Neriman Polat. Threshold
A cura di: Carla Paiolo in collaborazione con Giorgia Noto
Threshold è la personale di Neriman Polat, presso disambigua artspace, concepita come un download mentale di una porzione di spazio fisico-geografico dal quale prende avvio (locale). È un rilevatore di segno tra i segni, un’allusione costante dei limiti cognitivi di una società (globale) cablata a singhiozzi per il multitasking.
Il multitasking – che assume qui la sembianza di germe metaforico – è il seme latente che si trova nel senso dell’oltrepassare la “soglia limite”, in un mondo miope e incline al veloce back-up dei dati. Storture alla cui base si situa l’eccesso d’informazione, caratterizzata per lo più da fenomeni censori o spazi mediatici impropriamente esigui (vedi la resistenza delle donne a Kobane), e una contraddizione di fondo che riguarda i fatti stessi. Per Derrida la veridicità di un fatto non si basa sul suo reale accadimento, ma sulla capacità del messaggero di trasmettere quel fatto, l’informazione informa i fatti e mai sui fatti.
Il download mentale dell’artista turca, rilevatore e soglia, vuole provare a scardinare questi occultamenti e costantemente fa riferimento alla difficoltà di riconoscere onestà nella pratica dell’informazione, in un momento storico tra l’altro, come quello attuale, dove in maniera progressiva si sta assistendo ad una sospensione della coscienza e al crollo della percezione del reale. Dove i conflitti rappresentano una prassi che non fa più rumore, dove non si distingue più il sangue e si rimane mobili solo all’interno del proprio segmento di vita.
La personale di Neriman Polat è strutturata considerando i limiticonfini geografici umani in un senso ampio, globale. Infatti, pur tenendo conto del suo stesso Paese d’origine, la Turchia, Neriman Polat ha in mente però una cartina geografica estensiva, anche per questo si è preso a prestito per il lessico quello specifico dell’informatica. Contestualmente allo spazio espositivo di dimensioni ridotte si frappongono tutti questi concetti attraverso la scelta di un nutrito iter narrativo comprensivo di oggetti (vesti) e fotografie. Medium ricorrenti nella poetica artistica delle donne. Una griglia d’insieme plasmata su immagini forti che convogliano quasi interamente nell’universo femminile, delineando la misura e il peso delle tematiche trattate.
Neriman Polat sceglie la soglia hreshold come simbolo che identifica la mostra, la calpesta come atto di forte tensione fino a crearne una molteplice opportunità di evasione e di speranza. La soglia del resto rappresenta nella stessa cultura anatolica un luogo sacro e l’artista turca la investe qui come il luogo frontale di denuncia per quei veti imposti dalla religione che collimano con una società ancora fortemente patriarcale.
Thershold è volutamente centrata sulla questione di genere, in funzione del fatto che Neriman Polat ripone nell’universo femminile una fiducia sostanziale: la riconfigurazione di una società in grado di trattare le tradizioni come un elemento fondativo, non una giustificazione di senso per qualsiasi genere di oppressione. Un humus culturale specifico che non abbia timore dell’Altro e che veda nella diversità un potenziale incontro.
Il multitasking – che assume qui la sembianza di germe metaforico – è il seme latente che si trova nel senso dell’oltrepassare la “soglia limite”, in un mondo miope e incline al veloce back-up dei dati. Storture alla cui base si situa l’eccesso d’informazione, caratterizzata per lo più da fenomeni censori o spazi mediatici impropriamente esigui (vedi la resistenza delle donne a Kobane), e una contraddizione di fondo che riguarda i fatti stessi. Per Derrida la veridicità di un fatto non si basa sul suo reale accadimento, ma sulla capacità del messaggero di trasmettere quel fatto, l’informazione informa i fatti e mai sui fatti.
Il download mentale dell’artista turca, rilevatore e soglia, vuole provare a scardinare questi occultamenti e costantemente fa riferimento alla difficoltà di riconoscere onestà nella pratica dell’informazione, in un momento storico tra l’altro, come quello attuale, dove in maniera progressiva si sta assistendo ad una sospensione della coscienza e al crollo della percezione del reale. Dove i conflitti rappresentano una prassi che non fa più rumore, dove non si distingue più il sangue e si rimane mobili solo all’interno del proprio segmento di vita.
La personale di Neriman Polat è strutturata considerando i limiticonfini geografici umani in un senso ampio, globale. Infatti, pur tenendo conto del suo stesso Paese d’origine, la Turchia, Neriman Polat ha in mente però una cartina geografica estensiva, anche per questo si è preso a prestito per il lessico quello specifico dell’informatica. Contestualmente allo spazio espositivo di dimensioni ridotte si frappongono tutti questi concetti attraverso la scelta di un nutrito iter narrativo comprensivo di oggetti (vesti) e fotografie. Medium ricorrenti nella poetica artistica delle donne. Una griglia d’insieme plasmata su immagini forti che convogliano quasi interamente nell’universo femminile, delineando la misura e il peso delle tematiche trattate.
Neriman Polat sceglie la soglia hreshold come simbolo che identifica la mostra, la calpesta come atto di forte tensione fino a crearne una molteplice opportunità di evasione e di speranza. La soglia del resto rappresenta nella stessa cultura anatolica un luogo sacro e l’artista turca la investe qui come il luogo frontale di denuncia per quei veti imposti dalla religione che collimano con una società ancora fortemente patriarcale.
Thershold è volutamente centrata sulla questione di genere, in funzione del fatto che Neriman Polat ripone nell’universo femminile una fiducia sostanziale: la riconfigurazione di una società in grado di trattare le tradizioni come un elemento fondativo, non una giustificazione di senso per qualsiasi genere di oppressione. Un humus culturale specifico che non abbia timore dell’Altro e che veda nella diversità un potenziale incontro.
Luoghi
www.disambiguartspace.com 347 5476404
orario:mar-sab 16-21