Michał Szlaga "Cantiere navale. Documenti di perdita"
S'inaugura mercoledì 5 giugno alle 19 alla Galleria Interzone Cantiere navale – Documenti di perdita, la prima personale in Italia del fotografo polacco di Danzica Michał Szlaga, allestita fino al 28 giugno nell'ambito di Corso Polonia 2019, il festival della cultura polacca organizzato dall’Istituto Polacco a Roma che dall’1 al 16 giugno 2019 animerà la Capitale per oltre due settimane di eventi diffusi in diversi luoghi della città.
La mostra realizzata in collaborazione con l’Istituto Adam Mickiewicz raccoglie un ciclo di trentadue immagini, mai esposte in Italia, appartenenti alla collezione fotografica del Centre Pompidou di Parigi, scattate tra il 2004 e il 2013 per documentare lo smantellamento degli storici Cantieri Navali di Danzica.
Immagini toccanti, che Alicja Gzowska (docente presso l'Institute of Art History dell’Università di Varsavia), descrive così:
«...edifici, sale, componenti infrastrutturali - ancora esistenti o già completamente distrutti - vengono catturati in uno stato di rovina, in un momento architettonico di transizione. Oggetti desolati con riquadri in frantumi trasformati in cumuli di macerie da strumenti sofisticati, diventano, insieme agli alberi sradicati, una rappresentazione spaziale della perdita, una forma fisica di tragedia. La documentazione testarda di Szlaga non è né una forma di ricordo dei Cantieri, né un modo per salutarli. Questo record di caduta e rovina, secondo Adam Mazur, consente di recuperare la dimensione sublime ed epica della storia che è stata giocata qui. Questa affermazione, in particolare il riferimento al concetto di sublime, collega il ciclo di Szlaga ad un iconografia transistorica di devastazione e catastrofe che si è sviluppata sin dalla scoperta delle rovine dell'antica Pompei.»
Dal 2000 i lavori dell’artista Michał Szlaga ruotano intrno al tema del cantiere navale di Danzica, percepito come la culla, la prosperità e il declino del movimento Solidarność, nonché l’esempio della prospera industria navale dell’epoca i cui resti meritano oggi di essere immortalati e ricordati in fotografia.
Il cantiere di Michał Szlaga è un paesaggio architettonico post-industriale in continua evoluzione, pieno di persone e tracce di storia; paesaggio che l’artista documenta usando la fotografia e il video. Dopo il grande entusiasmo dei primi anni duemila, quando gli spazi del cantiere navale diventarono in parte luogo di produzione artistica che ospitava importanti istituzioni non profit - spesso creati dagli artisti stessi -, Michał Szlaga insieme ad alcuni amici si trasferì in uno degli edifici del cantiere, la Kolonia Artystow – La Colonia degli artisti.
Fin dal principio si investì con molta fiducia e volontà nell’idea di preservare e trasformare il cantiere e l’intera zona in un cuore storico, ma purtroppo solo dopo qualche anno un progetto industriale che includeva il piano di demolizione della maggior parte degli edifici del cantiere navale ha fatto sì che gli investitori decidessero di abbattere le costruzioni e anche la ben conservata Villa del Regista, costruita nel 1888, che ospitava la Kolonia Artystow.
Le fotografie raccolte in Cantiere navale documentano una perdita dolorosa, e sono il tentativo di preservare l’immagine del cantiere navale costruito nel diciannovesimo secolo, un luogo che non rappresenta solo uno tra i lasciti industriali più impressionanti d'Europa ma anche la memoria collettiva di un importante sito industriale e creativo di Danzica.
Il Cantiere, una volta enorme piazza di lavoro per oltre 15.000 lavoratori, vide nascere nel 1980 il sindacato Solidarność che avrebbe dato origine al movimento democratico in Polonia e contribuito alla caduta del blocco sovietico. Negli ultimi anni molti edifici storici del cantiere sono stati abbattuti e alcuni spazi sono stati convertiti in complessi residenziali costituiti da loft con vista sull'acqua.
Fa parte del progetto di Michał Szlaga il libro STOCZNIA (SHIPYARD), che raccoglie 272 fotografie, pubblicato nel 2013. L’uscita del libro provocò diverse polemiche e discussioni che alla fine portarono a salvare alcuni degli edifici storici del cantiere navale.
