Mario Giacomelli - Io non faccio il fotografo non so farlo
“Le mie non vogliono essere solo fotografie, non mi interessa… io non faccio il fotografo, non so farlo… sono uno che cerca dei godimenti, ma non solo per me stesso, perché in ogni caso rendo consapevoli anche gli altri e specie con le ultime serie delle poesie ho bisogno degli altri perché voglio che l’immagine non finisca con me, ma continui a vivere con gli altri”. (Mario Giacomelli, appunti degli anni ‘90)
“Mario Giacomelli. Non faccio il fotografo, non so farlo”. Lo spazio per l’arte The Lone T presenta una mostra e un libro a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli, direttrice dell’Archivio Mario Giacomelli – Sassoferrato, in collaborazione con Claude Nori (Ed. Contrejour).
Opere inedite della maturità di Mario Giacomelli, sono affiancate ai suoi esemplari più storici, rivelando come l’opera nasca dall’inalienabile bisogno di creare, di esprimersi, con un linguaggio coerente e tenace, lungo un’intera vita.
Mario Giacomelli è stato da sempre recalcitrante alla definizione di se stesso come “fotografo”, perché il suo impegno non si conclude nell’atto di uno o più scatti. C’è qualcosa che va al di là della fotografia stessa. La fotografia è un percorso, un continuum, un’esigenza imprescindibile di cercarsi in rapporto al mondo Sentire la fotografia come lui la sentiva: questo è l’intento del progetto espositivo/editoriale.
Magma materico, sistema organico, linguaggio vivido e palpitante, dentro a quel bianco che mangia e dietro a quei segni neri chiusi che a volte stridono, ma sempre si rincorrono, segni ancestrali che ritornano, simbolici, rituali. Sono i nomi nuovi che Giacomelli ha dato alle cose, fotografandole, a rendere tutto in metamorfosi continua, ed è qui che ci si può cercare
Il libro e la mostra “Mario Giacomelli. Non faccio il fotografo, non so farlo” presentano immagini in movimento − tali sono le fotografie di Giacomelli – che si inseguono vicendevolmente e diventano scrittura: un discorso esistenziale grammaticalmente regolato reinventato ex novo, e che con le sue rime, le assonanze, le allitterazioni e gli ossimori, ci lega ad esso emotivamente, come poesia. Un discorso che Giacomelli fa per esprimersi sinesteticamente con tutto il corpo, e così “entrare sotto la pelle del reale”. Il corpo, la Materia: tutto quel che conta, alla fine.
Mario Giacomelli Io non faccio il fotografo, non so farlo (Nuvole Rosse edizioni)
110 pagine, 51 fotografie, testi di Katiuscia Biondi Giacomelli, €. 25.
“Mario Giacomelli. Non faccio il fotografo, non so farlo”. Lo spazio per l’arte The Lone T presenta una mostra e un libro a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli, direttrice dell’Archivio Mario Giacomelli – Sassoferrato, in collaborazione con Claude Nori (Ed. Contrejour).
Opere inedite della maturità di Mario Giacomelli, sono affiancate ai suoi esemplari più storici, rivelando come l’opera nasca dall’inalienabile bisogno di creare, di esprimersi, con un linguaggio coerente e tenace, lungo un’intera vita.
Mario Giacomelli è stato da sempre recalcitrante alla definizione di se stesso come “fotografo”, perché il suo impegno non si conclude nell’atto di uno o più scatti. C’è qualcosa che va al di là della fotografia stessa. La fotografia è un percorso, un continuum, un’esigenza imprescindibile di cercarsi in rapporto al mondo Sentire la fotografia come lui la sentiva: questo è l’intento del progetto espositivo/editoriale.
Magma materico, sistema organico, linguaggio vivido e palpitante, dentro a quel bianco che mangia e dietro a quei segni neri chiusi che a volte stridono, ma sempre si rincorrono, segni ancestrali che ritornano, simbolici, rituali. Sono i nomi nuovi che Giacomelli ha dato alle cose, fotografandole, a rendere tutto in metamorfosi continua, ed è qui che ci si può cercare
Il libro e la mostra “Mario Giacomelli. Non faccio il fotografo, non so farlo” presentano immagini in movimento − tali sono le fotografie di Giacomelli – che si inseguono vicendevolmente e diventano scrittura: un discorso esistenziale grammaticalmente regolato reinventato ex novo, e che con le sue rime, le assonanze, le allitterazioni e gli ossimori, ci lega ad esso emotivamente, come poesia. Un discorso che Giacomelli fa per esprimersi sinesteticamente con tutto il corpo, e così “entrare sotto la pelle del reale”. Il corpo, la Materia: tutto quel che conta, alla fine.
Mario Giacomelli Io non faccio il fotografo, non so farlo (Nuvole Rosse edizioni)
110 pagine, 51 fotografie, testi di Katiuscia Biondi Giacomelli, €. 25.