Mario Vidor. Next Stop Mestre
A cura di: Elena Povellato e Claudio Rebeschini
La mostra, organizzata dal Centro Candiani in collaborazione con Galleria Traghetto Venezia, è curata da Elena Povellato e Claudio Rebeschini e vuole offrire allo spettatore una possibile chiave di lettura della Mestre di oggi, con la parte storica in gran parte restaurata, il suo cuore urbano riqualificato e le periferie ostaggio dei centri commerciali, novelle megalopoli del consumismo moderno.
Attraverso le fotografie di Mario Vidor, che non vive a Mestre, che quindi è libero dalla cristallizzazione della consuetudine e della memoria, si coglie della realtà un’immagine diversa, la quale divenendo nel momento stesso in cui viene rappresentata una visione, preserva e risveglia in chi guarda una capacità di osservazione critica della realtà. Ecco quindi sfilare cubi e parallelepipedi colorati accanto alle vetrate liberty della galleria Matteotti, graffiti sui muri come contemporanei esempi di street art, giocosi bambini sulle giostre, corsi d’acqua che ricordano al passante distratto che Mestre è anche una città d’acqua, su cui si specchiano in sequenza nuove architetture, anonimi condomini degli anni settanta e palazzi ottocenteschi. E poi i parchi e i giardini, verdi piazze metropolitane in cui incontrarsi e fare sport, oppure suggestivi angoli romantici scambiati da famosi registi internazionali per scorci parigini: il tutto a comporre un mosaico di momenti di vita mestrina che alla fine sveleranno l’intera scena.
E ci si accorge che il nuovo volto di Mestre che gradualmente si forma davanti ai nostri occhi è cambiato rispetto al passato, si è cercato di dare una risposta alle esigenze del tempo moderno metropolitano non più legato ai ritmi della natura, ma alla condivisione di spazi all’interno di processi produttivi allargati, che vanno dal commercio, all’industria, alla cultura, ricordando e preservando il passato, ma con lo sguardo rivolto ad un domani che ormai è già realtà.
Attraverso le fotografie di Mario Vidor, che non vive a Mestre, che quindi è libero dalla cristallizzazione della consuetudine e della memoria, si coglie della realtà un’immagine diversa, la quale divenendo nel momento stesso in cui viene rappresentata una visione, preserva e risveglia in chi guarda una capacità di osservazione critica della realtà. Ecco quindi sfilare cubi e parallelepipedi colorati accanto alle vetrate liberty della galleria Matteotti, graffiti sui muri come contemporanei esempi di street art, giocosi bambini sulle giostre, corsi d’acqua che ricordano al passante distratto che Mestre è anche una città d’acqua, su cui si specchiano in sequenza nuove architetture, anonimi condomini degli anni settanta e palazzi ottocenteschi. E poi i parchi e i giardini, verdi piazze metropolitane in cui incontrarsi e fare sport, oppure suggestivi angoli romantici scambiati da famosi registi internazionali per scorci parigini: il tutto a comporre un mosaico di momenti di vita mestrina che alla fine sveleranno l’intera scena.
E ci si accorge che il nuovo volto di Mestre che gradualmente si forma davanti ai nostri occhi è cambiato rispetto al passato, si è cercato di dare una risposta alle esigenze del tempo moderno metropolitano non più legato ai ritmi della natura, ma alla condivisione di spazi all’interno di processi produttivi allargati, che vanno dal commercio, all’industria, alla cultura, ricordando e preservando il passato, ma con lo sguardo rivolto ad un domani che ormai è già realtà.
Luoghi
http://www.centroculturalecandiani.it 041.2386111 041.2386112
orario: dal mercoledì alla domenica 16.00-20.00