L’esposizione sarà accompagnata dalla proiezione dei documentari GLOBAL PROSPERITY (2010, 22’11’’) e CANTIERE NAVALE (2010/2012, 10’28’’)
La mostra realizzata in collaborazione con l’Istituto Adam Mickiewicz raccoglie un ciclo di trentadue immagini, mai esposte in Italia, appartenenti alla collezione fotografica del Centre Pompidou di Parigi, scattate tra il 2004 e il 2013 per documentare lo smantellamento degli storici Cantieri Navali di Danzica.
Immagini toccanti, che Alicja Gzowska (docente presso l'Institute of Art History dell’Università di Varsavia), descrive così:
«...edifici, sale, componenti infrastrutturali - ancora esistenti o già completamente distrutti - vengono catturati in uno stato di rovina, in un momento architettonico di transizione. Oggetti desolati con riquadri in frantumi trasformati in cumuli di macerie da strumenti sofisticati, diventano, insieme agli alberi sradicati, una rappresentazione spaziale della perdita, una forma fisica di tragedia. La documentazione testarda di Szlaga non è né una forma di ricordo dei Cantieri, né un modo per salutarli. Questo record di caduta e rovina, secondo Adam Mazur, consente di recuperare la dimensione sublime ed epica della storia che è stata giocata qui. Questa affermazione, in particolare il riferimento al concetto di sublime, collega il ciclo di Szlaga ad un iconografia transistorica di devastazione e catastrofe che si è sviluppata sin dalla scoperta delle rovine dell'antica Pompei.»
Dal 2000 i lavori dell’artista Michał Szlaga ruotano intrno al tema del cantiere navale di Danzica, percepito come la culla, la prosperità e il declino del movimento Solidarność, nonché l’esempio della prospera industria navale dell’epoca i cui resti meritano oggi di essere immortalati e ricordati in fotografia.
Il cantiere di Michał Szlaga è un paesaggio architettonico post-industriale in continua evoluzione, pieno di persone e tracce di storia; paesaggio che l’artista documenta usando la fotografia e il video. Dopo il grande entusiasmo dei primi anni duemila, quando gli spazi del cantiere navale diventarono in parte luogo di produzione artistica che ospitava importanti istituzioni non profit - spesso creati dagli artisti stessi -, Michał Szlaga insieme ad alcuni amici si trasferì in uno degli edifici del cantiere, la Kolonia Artystow – La Colonia degli artisti.
Fin dal principio si investì con molta fiducia e volontà nell’idea di preservare e trasformare il cantiere e l’intera zona in un cuore storico, ma purtroppo solo dopo qualche anno un progetto industriale che includeva il piano di demolizione della maggior parte degli edifici del cantiere navale ha fatto sì che gli investitori decidessero di abbattere le costruzioni e anche la ben conservata Villa del Regista, costruita nel 1888, che ospitava la Kolonia Artystow.
Le fotografie raccolte in Cantiere navale documentano una perdita dolorosa, e sono il tentativo di preservare l’immagine del cantiere navale costruito nel diciannovesimo secolo, un luogo che non rappresenta solo uno tra i lasciti industriali più impressionanti d'Europa ma anche la memoria collettiva di un importante sito industriale e creativo di Danzica.
Il Cantiere, una volta enorme piazza di lavoro per oltre 15.000 lavoratori, vide nascere nel 1980 il sindacato Solidarność che avrebbe dato origine al movimento democratico in Polonia e contribuito alla caduta del blocco sovietico. Negli ultimi anni molti edifici storici del cantiere sono stati abbattuti e alcuni spazi sono stati convertiti in complessi residenziali costituiti da loft con vista sull'acqua.
Fa parte del progetto di Michał Szlaga il libro STOCZNIA (SHIPYARD), che raccoglie 272 fotografie, pubblicato nel 2013. L’uscita del libro provocò diverse polemiche e discussioni che alla fine portarono a salvare alcuni degli edifici storici del cantiere navale.
L’esposizione sarà accompagnata dalla proiezione dei documentari GLOBAL PROSPERITY (2010, 22’11’’) e CANTIERE NAVALE (2010/2012, 10’28’’)