Oscar Giaconia "BHULK"
A cura di: Claudia Santeroni
Con un corpus di 7 opere inedite appositamente realizzato, Oscar Giaconia (Milano, 1978) fa il suo debutto a Monitor. BHULK, oltre ad essere il titolo della mostra, è anche il nome del nuovo ri-ciclo di opere che si aggiunge alle aree principali e possibili derivazioni su cui si incentra la ricerca diversificata dell’artista: Hoysteria, The Grinder, Sexual Clumsiness, AYE-AYE, Calabiyau, Ginnungagap, Colon, Master-Mother, The Kitbasher, Unimog Painting Dystopia, Bhulk. Un ambiente-set altera gli spazi della galleria che assume le sembianze di una sorta di laboratorio dove si fabbricano immagini in cattività, ibridi sacrificali in vitro, finzioni mitico-mimetiche. La mostra porta in primo piano la ricerca di Giaconia che è da sempre sintesi di un lavoro denso e stratificato, ottenuto attraverso la decomposizione di pratiche e linguaggi - performance, fotografia, trucco prostetico, modellazione 3D, disegno - dis-funzionali sempre e comunque alla processazione pittorica. Ogni opera -il cui dispositivo esterno è da intendersi come componente strutturale- passa attraverso dissezioni e sabotaggi che combinano polarità apparentemente inconciliabili (organico inorganico / matrice master / mistica mestica) che offrono all’artista la possibilità di dis-simulare le diverse sorgenti di cui si alimenta. In questa area di stoccaggio si innestano le sette opere del ciclo BHULK, che è una crasi di vari significati e significanti: un’assurda forma onomatopeica e glossolalica, un iperspazio di mondi brana, una consistenza viscosa, una materia granulare, un aumento di densità provocato dalla compressione, un progetto eugenetico fallito. Il percorso espositivo dipana dall’opera BHULK (THE BULL-DOLL), una biopittura di grandi dimensioni, un frankenstein taurino composto da vari pezzami, costretto in cattività in quello che pare essere un acquario marcescente. A protezione di BHULK (THE BULL-DOLL) due specie di guardie del corpo, i gorilla taurini BHULK (THE BULL DOSE), mentre nella seconda ala della mostra il dittico BHULK (Mr. O) presenta dei ricettacoli di teste, forse manichini o protesi di scena inutilizzati, precipitati in dei forzieri, uno dei quali foderato di stoffa tartan, pattern-marker riemergente e virale nell’immaginario di Giaconia. Una colonna stilistica di musetti di maiale, U.P.D. CALABIYAU, e il gonfiabile di un teschio alieno immerso in un terrario, CALABIYAU (I-O I-O), accrescono la generale dimensione di incubazione, sopravvivenza e isolamento. Con queste creature teriomorfe Oscar Giaconia propone la genesi di opere in cui “tutto sembra putrefatto, mentre tutto è rigenerato” (Michel Leiris). La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue a cura di Claudia Santeroni edito da Lubrina Editore con contributi di Felice Cimatti, professore all’Università della Calabria, Federico Ferrari, filosofo, Andrea Zucchinali, dottorando in teoria e analisi dei processi artistico-letterali.Luoghi
www.monitoronline.org 06 39378024 06 39378024
orario: mar-sab 13-19