Nanda Vigo “Nanda Vigo Light Project”
A cura di: Tommaso Trini
Nella sua attività Nanda Vigo opera con un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente ed è impegnata in molteplici progetti sia nella sua veste di architetto che di designer che di artista. Ciò che contraddistingue la sua vivace carriera è l’attenzione e la ricerca dell’Arte, che la spinge ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo ed a intraprendere sempre progetti volti alla valorizzazione dell’Arte.
La mostra in particolare racconta il lavoro di Nanda Vigo dai primi anni Sessanta, quando l’artista avviò le proprie ricerche per la realizzazione dei Cronotopi. Queste opere, etimologicamente tempo-spazio, sono concepite dall’artista quali filtri visivi dalla realtà in cui siamo immersi, intensificandone e spingendone la percezione oltre i limiti del concreto. I materiali che le caratterizzano - il vetro e l’alluminio – provenienti dalla sfera industriale, sono riflettenti al naturale corso della luce dando luogo a mutazioni e impressioni illimitate dello spazio. Partendo dall'esposizione dei celebri Cronotopi, la mostra ripercorre la sua virtuosa parabola artistica attraverso i Light Progression (1993) che formalizzano una progressione della luce attraverso digradazioni di colore fino ai Deep space degli anni 2000, che coniugano il cristallo e lo specchio che avvolge queste forme scultoree, creando l’irraggiamento sfumato che le circonda e generano un’impressione di immaterialità. (M. Meneguzzo)
Nanda Vigo è sempre impegnata a risolvere l’equazione estetica dei più avanzati concetti di “spazio-tempo”. (T. Trini)
La mostra in particolare racconta il lavoro di Nanda Vigo dai primi anni Sessanta, quando l’artista avviò le proprie ricerche per la realizzazione dei Cronotopi. Queste opere, etimologicamente tempo-spazio, sono concepite dall’artista quali filtri visivi dalla realtà in cui siamo immersi, intensificandone e spingendone la percezione oltre i limiti del concreto. I materiali che le caratterizzano - il vetro e l’alluminio – provenienti dalla sfera industriale, sono riflettenti al naturale corso della luce dando luogo a mutazioni e impressioni illimitate dello spazio. Partendo dall'esposizione dei celebri Cronotopi, la mostra ripercorre la sua virtuosa parabola artistica attraverso i Light Progression (1993) che formalizzano una progressione della luce attraverso digradazioni di colore fino ai Deep space degli anni 2000, che coniugano il cristallo e lo specchio che avvolge queste forme scultoree, creando l’irraggiamento sfumato che le circonda e generano un’impressione di immaterialità. (M. Meneguzzo)
Nanda Vigo è sempre impegnata a risolvere l’equazione estetica dei più avanzati concetti di “spazio-tempo”. (T. Trini)