Massimo Viretti. Segno e Materia
A cura di: Testo di Pino Mantovani
"Massimo Viretti appartiene con tutta evidenza all'area informale, che ha mantenuto la sua vitalità ben oltre i limiti cronistici.(...)
Una funzione strutturante non secondaria ha la materia cromatica, appositamente limitata nelle sue varianti (quasi solo bianco, nero, rosso, ocra), che definisce superfici, estensioni, spessori del corpo pittorico, cioè il territorio con le sue principali articolazioni; peraltro la compattezza satura del corpo viene graffiata, ferita da accidenti di varia natura che ne rivelano la struttura discontinua, ma , ancora, ordinata. Analogamente, per certi aspetti, funziona la carta: non solo la superficie cartacea, ma i frammenti ritagliati o strappati che vi si giustappongono.(...)
L'unità dell'opera complessiva non consiste tanto in una dichiarata coerenza di stile, quanto nella persistenza del tema materiale e nell'energia sottesa.
Perciò la luce è un tema costante nella pittura di Viretti, una luce che parte da lontano e filtra attraverso sipari interposti facendo corpo con le materie interessante. E' la luce - le sue quantità,specie, articolazioni - a costruire lo spazio illusorio, che, dal campo dove si depositano le materie e i gesti, dilaga riattizzando le materie e i gesti.
Anche questo permette a Massimo di costruire l'immagine, di architettarla pur essendo il suo lessico di eredità informale, e di restare peraltro rigorosamente fuori dalla rappresentazione, anche solo evocative, di figure antropomorfe.(...)
La figura è proprio lo spazio, anzi i percorsi che ne sperimentano la consistenza, la densità, la profondità."
Una funzione strutturante non secondaria ha la materia cromatica, appositamente limitata nelle sue varianti (quasi solo bianco, nero, rosso, ocra), che definisce superfici, estensioni, spessori del corpo pittorico, cioè il territorio con le sue principali articolazioni; peraltro la compattezza satura del corpo viene graffiata, ferita da accidenti di varia natura che ne rivelano la struttura discontinua, ma , ancora, ordinata. Analogamente, per certi aspetti, funziona la carta: non solo la superficie cartacea, ma i frammenti ritagliati o strappati che vi si giustappongono.(...)
L'unità dell'opera complessiva non consiste tanto in una dichiarata coerenza di stile, quanto nella persistenza del tema materiale e nell'energia sottesa.
Perciò la luce è un tema costante nella pittura di Viretti, una luce che parte da lontano e filtra attraverso sipari interposti facendo corpo con le materie interessante. E' la luce - le sue quantità,specie, articolazioni - a costruire lo spazio illusorio, che, dal campo dove si depositano le materie e i gesti, dilaga riattizzando le materie e i gesti.
Anche questo permette a Massimo di costruire l'immagine, di architettarla pur essendo il suo lessico di eredità informale, e di restare peraltro rigorosamente fuori dalla rappresentazione, anche solo evocative, di figure antropomorfe.(...)
La figura è proprio lo spazio, anzi i percorsi che ne sperimentano la consistenza, la densità, la profondità."
Pino Mantovani
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