appunto dagli Egizi e in seguito da Etruschi, Greci e Romani, fino al Medioevo e al Rinascimento – e che ha giocato un ruolo importante anche nel mondo naturale: l’iride azzurra, infatti, era una caratteristica fisica sviluppata inizialmente per attrarre partner sessuali a scopo di riproduzione.
Il blu – esaminato dall’artista nella sua forma tecnica più essenziale, l’RGB – è proprio il protagonista della mostra alla GAMeC. Attraverso un’installazione site specific composta da sette light-box che riprendono la forma delle finestre dello Spazio Zero del museo, Rosenkranz attiva la spiritualità legata alla storia dell’edificio che ospita la GAMeC – che un tempo accoglieva il monastero dell’ordine delle Dimesse e delle Servite – proprio grazie a questo pigmento, che varia in base al supporto su cui viene applicato e in base a chi lo osserva: ciascuno di noi, infatti, porta con sé caratteristiche genetiche e una storia individuale che contribuiscono a mutare la percezione del colore, rendendo così unical’esperienza della fruizione.
Ricezione e percezione sono elementi fondamentali della ricerca di Rosenkranz, che sottolinea: “La nostra vista, come gli altri nostri organi di senso, non è astratta ma è molto influenzata e determinata dalla lunga storia naturale delle specie che hanno preceduto l’umanità”.
La mostra accoglie inoltre una serie di opere su tela – alcune delle quali inedite e appositamente realizzate per l’occasione – che dimostra l’interesse dell’artista per i dipinti rinascimentali: i lavori si ispirano, infatti,a quadri cinquecenteschie sono realizzati con una tecnica tipica del suo lavoro, che consiste nell’applicare diversi strati di pittura acrilica color carne sulla riproduzione del dipinto, in modo da creare una sorta di “pelle” porosa che solo in parte permette di intravedere l’opera sottostante.La pittura utilizzata ricorda inoltre la sabbia e la tonalità della terra dell'Africa sub-sahariana, luogo originario della cultura e del linguaggio umano.
La ricerca sulla percezione e un riferimento all’opera di Gentile Bellini Il Miracolo della Croce caduta nel canale di San Lorenzo sono inoltre ravvisabili in Water under the Bridge of San Lorenzo, la litografia in edizione limitata (30 esemplari) che l’artista ha realizzato proprio per la sua personale alla GAMeC.
A conclusione della mostra sarà pubblicato un catalogo monografico, edito da GAMeC Books e distribuito da Press Du Reel e Motto Distribution, che documenterà le opere più significative di Rosenkranze includerà le vedute dell’allestimento alla GAMeC.
Si ringrazia GAMeC Club, KARMA International (Zurigo/Los Angeles), Sprüth Magers (Berlino, Los Angeles, Londra) e Miguel Abreu Gallery (New York) per il loro contributo alla mostra e al catalogo.
La personale di Pamela Rosenkranzèpartedi una serie di mostre dedicate al collezionista Arturo Toffetti, la cui donazione ha contribuito, dal 2008,a realizzare alcune delle mostre di arte contemporanea dellaGAMeC, permettendo inoltre al museo di arricchire di nuove opere la propria Collezione Permanente.
A conclusione della mostra, infatti, una delle opere dell’artista entrerà a far partedella Collezione del museo.
Luoghi
http://www.gamec.it 035270272