Maria Wasilewska "Reflections And Distortions"
A cura di: Sabino Maria Frassà

"Reflections & Distortions" ha ottenuto il patrocinio e supporto del Consolato generale della Repubblica di Polonia.
Maria Wasilewska, grazie a Gaggenau e Cramum, ha la possibilità di presentare sei sculture inedite in legno e acciaio che completano un lungo e ambizioso progetto avviato proprio a Milano nel 2014 grazie alla mostra "Distortions" da AMY D Arte Spazio, galleria che la rappresenta in Italia. Tutte le opere di questo "ciclo" sono accomunate dalla forte distorsione nel riflesso. Del resto secondo l'artista l'arte non può che rappresentare il caos postmoderno e la deformità della realtà in cui viviamo e che si nasconde dietro un ordine di facciata.
Spiegando l'origine del titolo della mostra - Reflections & Distortions - l'artista spiega che "la mia stessa idea di arte riguarda la distorsione. L'arte è proprio quella "distorsione", quell'alterazione della realtà che porta lo spettatore a riflettere e non a riflettersi nell'opera. Maggiore è la presenza di "distorsioni" mediante movimenti, riflessi e altre inferenze, maggiore sarà la possibilità che ci distacchiamo dall'ossessione di interpretare e razionalizzare la realtà e tutto ciò che ci circonda."
Il curatore, Sabino Maria Frassà, spiega così le opere in mostra: "Chi sono quei mostri informi che vediamo nel riflesso delle sculture di Maria Wasilewska? Siamo "noi"? Le opere - apparentemente algide e perfette - ricercano in realtà la deformità nel riflesso come unico modo di rappresentare noi e la realtà. Lo spettatore si trova così di fronte all'opera perso, deforme e moltiplicato ... uno, nessuno e centomila. Questa moltiplicazione e deformità sono infine intrappolate anche in numerosi scatti fotografici, che ci portano ulteriormente a riflettere su chi siamo noi e sul mondo in cui viviamo, ci rappresentiamo e vediamo il mondo che ci circonda. Maria Wasilewska con le sue opere non ci fornisce mai le risposte, ma ci ricorda ancora una volta che l'unica certezza che l'uomo contemporaneo può avere è il "so di non sapere" o addirittura il "so di non poter sapere". Per tale ragione "Reflections & Distortions" era il progetto espositivo "giusto" con cui concludere il ciclo On Reflection, che ha offerto spunti per riflettere e comprendere meglio - attraverso l'arte e i "suoi" riflessi - chi siamo, dove andiamo o dove non stiamo andando".
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