Medhat Shafik "Palmira"
A cura di: Patrizia Nuzzo
Medhat Shafik è il protagonista della seconda edizione di prima pAReTe, un progetto a cura della responsabile della direzione artistica della Galleria d’Arte Moderna di Verona Patrizia Nuzzo, che intende valorizzare, mettendoli “in prima pagina”, gli artisti contemporanei le cui opere sono parte della collezione della Gam Per l’artista egiziano - di cui la galleria ha acquisito l’installazione La dimora del poeta (2004) e ha allestito la personale Le città invisibili (2007) – si tratta di un ritorno ed insieme di una nuova prova: egli crea appositamente per gli spazi della Torre Mozza a Palazzo della Ragione un’installazione di grande fascino ed impatto che nasce nell’ambito di un recente progetto intitolato Palmira.
Un lavoro, ispirato alla spettacolare città siriana, luogo di incontro tra Occidente e Oriente, segnata dalle distruzioni dei siti archeologici, sul quale l’artista precisa:
“Ricerco il recupero simbolico dei luoghi archeologici, che sono la memoria dell’uomo, l’essenza della civiltà. Vorrei ricostruire metaforicamente Palmira. Palmira può essere ovunque, proprio perché per me simboleggia il recupero della civiltà, l’onda lunga del nostro essere umani e nel contempo la sua distruzione. Palmira è di tutti noi, anzi, Palmira siamo noi e non deve essere distrutta”.
La sua riflessione non ha implicazioni politiche o religiose, ma è una ricerca universale sulla bellezza e sull’incontro tra civiltà: le tele di juta, i colori a olio e gli acrilici, le garze, i tessuti dai colori splendenti, i legni antichi, gli ossidi, gli stucchi, i pigmenti e i fili di lana dai colori naturali, divengono una metafora delle stratificazioni della storia.
L’iniziativa nasce - in sintonia con la progettualità di prima pAReTe - in collaborazione con la Galleria Marcorossi artecontemporanea che presenta le opere del ciclo Palmira nelle sue sedi di Verona, Milano e Pietrasanta.
Un lavoro, ispirato alla spettacolare città siriana, luogo di incontro tra Occidente e Oriente, segnata dalle distruzioni dei siti archeologici, sul quale l’artista precisa:
“Ricerco il recupero simbolico dei luoghi archeologici, che sono la memoria dell’uomo, l’essenza della civiltà. Vorrei ricostruire metaforicamente Palmira. Palmira può essere ovunque, proprio perché per me simboleggia il recupero della civiltà, l’onda lunga del nostro essere umani e nel contempo la sua distruzione. Palmira è di tutti noi, anzi, Palmira siamo noi e non deve essere distrutta”.
La sua riflessione non ha implicazioni politiche o religiose, ma è una ricerca universale sulla bellezza e sull’incontro tra civiltà: le tele di juta, i colori a olio e gli acrilici, le garze, i tessuti dai colori splendenti, i legni antichi, gli ossidi, gli stucchi, i pigmenti e i fili di lana dai colori naturali, divengono una metafora delle stratificazioni della storia.
L’iniziativa nasce - in sintonia con la progettualità di prima pAReTe - in collaborazione con la Galleria Marcorossi artecontemporanea che presenta le opere del ciclo Palmira nelle sue sedi di Verona, Milano e Pietrasanta.
Luoghi
www.palazzodellaragioneverona.it 045 8001903 045 8031394
Orari: Da martedì a domenica 11.00-19.00 (chiusura cassa ore 18.15) Chiuso il lunedì.