Marilena Vita "Figurazione astratta".
Artista poliedrica, Marilena Vita è nota per la sua ricerca nella fotografia, nella performance, nella video arte. Quanto alla pittura, pur non avendola mai abbandonata (anche perché si tratta di un'esigenza profonda), tuttavia finora ha preferito farne un terreno assolutamente privato, sicuramente impegnato e non di semplice sfogo. E così, sino ad ora, ha voluto misurasi sulla scena internazionale con le altre tipologie espressive, ricevendo vari premi, ad esempio dalla Columbia University di New York per la video arte nel 2009 e, precedentemente dal Museo di Gibellina.
Video arte, performance, e, soprattutto, fotografia sono state presentate in vari Paesi, principalmente in Sud Africa, Germania, Grecia, Svizzera, Cecoslovacchia, Belgio, Irlanda. In Italia, in varie sedi: Museo-Laboratorio Mlac dell'Università La Sapienza di Roma, Biennale di Venezia (sezione Arte, nell'ambito della collaborazione tra la Fondazione e l'Università di Catania, SDS di Siracusa), Museo Regionale Riso (Palermo), Galleria Lorenzelli (Milano), Fotografia europea 2014 (Reggio Emilia), presso la galleria “8,75 Arte Contemporanea”.
Riguardo la pittura, sarebbe certo arrivata, era solo questione di tempo. Eccola, infatti, Marilena Vita esibire dipinti innovativi, frutto di alcuni anni di riflessione, esperimenti, non senza confronto dialettico con la fenomenologia pittorica degli ultimi anni in varie aree culturali.
Nella pittura ha insistito su un terreno in cui espressività e sperimentazione si sono puntualmente incontrate, andando oltre i valori estetici e del dominio tecnico. E questo già a partire dagli studi in accademia (corso di pittura concluso con lode e dignità di stampa).
La produzione oggetto di questa mostra è relativa agli ultimi due anni: raffinatissima, per tecnica e spessore poetico.
Non a caso, questa sorta di battesimo nella pittura è stato tenuto da tre critici di fama internazionale, e di diversa generazione. La prima occasione è stata la mostra inaugurale a Milano, (maggio 2014) allo Spazio Temporaneo di Patrizia Serra. Infatti, a introdurre in catalogo la pittura di Marilena Vita sono stati GILLO DORFLES, EDWARD LUCIE-SMITH, CARMELO STRANO. Essi, ciascuno da una propria angolazione, hanno messo in evidenza i fondamenti dell'originalità di questi dipinti. Fino alla coniazione del titolo (Dorfles) “Figurazione astratta”, un felicissimo ossimoro. Nel recensire la mostra (Corriere della Sera, 19 giugno 2014), Sebastiano Grasso ha sottolineato come le “Silhouette astratte, simili ad amebe (corpi privi di scheletro), suggeriscono personaggi che, a loro volta, richiamano le ombre cinesi”.
“La peculiarità dei mezzi impiegati -scrive Dorfles- permette all'artista di realizzare, nelle sue opere, un'inedita forma espressiva. Questi dipinti appaiono come strettamente legati alla raffinatezza dei mezzi impiegati: sulla superficie dei fogli o della tela, sono realizzate, con pigmenti diluiti, sagome dalle forme più diverse che acquistano l'aspetto di personaggi astratti accampati in un'ampia superficie del quadro e talora intersecati da intrecci di fili di piombo, una sorta di inferriata o di griglia che scandisce il dipinto. Vuoi sulla tela che sulla carta, le opere cosí create non rientrano nel campo della pura figurazione e non sono neppure rivolte ad un'astrazione geometrica...l'aspetto pittorico-compositivo costituisce un versante di ulteriore maturità dell'attività creativa dell'artista”
Dal canto suo, Edward Lucie-Smith sottolinea che “Marilena Vita sembra iniziare da un'idea astratta, che poi evolve verso la figurazione ma che viene colta, per così dire, nel bel mezzo della sua evoluzione. Ogni opera è in divenire. I fili e le corde che intersecano le superfici dipinte sembrano assolvere al compito di sorvegliare su questo processo (…). Inoltre, questi elementi aggiungono rilievo e texture alla superficie piana. L'illusione che noi stiamo guardando qualcosa che rimane in movimento è rafforzata dal fatto che le aree colorate risultano molto vagamente controllate...Queste aree sono realizzate con pittura diluita che permea la superficie, spesso determinando dei bordi con una specie di alone”.
“Allusioni amebico-zoomorfiche che si raccontano”, commenta Carmelo Strano. E lo studioso subito puntualizza: “Manifestano, infatti, una loro dilatazione vitale nello spazio mossa da una pulsione inarrestabile, anche se non esagitata...una sorta di autocoscienza minimale che tuttavia non ha necessità di piegare né verso l'apollineo né verso il dionisiaco...l'artista gioca d'azzardo, per così dire: per un verso organizza la sua architettura spaziale e zoomorfica modulando “pattern” astratti, per altro verso è attenta a rendere questi pattern complessi...i dipinti di Marilena Vita sono emblematici di come quest'antichissima forma d'arte possa oggi rigenerarsi, e robustamente, a dispetto dello stato di esaurimento in cui versa dopo i vitali ma implacabili ed estenuanti formalismi del Novecento”.
Oltre a Dorfles, Lucie-Smith e Strano, hanno scritto: Brahim Alaoui, Lorenzo Bonini, Vitaldo Conte, Viana Conti, Dario Evola, Aldo Gerbino, Sebastiano Grasso, Gérard-Georges Lemaire, Evelina Schatz, Allison Williams.
