Maria Mulas. E' tutto incluso
A cura di: Bruno Corà
Quella di Maria Mulas è la prima mostra personale a Roma e ciò sorprende se si pensa che quest'artista è attiva dalla metà d egli anni Sessanta e la sua prima mostra al Diaframma di Milano è del 1976.
Se si osserva il repertorio di oltre quarant'anni d i fotografie scattate dalla Mulas si scopre che, dopo la gavetta svolta in teat ro fotografando a Milano gli attori del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, i suoi migliori 'cantieri' sono dedicati al 'ritratto', all''architettura' urb ana, al 'costume' di settori sociali come la borghesia della sua città, Milano, ma ancora ad altri numerosi soggetti. Così, la mostra romana è un'occa sione per osservare dal vero alcune tra le sue più riuscite opere fotografi che. Nella serie delle 'architetture' sorprende e meraviglia la vertiginos a quadrilobata composizione fotografica Omaggio a Giuseppe Terragni, Milano 1979 , ma anche la Rotonda della Besana , o la serie di Astrazioni , tra cui quelle in mostra dedicate a New York del 1985; ma lo sguardo di Maria Mulas, sempre rivolto alla ricerca di qualcosa che la sorp renda e plachi la sua incessante curiosità conoscitiva, si è soffermato a nche su persone e cose: la serie dei ritratti d'artista è numerosissima e qui a Roma si può osservare una scelta tra quelle centinaia di scatti con cui Maria Mulas ha raccontato la 'sua' storia dell'arte del XX secolo. La sequenza d ell' Ultima scena sul celebre affresco di Leonardo da Vinci, illuminata e virata con colori diversi dietro decine di profili di visitatori in ombra e p osta in confronto con il ritratto di Andy Warhol con frati , 1987 è una sequenza sulla quale ci sarebbe molto da dire. Ad esempio quanto quel soggetto sia stato fatidico per l'artista pop deceduto poco tempo dopo aver riprodo tto l'opera di Leonardo.
Che la fotografia di Maria Mulas sia proteiforme ne lla scelta dei soggetti è evidenziato anche da foto come Frieze , 2007, in cui l'artista si è lasciata sedurre da un passo rapido tracciato da due scarpe femminili rosse su un pavimento verde. Oppure dalle due raffinate foto 'm inimaliste' in cui il ricorso al pattern delle strisce costituisce la base di un motivo bin ario nelle foto Sipario , 1980 e Antenati, 2007.
La mostra di Roma è anche circostanza favorevole pe r compiere una riflessione su un'artista che attraverso la fotografia suscita un pensiero sulla pittura, forse perché ad essa la Mulas avrebbe, giovanissima, voluto dedicarsi e ciò traspare dal modo con cui essa elab ora le proprie immagini.
Sicuramente tra le maggiori fotografe italiane, Mar ia Mulas fornisce una creazione prismatica di quest'arte, al punto di dar e corpo alle sue stesse parole, quando afferma: "Nessuno ha una sola person alità, siamo tutti personaggi, siamo doppi, tripli, ... quando ritraggo una persona poi, è come se io scattassi anche un autoritratto ..."
Se si osserva il repertorio di oltre quarant'anni d i fotografie scattate dalla Mulas si scopre che, dopo la gavetta svolta in teat ro fotografando a Milano gli attori del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, i suoi migliori 'cantieri' sono dedicati al 'ritratto', all''architettura' urb ana, al 'costume' di settori sociali come la borghesia della sua città, Milano, ma ancora ad altri numerosi soggetti. Così, la mostra romana è un'occa sione per osservare dal vero alcune tra le sue più riuscite opere fotografi che. Nella serie delle 'architetture' sorprende e meraviglia la vertiginos a quadrilobata composizione fotografica Omaggio a Giuseppe Terragni, Milano 1979 , ma anche la Rotonda della Besana , o la serie di Astrazioni , tra cui quelle in mostra dedicate a New York del 1985; ma lo sguardo di Maria Mulas, sempre rivolto alla ricerca di qualcosa che la sorp renda e plachi la sua incessante curiosità conoscitiva, si è soffermato a nche su persone e cose: la serie dei ritratti d'artista è numerosissima e qui a Roma si può osservare una scelta tra quelle centinaia di scatti con cui Maria Mulas ha raccontato la 'sua' storia dell'arte del XX secolo. La sequenza d ell' Ultima scena sul celebre affresco di Leonardo da Vinci, illuminata e virata con colori diversi dietro decine di profili di visitatori in ombra e p osta in confronto con il ritratto di Andy Warhol con frati , 1987 è una sequenza sulla quale ci sarebbe molto da dire. Ad esempio quanto quel soggetto sia stato fatidico per l'artista pop deceduto poco tempo dopo aver riprodo tto l'opera di Leonardo.
Che la fotografia di Maria Mulas sia proteiforme ne lla scelta dei soggetti è evidenziato anche da foto come Frieze , 2007, in cui l'artista si è lasciata sedurre da un passo rapido tracciato da due scarpe femminili rosse su un pavimento verde. Oppure dalle due raffinate foto 'm inimaliste' in cui il ricorso al pattern delle strisce costituisce la base di un motivo bin ario nelle foto Sipario , 1980 e Antenati, 2007.
La mostra di Roma è anche circostanza favorevole pe r compiere una riflessione su un'artista che attraverso la fotografia suscita un pensiero sulla pittura, forse perché ad essa la Mulas avrebbe, giovanissima, voluto dedicarsi e ciò traspare dal modo con cui essa elab ora le proprie immagini.
Sicuramente tra le maggiori fotografe italiane, Mar ia Mulas fornisce una creazione prismatica di quest'arte, al punto di dar e corpo alle sue stesse parole, quando afferma: "Nessuno ha una sola person alità, siamo tutti personaggi, siamo doppi, tripli, ... quando ritraggo una persona poi, è come se io scattassi anche un autoritratto ..."
Luoghi
http://www.gallerja.it 06 68801662
orario: mar - sab 11-13.30 e 15-19.30