Marina Paris "Urban Fragments"
SPAZIO NUOVO è lieto di annunciare l’inaugurazione della mostra personale dell’artista Marina Paris dal titolo “Urban Fragments”, che rivela al pubblico trenta opere tra installazioni, lavori fotografici e collages, ispirate da una riflessione sull’operato architettonico, teorico ed artistico di Aldo Rossi. Il lavoro di Marina Paris si focalizza sul valore metaforico del frammento, barlume prezioso attraverso il quale provare ad immaginare nuovi orizzonti di paesaggio e di pensiero e ideali riassetti urbanistici e domestici, su una spinta sentimentale incrociata, tra memoria e desiderio.
Come sostiene Emanuela Nobile Mino, nel testo “Marina Paris “Urban fragments”, 2019
“il frammento per Aldo Rossi non è rimpianto nostalgico né sguardo romantico e malinconico sulla rovina, ma è la presa di consapevolezza di una trasformazione sempre in atto che, in nome della modernità, prevede la necessità di un dialogo pacifico tra la memoria e l’oblio. Volendo raccontare il rapporto tra questi due fenomeni indissolubilmente legati, attraverso la lettura ribaltata della stratificazione architettonica nell’agglomerato urbano e del vissuto negli interni domestici, emblematica appare la scelta di Marina Paris di ricorrere all'utilizzo del collage fotografico.
Realizzati con immagini prese dalla sua raccolta privata - cartoline degli anni ’50, esse stesse frammenti di luoghi, di memorie, di effimere appartenenze e di identità transitorie – o con scatti da lei stessa eseguiti, i collage permettono all’artista di scompaginare, ribaltare e riordinare nuovamente la geografia delle immagini secondo un rituale compositivo istintivo che opera per svuotamento e compensazione, sottrazioni ed aggiunte, ricordo e dimenticanza. La cancellazione, l'amnesia strutturale e, quindi, l'atto del “dimenticare” diviene costitutivo nel delineare la nuova identità di un luogo geografico o di un interno privato. In tal senso l’immagine frastagliata, il frammento, diviene la reliquia stabile di ciò che stato e la traccia transitoria della forma precostituita.
Lo strappo rappresenta, pertanto, contemporaneamente distruzione e ricostruzione, perdita di unitarietà e tentativo di riunificazione, frammentazione storica e rammendo concettuale. E’ il gesto salvifico nei confronti del preesistente e atto di fiducia nei confronti del nuovo. Espandendosi, diventa vuoto acromico e dilaga come una crepa temporale, incarnando lo spirito incerto della città e il carattere transitorio dell’assetto abitativo, entrambi destinati storicamente e costantemente a mutare, epidermide, identità e destinazione.”
Estratto dal testo “Marina Paris “Urban fragments” di Emanuela Nobile MIno
Come sostiene Emanuela Nobile Mino, nel testo “Marina Paris “Urban fragments”, 2019
“il frammento per Aldo Rossi non è rimpianto nostalgico né sguardo romantico e malinconico sulla rovina, ma è la presa di consapevolezza di una trasformazione sempre in atto che, in nome della modernità, prevede la necessità di un dialogo pacifico tra la memoria e l’oblio. Volendo raccontare il rapporto tra questi due fenomeni indissolubilmente legati, attraverso la lettura ribaltata della stratificazione architettonica nell’agglomerato urbano e del vissuto negli interni domestici, emblematica appare la scelta di Marina Paris di ricorrere all'utilizzo del collage fotografico.
Realizzati con immagini prese dalla sua raccolta privata - cartoline degli anni ’50, esse stesse frammenti di luoghi, di memorie, di effimere appartenenze e di identità transitorie – o con scatti da lei stessa eseguiti, i collage permettono all’artista di scompaginare, ribaltare e riordinare nuovamente la geografia delle immagini secondo un rituale compositivo istintivo che opera per svuotamento e compensazione, sottrazioni ed aggiunte, ricordo e dimenticanza. La cancellazione, l'amnesia strutturale e, quindi, l'atto del “dimenticare” diviene costitutivo nel delineare la nuova identità di un luogo geografico o di un interno privato. In tal senso l’immagine frastagliata, il frammento, diviene la reliquia stabile di ciò che stato e la traccia transitoria della forma precostituita.
Lo strappo rappresenta, pertanto, contemporaneamente distruzione e ricostruzione, perdita di unitarietà e tentativo di riunificazione, frammentazione storica e rammendo concettuale. E’ il gesto salvifico nei confronti del preesistente e atto di fiducia nei confronti del nuovo. Espandendosi, diventa vuoto acromico e dilaga come una crepa temporale, incarnando lo spirito incerto della città e il carattere transitorio dell’assetto abitativo, entrambi destinati storicamente e costantemente a mutare, epidermide, identità e destinazione.”
Estratto dal testo “Marina Paris “Urban fragments” di Emanuela Nobile MIno
Luoghi
http://www.spazionuovo.net +39 0689572855
orario:Da martedì a sabato dalle 11 alle 19. Domenica e lunedì su appuntamento