Dopo Milano, la mostra fa adesso la seconda tappa alla galleria Carta Bianca di Catania.
Video arte, performance, e, soprattutto, fotografia sono state presentate in vari Paesi, principalmente in Sud Africa, Germania, Grecia, Svizzera, Cecoslovacchia, Belgio, Irlanda. In Italia, in varie sedi: Museo-Laboratorio Mlac dell'Università La Sapienza di Roma, Biennale di Venezia (sezione Arte, nell'ambito della collaborazione tra la Fondazione e l'Università di Catania, SDS di Siracusa), Museo Regionale Riso (Palermo), Galleria Lorenzelli (Milano), Fotografia europea 2014 (Reggio Emilia), presso la galleria “8,75 Arte Contemporanea”.
Riguardo la pittura, sarebbe certo arrivata, era solo questione di tempo. Eccola, infatti, Marilena Vita esibire dipinti innovativi, frutto di alcuni anni di riflessione, esperimenti, non senza confronto dialettico con la fenomenologia pittorica degli ultimi anni in varie aree culturali.
Nella pittura ha insistito su un terreno in cui espressività e sperimentazione si sono puntualmente incontrate, andando oltre i valori estetici e del dominio tecnico. E questo già a partire dagli studi in accademia (corso di pittura concluso con lode e dignità di stampa).
La produzione oggetto di questa mostra è relativa agli ultimi due anni: raffinatissima, per tecnica e spessore poetico.
Non a caso, questa sorta di battesimo nella pittura è stato tenuto da tre critici di fama internazionale, e di diversa generazione. La prima occasione è stata la mostra inaugurale a Milano, (maggio 2014) allo Spazio Temporaneo di Patrizia Serra. Infatti, a introdurre in catalogo la pittura di Marilena Vita sono stati GILLO DORFLES, EDWARD LUCIE-SMITH, CARMELO STRANO. Essi, ciascuno da una propria angolazione, hanno messo in evidenza i fondamenti dell'originalità di questi dipinti. Fino alla coniazione del titolo (Dorfles) “Figurazione astratta”, un felicissimo ossimoro. Nel recensire la mostra (Corriere della Sera, 19 giugno 2014), Sebastiano Grasso ha sottolineato come le “Silhouette astratte, simili ad amebe (corpi privi di scheletro), suggeriscono personaggi che, a loro volta, richiamano le ombre cinesi”.
“La peculiarità dei mezzi impiegati -scrive Dorfles- permette all'artista di realizzare, nelle sue opere, un'inedita forma espressiva. Questi dipinti appaiono come strettamente legati alla raffinatezza dei mezzi impiegati: sulla superficie dei fogli o della tela, sono realizzate, con pigmenti diluiti, sagome dalle forme più diverse che acquistano l'aspetto di personaggi astratti accampati in un'ampia superficie del quadro e talora intersecati da intrecci di fili di piombo, una sorta di inferriata o di griglia che scandisce il dipinto. Vuoi sulla tela che sulla carta, le opere cosí create non rientrano nel campo della pura figurazione e non sono neppure rivolte ad un'astrazione geometrica...l'aspetto pittorico-compositivo costituisce un versante di ulteriore maturità dell'attività creativa dell'artista”
Dal canto suo, Edward Lucie-Smith sottolinea che “Marilena Vita sembra iniziare da un'idea astratta, che poi evolve verso la figurazione ma che viene colta, per così dire, nel bel mezzo della sua evoluzione. Ogni opera è in divenire. I fili e le corde che intersecano le superfici dipinte sembrano assolvere al compito di sorvegliare su questo processo (…). Inoltre, questi elementi aggiungono rilievo e texture alla superficie piana. L'illusione che noi stiamo guardando qualcosa che rimane in movimento è rafforzata dal fatto che le aree colorate risultano molto vagamente controllate...Queste aree sono realizzate con pittura diluita che permea la superficie, spesso determinando dei bordi con una specie di alone”.
“Allusioni amebico-zoomorfiche che si raccontano”, commenta Carmelo Strano. E lo studioso subito puntualizza: “Manifestano, infatti, una loro dilatazione vitale nello spazio mossa da una pulsione inarrestabile, anche se non esagitata...una sorta di autocoscienza minimale che tuttavia non ha necessità di piegare né verso l'apollineo né verso il dionisiaco...l'artista gioca d'azzardo, per così dire: per un verso organizza la sua architettura spaziale e zoomorfica modulando “pattern” astratti, per altro verso è attenta a rendere questi pattern complessi...i dipinti di Marilena Vita sono emblematici di come quest'antichissima forma d'arte possa oggi rigenerarsi, e robustamente, a dispetto dello stato di esaurimento in cui versa dopo i vitali ma implacabili ed estenuanti formalismi del Novecento”.
Oltre a Dorfles, Lucie-Smith e Strano, hanno scritto: Brahim Alaoui, Lorenzo Bonini, Vitaldo Conte, Viana Conti, Dario Evola, Aldo Gerbino, Sebastiano Grasso, Gérard-Georges Lemaire, Evelina Schatz, Allison Williams.
Dopo Milano, la mostra fa adesso la seconda tappa alla galleria Carta Bianca di Catania.
Luoghi
www.galleriacartabianca.it 095 433075 095 505420
orario: mar-sab 17-20, dom, lun e altri orari su appuntamento