Milano da Romantica a Scapigliata
A cura di: Elisabetta Chiodini

Le trasformazioni che già in epoca teresiana avevano iniziato a modificarne sensibilmente l’aspetto monumentale e urbanistico erano proseguite durante gli anni della Repubblica Cisalpina, del Regno d’Italia, della Restaurazione e del Risorgimento e avevano fatto di Milano una città moderna e bellissima, crocevia di genti, di culture, di arte. Una città elegante che avrebbe continuato a rinnovarsi anche nei decenni postunitari, si pensi alla costruzione della Stazione Centrale, inaugurata nel 1864 dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II, alla demolizione del Coperto dei Figini in Piazza Duomo (1864), alla costruzione della Galleria Vittorio Emanuele (1865) e all’ideazione della Piazza del Teatro, nel 1865 battezzata Piazza della Scala, all’abbattimento del Rebecchino (1875). Una città culturalmente assai vivace, frequentata da viaggiatori stranieri e abitata da un facoltoso ceto borghese, ma nel contempo anche un luogo in cui le differenze sociali cominciavano via via a farsi sempre più marcate e nella quale gran parte della popolazione viveva in povertà.
La mostra, aperta fino al 12 marzo 2023, è ideata e prodotta da da Comune di Novara, Fondazione Castello e Mets Percorsi d’Arte, con il patrocinio di Regione Piemonte, Commissione Europea, Provincia di Novara, Comune di Milano.
Curata dalla Storica dell'Arte Elisabetta Chiodini, coadiuvata da un Comitato scientifico di cui fanno parte Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca, Sergio Rebora, l'esposizione si articola in otto sezioni che ripercorrono l’evoluzione della pittura lombarda "da Romantica a Scapigliata" attraverso i capolavori di grandi autori come Francesco Hayez, Giovanni Migliara, Luigi Premazzi, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Angelo Inganni, Giuseppe Molteni, Giovanni Carnovali detto il Piccio, i fratelli Domenico e Gerolamo Induno, Federico Faruffini, Filippo Carcano, Mosè Bianchi, Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni.
Dopo il Prologo che accoglie i visitatori con la straordinaria opera di Hayez Imelda de Lambertazzi del 1853, si aprono le otto sezioni della mostra in una carrellata di bellissime vedute cittadine della Milano di metà Ottocento, scene di vita quotidiana, interni domestici della gente comune, magnifici ritratti, scene legate alle Cinque giornate di Milano, fino al rinnovamento del linguaggio pittorico e alle sperimentazioni, all'epoca incomprese, di autori come Filippo Carcano e alle opere scapigliate di Cremona e Ranzoni.
Luoghi
https://www.ilcastellodinovara.it/