Pagine
“Per noi uomini, la natura è più in profondità che in superficie” (P. Cézanne, Lettera ad Emile Bernard)
“La bellezza è la qualità per mezzo della quale l’opera comunica con noi dandoci un piacere che è, anzitutto, conoscenza” (L. Vergine)
Con la mostra Pagine Davide Benati inaugura la sua prima personale alla OTTO Gallery di Bologna. Da sempre legato alla raffinata e complessa tecnica dell’acquerello di cui esplora ogni sfaccettatura attraverso un filtro che è parte integrante della sua poetica, i fogli di carta di riso nepalese sovrapposti e incollati alla tela, l’artista dà vita a un universo di forme fluttuanti, transitorie e fugaci, espresse attraverso una pittura colta, fatta di suggestioni e di memorie letterarie e personali.
La mostra presenta il percorso storico dell’artista: ripercorrendone i diversi periodi di produzione, si snoda in un percorso espositivo scandito da opere appartenenti a decenni diversi, dagli anni ’80 fino ad oggi.
Benati ha lavorato lungamente sulle componenti del segno-colore, perché ciò che interessa all’artista non è tanto restituirci un’immagine catturata alla natura quanto indagare i modi di apparizione dell’immagine. Così “i fiori e le foglie diventano un puro organismo pittorico, un microcosmo abitato da delicati e meravigliosi giochi cromatici, da ampie stesure tonali, da spazialità appena adombrate, in cui lo sguardo dello spettatore viene invitato ad entrare per smarrirsi nell’incanto impalpabile della superficie”. (F. Poli)
Da Dedalus (1980) a Terrazze (1996), passando per Regina di Shangai (2003) fino alle diverse declinazioni di Cigno nero (2021), in mostra, come nelle pagine di un diario, scorrono forme dalla sostanza rarefatta o piena, definite ora dall’evanescenza del colore ora dalla sua consistenza. Tra allusioni, citazioni e continue metamorfosi dell’immagine vi è “un incessante misurarsi e interrogarsi su ogni possibile soluzione relativa alla consistenza dell’immagine e alla sua presenza dentro il vuoto” (S. Parmiggiani), quasi che ogni singola immagine non sia altro che un semplice pretesto, l’apertura verso una polarità che in tutto il percorso pittorico dell’artista oscilla tra rarefazione dei motivi e saturazione dello spazio da parte del colore.
Davide Benati (Reggio Emilia, 1949). Ha esposto il suo lavoro in importanti rassegne di gruppo e spazi espositivi privati in Germania, Svizzera, Belgio, Egitto, Svezia, Portogallo, Francia e Stati Uniti. Ha partecipato alla XI Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, prima nella sezione “Aperto 82” e poi con una sala personale nel 1990. La Galleria Civica di Modena e i Musei Civici di Reggio Emilia gli hanno dedicato mostre antologiche di rilievo, mentre tra le rassegne internazionali storiche si ricordano: “Anni Ottanta” a Bologna e la III Triennale Internazionale al Kunsthalle di Norimberga nel 1985, “Dopo il Concettuale” a Trento, “Itinerari di Arte Contemporanea” a Lisbona nel 1986, Biennale Internazionale de Il Cairo nel 1995. Sue opere sono presenti nelle collezioni di Banca Intesa San Paolo – Gallerie D’Italia, Milano, Banca Unicredit, BPER, CSAC, Parma, GAM, Bologna, Galleria Civica, Modena, Civici Musei, Reggio Emilia. Dal 2005 al 2015 ha lavorato con la Galleria Marlborough nelle sedi di Montecarlo e Madrid. E’ stato titolare delle cattedre di Anatomia e Pittura all’Accademia di Brera a Milano.
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