Nina Eaton / Mara van Wees. Color Crossing
A cura di: Testi di Jasmine Pignatelli
Martedì 12 aprile 2016 alle ore 17.30 si inagura presso gli spazi del St Stephen's Cultural Center Foundation di Roma la mostra “Color Crossing” di Nina Eaton e Mara van Wees.
La Forma celebrata dal Colore è il senso profondo del dialogo artistico che Nina Eaton e Mara van Wees attivano: il colore è, in queste opere, forma e geometria, volume, vuoto e spazio. Le artiste, chi con la pittura e chi con i volumi della scultura, scrutano luoghi interni e piani esterni in un gioco di rimandi dove il colore è soglia e luce che rivela.
Con modalità di analisi, tecniche e suggestioni diverse le due artiste depositano nell’uso del colore una componente progettuale, scenografica e costruttiva che nulla toglie alla eterna sorpresa dell’ignoto.
Per NINA EATON il colore è essenza della memoria e materia di invenzione. Ma è anche opalescenza che disperde, caligine che scherma, liquido che scorre e che racconta un flusso emotivo che parte da lontano, nella memoria e approda in un luogo sconosciuto e salvifico; nel farlo il colore rivela le superfici, le masse, i piani e invita ad inoltrarsi oltre la soglia che divide il visibile dall’invisibile. La superficie cromatica è la struttura che edifica architetture intime, stanze interiori, varchi inconsci e costruisce un sistema di visione che attraversa lo spazio e il tempo. Nina Eaton invita lo spettatore ad entrare nelle sue stanze e il colore è la vertigine che smarrisce, è l’impalpabile attraversamento della materia che come in un percorso di purificazione allude a luoghi lontani ma che partono dalla nostra più profonda stanza segreta.
L’angolo vivo di MARA VAN WEES non è solo incrocio di piani, è piuttosto il margine estremo di una massa pulsante, del respiro della materia che infrange i valori ortogonali dei volumi che in queste opere si presentano in continuo movimento. Il colore in questo è parte strutturale della massa. È sostegno, impalcatura che regge l’uso scomodo e precario dei piani in bilico, dei piani fuori centro e fuori asse, dominati da forze che non rispondono a nessuna regola se non alla seduzione dell’arte. Un esempio su tutti è quello dei Finti Vasi; nel senso che hanno un dentro e un fuori, un vuoto e una pelle, ma non rispondono assolutamente alla funzione di vaso. Sono generati dal colore che regala alla superficie, movimento e vertigine, nuovi piani, nuove fughe e nuovi angoli. Finti o veri, non è dato saperlo, quel che è certo è che per Mara van Wees il colore è nuova geometria capace di reinventare la forma e infrangere ciò che è ovvio.
La Forma celebrata dal Colore è il senso profondo del dialogo artistico che Nina Eaton e Mara van Wees attivano: il colore è, in queste opere, forma e geometria, volume, vuoto e spazio. Le artiste, chi con la pittura e chi con i volumi della scultura, scrutano luoghi interni e piani esterni in un gioco di rimandi dove il colore è soglia e luce che rivela.
Con modalità di analisi, tecniche e suggestioni diverse le due artiste depositano nell’uso del colore una componente progettuale, scenografica e costruttiva che nulla toglie alla eterna sorpresa dell’ignoto.
Per NINA EATON il colore è essenza della memoria e materia di invenzione. Ma è anche opalescenza che disperde, caligine che scherma, liquido che scorre e che racconta un flusso emotivo che parte da lontano, nella memoria e approda in un luogo sconosciuto e salvifico; nel farlo il colore rivela le superfici, le masse, i piani e invita ad inoltrarsi oltre la soglia che divide il visibile dall’invisibile. La superficie cromatica è la struttura che edifica architetture intime, stanze interiori, varchi inconsci e costruisce un sistema di visione che attraversa lo spazio e il tempo. Nina Eaton invita lo spettatore ad entrare nelle sue stanze e il colore è la vertigine che smarrisce, è l’impalpabile attraversamento della materia che come in un percorso di purificazione allude a luoghi lontani ma che partono dalla nostra più profonda stanza segreta.
L’angolo vivo di MARA VAN WEES non è solo incrocio di piani, è piuttosto il margine estremo di una massa pulsante, del respiro della materia che infrange i valori ortogonali dei volumi che in queste opere si presentano in continuo movimento. Il colore in questo è parte strutturale della massa. È sostegno, impalcatura che regge l’uso scomodo e precario dei piani in bilico, dei piani fuori centro e fuori asse, dominati da forze che non rispondono a nessuna regola se non alla seduzione dell’arte. Un esempio su tutti è quello dei Finti Vasi; nel senso che hanno un dentro e un fuori, un vuoto e una pelle, ma non rispondono assolutamente alla funzione di vaso. Sono generati dal colore che regala alla superficie, movimento e vertigine, nuovi piani, nuove fughe e nuovi angoli. Finti o veri, non è dato saperlo, quel che è certo è che per Mara van Wees il colore è nuova geometria capace di reinventare la forma e infrangere ciò che è ovvio.
Luoghi
http://www.culturalcenter.ststephens-rome.com 06 5750605