Mario Nalli. Speco
A cura di: Testo critico Gianni Garrera
Giovedì 15 dicembre si inaugura a Spazio Menexa la mostra di Mario Nalli “Speco”, è la rappresentazione degli antri rupestri secondo la tecnica pittorica dell'artista, che propone la scoperta degli spazi nascosti e intimi che vengono celati all'interno dell'io più recondito. Le sue tele monocromatiche dipinte ad olio descrivono gli spazi chiusi e solitari della natura interpretati come morbidi panni che disorientano.Gianni Garrera firma il testo critico, e ci dice che “Mario Nalli ottiene l'equivalenza assoluta tra le pieghe di una roccia e quelle di un broccato, tra i ghirigori di un calcare e di un panno. Se la prima suggestione di Nalli è un riferimento alle pareti della caverna platonica, in cui dovrebbero riflettersi le immagini (cioè le ombre) delle idee, in questa parete di caverna non si riflette alcuna idea, ma le immagini o le idee sono le pieghe e i frastagli della roccia stessa, che non funge da schermo, ma è in se stessa un gioiello.”
L'artista ripercorre la propria strada e per completare l'esplorazione deve inoltrarsi nella propria grotta ed andare in profondità; ci svela la parte nascosta, taciuta, ma capiamo che è necessario l'uso delle forza interiore per arrivarci, è un viaggio mentale che bisogna percorrere in solitudine e che porta in fondo alla caverna dove riposa l'anima autentica e primordiale che ci avviluppa in un effimera e lieve danza di drappi.
Mario Nalli è il settimo artista che interviene nel ciclo di mostre Salto_nel_buio di Spazio Menexa indagando “gli spazi più nascosti e misteriosi dell'Io” ed attingendo al movimento drammatico delle emozioni, trasporta l'osservatore nel suo armonioso, soave e mutevole mondo, e ci rivela l'apertura di uno spazio che nessuna parola può evidenziare o comprendere; una dimensione dove lo spazio sfocato è l'immagine della forza che ritroviamo in ognuno di noi.