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29/11/2017 al 10/02/2018 Oren Pinhassi "nature calls"
A cura di: Domenico de Chirico
RIBOT è lieta di presentare Nature Calls, prima mostra personale in Italia dell’artista Oren Pinhassi (Tel Aviv, 1985, vive e lavora a New York). Una selezione di sculture e installazioni realizzate in esclusiva per questa occasione durante il suo soggiorno milanese.La pratica artistica di Oren Pinhassi prende in prestito la lingua e la logica dell’architettura, o più in generale della costruzione, per realizzare installazioni complesse che accolgono lo spettatore all’interno di una dimensione sospesa nel tempo, capace allo stesso modo di riflettere e di mettere in discussione le ideologie e le abitudini più comuni. La presenza negli spazi della galleria di sculture dalle forme apparentemente familiari, incoraggia il pubblico ad instaurare una relazione investigativa con gli oggetti e il mondo che li circonda, dove però le associazioni più scontate e naturali vengono rapidamente smentite.Pinhassi sottopone i materiali che utilizza a una sorta di processo alchemico che impedisce di determinare con precisione la loro identità. Accade così che il morbido, cosparso da stesure in gesso, diventi duro, il solido diventi liquido e il rassicurante inquietante. Oggetti di uso comune come spugne, asciugamani, specchi, orinatoi, tutti con una stretta attinenza con il corpo e la sua cura, perdono il loro valore d’uso e vengono calati in uno spazio determinato da pareti in vetro sopra le quali l’artista stende, attraverso un gesto quasi pittorico, un velo di vaselina. Le strutture diventano semi-opache e generano un rapporto ambiguo tra interno ed esterno, tra dimensione pubblica e privata, impedendo di comprendere chiaramente dove ci si trovi: un bagno, una casa, un riparo.
Per Nature Calls Oren Pinhassi ha realizzato uno special project che riflette tutte le peculiarità del suo linguaggio: otto sculture che attraverso uno specchio a parete, in linea con il percorso espositivo, illudono lo spettatore di poter riflettere la propria immagine. Anche in questo caso la scelta dell’artista ricade su un oggetto di uso quotidiano, un archetipo trasformato in una forma scultorea trascendente.