Mi sono messo nei panni di Carra'....
A cura di: Carmine Siniscalco
Ritratto allegorico di Domenico Guzzi
E' il titolo dell'esposizione preso a prestito dall'opera postuma di Domenico Guzzi pubblicata nel novembre 2014 da Fermenti Editrice a cura di Tiziana Casatelli. Guzzi con scritti autobiografici inediti e dieci “ritrattini” dedicati dall'autore ad artisti italiani selezionati da Tiziana Tra i testi da lei ritrovati nel suo computer. l'esposizione presenta un disegno con dedica di Carlo Carra' a Domenico bambino nel 1962, quando in effetti indosso' effetti personali del maestro, opere del padre Virgilio Guzzi, della madre Giuliana Bergami e dei dieci artisti i cui “ritrattini” sono pubblicati nel libro. dello stesso Carlo Carra' Domenico ha curato nel 1994 una retrospettiva alla Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma. questa mostra, nel titolo e nei contenuti, diventa un ritratto allegorico di Domenico composto con testimonianze dei suoi affetti più cari nella vita e nell'arte.
Carlo Carra' Virgilio Guzzi Giuliana Bergami
Ennio Calabria, Sergio Ceccotti, Vincenzo Gaetaniello, Gino Guida, Edolo Masci, Franco Mulas, Alessio Paternesi, Sinisca, Giovanni Soccol, Renzo Vespignani.
Vi si è davvero “messo nei suoi panni” quel 2 agosto 1962, arrivando bagnato fradicio per l'imprevisto temporale estivo che lo aveva colto nel percorso in bicicletta alla casa di Carrà, a Forte dei Marmi, atteso per colazione dai nipotini dell'artista, e rivestito da indumenti del Maestro rimediati dalla moglie Ines. Aveva otto anni, Domenico. Metaforicamente, torna ad indossarli con la presentazione in questa mostra del disegno che Carrà gli dedicò in quella occasione e che ora introduce, con un testo autobiografico di Domenico, le opere dei dieci artisti protagonisti di un suo taccuino di fogli raccolti e ricomposti dall'amorosa dedizione della moglie Tiziana Casatelli a cinque anni dalla prematura scomparsa. E lo Studio S-Arte Contemporanea ne ricorda l'affettuosa frequentazione e l'impegno culturale con questa esposizione che dell'amico e critico Domenico Guzzi (1954-2009) offre un ritratto allegorico presentando opere dei dieci artisti da lui ricordati nel volume pubblicato da Fermenti Editrice, con due opere del padre e della madre, Virgilio Guzzi e Giuliana Bergami, ed il disegno di Carrà, sua iniziazione in quel mondo dell'arte dove nel 1994 arriverà a curare una retrospettiva dello stesso Carrà alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Come sottolineato da Claudio Rendina nella sua prefazione, quest'opera postuma di Domenico costituisce un “breve ma costruttivo panorama dell'arte figurativa a Roma dagli anni Settanta al Duemila” ed è il frutto del suo indagare criticamente e filosoficamente la produzione artistica italiana di quel periodo. Indagine parziale senza dubbio, in futuro probabilmente arricchita dalla pubblicazione di altri ”ritrattini” inediti, conservati nel computer di Domenico ed in parte soltanto da Tiziana riportati alla luce in questo non pretenzioso ma prezioso volume il cui titolo è stato dallo Studio S – Arte Contemporanea trasferito all'esposizione. Gli artisti “ritratti” sono, in ordine alfabetico, Ennio Calabria, Sergio Ceccotti, Vincenzo Gaetaniello, Gino Guida, Edolo Masci, Franco Mulas, Alessio Paternesi, Sinisca, Giovanni Soccol e Renzo Vespignani. Un panorama di artisti di tutto rispetto, dai nutriti curricula, pittori e scultori – dallo Studio S in occasioni diverse presentati in personali o collettive – al cui appello mancano purtroppo Renzo Vespignani e Edolo Masci, scomparsi il primo nel 2001 e il secondo nel 2008, protagonisti del mondo dell'arte non solo a Roma.
