Oscar Piattella. Il colore che si denuda
A cura di: Catia Monacelli
Gualdo Tadino rende omaggio ad uno dei più grandi artisti dell’arte contemporanea, accogliendo presso la Chiesa Monumentale di San Francesco le preziose opere del maestro di Cantiano Oscar Piattella. La mostra, promossa dal Polo Museale della città, con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, sarà inaugurata sabato 26 aprile alle ore 17.00, alla presenza del Commissario Straodinario Salvatore Grillo, della curatrice Catia Monacelli e dei critici Duccio Trombadori e Fabio Scotto. Per l’occasione sarà presentato il catalogo che accompagna l’esposizione, per i tipi de L’arte grafica. Piattella, nato a Pesaro nel 1932, negli anni '50 è già protagonista del panorama artistico pesarese insieme ai fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro, Nanni Valentini, Giuliano Vangi, Lorenzo Sguanci ed altri affermati artisti. Nel 1957, in un viaggio a Parigi, si confronta con le enormi pareti di vecchi palazzi in demolizione: nasce un senso nuovo dello spazio che condiziona il suo rapporto con la superficie del quadro con risultati tali che nel '58 Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera, visti alcuni dei suoi lavori, gli organizza una mostra nella “Galleria dell' Ariete”, una delle più affermate dell’epoca. Lì stringe amicizia con Dorazio, Cascella, Fontana, Tancredi ed il fotografo Ugo Mulas ed altri esponenti del panorama artistico europeo. Da qui una carriera che lo consacra definitivamente tra gli artisti italiani più importanti del panorama contemporaneo. “Uno studio durato tutta una vita”, spiega Catia Monacelli curatrice della mostra e direttore del Polo museale, “per approdare a degli esiti lontani dalle lusinghe artistiche a cui ci aveva abituato il Grande Maestro di Cantiano. Siamo, senza alcun dubbio, dentro ad un nuovo ciclo pittorico. In queste opere, presentate per la prima volta a Gualdo Tadino, l’uomo e l’artista imbastiscono con la minuzia sapiente delle mani di un sarto una testimonianza che è arte e vita: le linee non demarcano, non arginano, non definiscono confini e geografie ma trasportano linfa che scorre come acqua in un solco. Gli impasti sono ridotti al minimo, il colore è una quinta sottile, una pelle trasparente, una fragile membrana che solo all’apparenza si separa dal suo supporto”. La mostra è aperta al pubblico venerdì, sabato, domenica e festivi. Per informazioni è possibile contattare la segreteria organizzativa: info@emigrazione.it – 075 9142445.Luoghi
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