Questa esposizione – non una mera collettiva ma in effetti una rinnovata proposta, nello stile della galleria, di artisti non legati a correnti di moda ma interpreti contemporanei di una nobile tradizione pittorica che è nel DNA della nostra cultura - mi offre l' opportunità di ricordare un addetto ai lavori nel panorama della critica d'arte a me vicino nel passato in varie occasioni. Domenico Guzzi, non soltanto amico per scelte ed interessi artistici condivisi ma anche per incontri di vita, ha per lo Studio S presentato varie mostre in Italia e all'estero, ha con me sottoscritto nel 2001 l'atto costitutivo della Fondazione Sinisca di Spello, e ha particolarmente studiato l'opera di due artisti da me assiduamente frequentati, Giorgio de Chirico e Renzo Vespignani. Ho incontrato Domenico per la prima volta, io già Studio S e lui non ancora entrato nel mondo dell'arte, al seguito del padre Virgilio, in casa de Chirico per l'appunto, e fu a Parigi all'inaugurazione della retrospettiva del Grande Metafisico “La fabrique des rěves” al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, il 12 febbraio 2009, che fui raggiunto telefonicamente dalla notizia della sua imprevista scomparsa: pochi giorni prima mi aveva consegnato il dattiloscritto del suo ultimo saggio scritto per i trent'anni dalla morte di de Chirico, pubblicato postumo e da me presentato con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico al Caffè Greco due anni dopo. Non fui, in quel febbraio 2009, vicino a Tiziana e alla figlia Giuliana, lo sono ora contribuendo a ricordare gli scritti di Domenico, i costruiti testi critici ed i godibili appunti autobiografici, ed accompagnandolo nella straordinaria avventura della sua vita con le opere di artisti da lui amati e da lui post mortem oggi ricordati in questa occasione. Di ciascuno una sola opera significativa del suo percorso, o due nel caso l'artista operi in due discipline diverse, con spazi riservati a Vespignani - cui Domenico ha dedicato nel corso degli anni un lavoro esimio di indagine critica e catalogazione - ed all'artista che lo ha guidato dagli inizi della sua carriera fino al saggio pubblicato postumo accompagnandolo “dall'immaginario invisibile all'immaginario visibile entrando e uscendo dai tempi, dalla storia e da se stesso”: Giorgio de Chirico (1). Il ritratto di Domenico fuori catalogo è il contributo di Bruno d'Arcevia all' “immaginario visibile” del protagonista della mostra, tra realtà e allegoria.
E' il titolo dell'esposizione preso a prestito dall'opera postuma di Domenico Guzzi pubblicata nel novembre 2014 da Fermenti Editrice a cura di Tiziana Casatelli. Guzzi con scritti autobiografici inediti e dieci “ritrattini” dedicati dall'autore ad artisti italiani selezionati da Tiziana Tra i testi da lei ritrovati nel suo computer. l'esposizione presenta un disegno con dedica di Carlo Carra' a Domenico bambino nel 1962, quando in effetti indosso' effetti personali del maestro, opere del padre Virgilio Guzzi, della madre Giuliana Bergami e dei dieci artisti i cui “ritrattini” sono pubblicati nel libro. dello stesso Carlo Carra' Domenico ha curato nel 1994 una retrospettiva alla Galleria Nazionale d'arte moderna di Roma. questa mostra, nel titolo e nei contenuti, diventa un ritratto allegorico di Domenico composto con testimonianze dei suoi affetti più cari nella vita e nell'arte.
Carlo Carra' Virgilio Guzzi Giuliana Bergami
Ennio Calabria, Sergio Ceccotti, Vincenzo Gaetaniello, Gino Guida, Edolo Masci, Franco Mulas, Alessio Paternesi, Sinisca, Giovanni Soccol, Renzo Vespignani.
Vi si è davvero “messo nei suoi panni” quel 2 agosto 1962, arrivando bagnato fradicio per l'imprevisto temporale estivo che lo aveva colto nel percorso in bicicletta alla casa di Carrà, a Forte dei Marmi, atteso per colazione dai nipotini dell'artista, e rivestito da indumenti del Maestro rimediati dalla moglie Ines. Aveva otto anni, Domenico. Metaforicamente, torna ad indossarli con la presentazione in questa mostra del disegno che Carrà gli dedicò in quella occasione e che ora introduce, con un testo autobiografico di Domenico, le opere dei dieci artisti protagonisti di un suo taccuino di fogli raccolti e ricomposti dall'amorosa dedizione della moglie Tiziana Casatelli a cinque anni dalla prematura scomparsa. E lo Studio S-Arte Contemporanea ne ricorda l'affettuosa frequentazione e l'impegno culturale con questa esposizione che dell'amico e critico Domenico Guzzi (1954-2009) offre un ritratto allegorico presentando opere dei dieci artisti da lui ricordati nel volume pubblicato da Fermenti Editrice, con due opere del padre e della madre, Virgilio Guzzi e Giuliana Bergami, ed il disegno di Carrà, sua iniziazione in quel mondo dell'arte dove nel 1994 arriverà a curare una retrospettiva dello stesso Carrà alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Come sottolineato da Claudio Rendina nella sua prefazione, quest'opera postuma di Domenico costituisce un “breve ma costruttivo panorama dell'arte figurativa a Roma dagli anni Settanta al Duemila” ed è il frutto del suo indagare criticamente e filosoficamente la produzione artistica italiana di quel periodo. Indagine parziale senza dubbio, in futuro probabilmente arricchita dalla pubblicazione di altri ”ritrattini” inediti, conservati nel computer di Domenico ed in parte soltanto da Tiziana riportati alla luce in questo non pretenzioso ma prezioso volume il cui titolo è stato dallo Studio S – Arte Contemporanea trasferito all'esposizione. Gli artisti “ritratti” sono, in ordine alfabetico, Ennio Calabria, Sergio Ceccotti, Vincenzo Gaetaniello, Gino Guida, Edolo Masci, Franco Mulas, Alessio Paternesi, Sinisca, Giovanni Soccol e Renzo Vespignani. Un panorama di artisti di tutto rispetto, dai nutriti curricula, pittori e scultori – dallo Studio S in occasioni diverse presentati in personali o collettive – al cui appello mancano purtroppo Renzo Vespignani e Edolo Masci, scomparsi il primo nel 2001 e il secondo nel 2008, protagonisti del mondo dell'arte non solo a Roma.
Questa esposizione – non una mera collettiva ma in effetti una rinnovata proposta, nello stile della galleria, di artisti non legati a correnti di moda ma interpreti contemporanei di una nobile tradizione pittorica che è nel DNA della nostra cultura - mi offre l' opportunità di ricordare un addetto ai lavori nel panorama della critica d'arte a me vicino nel passato in varie occasioni. Domenico Guzzi, non soltanto amico per scelte ed interessi artistici condivisi ma anche per incontri di vita, ha per lo Studio S presentato varie mostre in Italia e all'estero, ha con me sottoscritto nel 2001 l'atto costitutivo della Fondazione Sinisca di Spello, e ha particolarmente studiato l'opera di due artisti da me assiduamente frequentati, Giorgio de Chirico e Renzo Vespignani. Ho incontrato Domenico per la prima volta, io già Studio S e lui non ancora entrato nel mondo dell'arte, al seguito del padre Virgilio, in casa de Chirico per l'appunto, e fu a Parigi all'inaugurazione della retrospettiva del Grande Metafisico “La fabrique des rěves” al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, il 12 febbraio 2009, che fui raggiunto telefonicamente dalla notizia della sua imprevista scomparsa: pochi giorni prima mi aveva consegnato il dattiloscritto del suo ultimo saggio scritto per i trent'anni dalla morte di de Chirico, pubblicato postumo e da me presentato con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico al Caffè Greco due anni dopo. Non fui, in quel febbraio 2009, vicino a Tiziana e alla figlia Giuliana, lo sono ora contribuendo a ricordare gli scritti di Domenico, i costruiti testi critici ed i godibili appunti autobiografici, ed accompagnandolo nella straordinaria avventura della sua vita con le opere di artisti da lui amati e da lui post mortem oggi ricordati in questa occasione. Di ciascuno una sola opera significativa del suo percorso, o due nel caso l'artista operi in due discipline diverse, con spazi riservati a Vespignani - cui Domenico ha dedicato nel corso degli anni un lavoro esimio di indagine critica e catalogazione - ed all'artista che lo ha guidato dagli inizi della sua carriera fino al saggio pubblicato postumo accompagnandolo “dall'immaginario invisibile all'immaginario visibile entrando e uscendo dai tempi, dalla storia e da se stesso”: Giorgio de Chirico (1). Il ritratto di Domenico fuori catalogo è il contributo di Bruno d'Arcevia all' “immaginario visibile” del protagonista della mostra, tra realtà e allegoria.
Luoghi
06.3612086 339.3303719
Direttore: Carmine Siniscalco dal lunedí al venerdí ore 15. 30-19. 30 - sabato ore 11. 00-13. 30 / 15. 30 -19. 30