Maria Luisa Belcastro Schneidersitz. Comédie humaine
A cura di: Giorgio Di Genova
Dopo aver tenuto personali a San Paolo del Brasile, Milano, Toronto, Palma di Maiorca, Miami, Barcellona e New York, torna a Roma, dove aveva tenuto l’ultima personale nel 1993 alla Galleria Il Gabbiano, Maria Luisa Belcastro Schneidersitz con la mostra Comédie humaine, che s’inaugura alle ore 18.30 di sabato 30 gennaio nella prestigiosa Silber Gallery di Pino Purificato, con presentazione critica di Giorgio Di Genova.
Si tratta di una selezione di trentadue dipinti degli ultimi anni, che costituiscono la summa delle esperienze consumate nei cicli degli Ominidi, dei Frammenti e della serie Violet, aggiornate originalmente dall’ottica acquisita attraverso l’abbandono al gestualismo ed alle esuberanze cromatiche, con i cicli delle Maschere (2011-2012) e delle Icone rosse (2015), con cui l’artista è riuscita a felicemente coniugare fermenti espressionisti, anche di qualche collateralità col grottesco, con il lessico informale. La mostra propone proprio una scelta di opere dei citati cicli del 2011-12 e del 2015, nei quali si evidenzia uno scatto espressivo ed esecutivo di grande coinvolgimento, soprattutto per quanto attiene alle Icone rosse, che costituiscono una sapiente variazione su un tema, che Giorgio Di Genova, dopo aver chiarito che, “essendo ogni opera d’arte altro che un altro da sé in cui l’artista si riflette senza riconoscersi, come è avvenuto al mitico Narciso”, per cui “ogni artista non fa che restituire nelle proprie opere l’autoritratto simbolico-psicologico di se stesso”, nota che anche per Maria Luisa Belcastro Schneidersitz “ogni singola opera va considerata un tassello di questo autoritratto affidato all’altro da sé”, precisando poi: “Così è per questa sorta di Comédie humaine, dipinta intingendo il ‘pennello nei colori della vita’, naturalmente della sua vita. Ma a differenza di Honoré de Balzac, che raccontava la storia di ciascun personaggio protagonista della sua Comédie humaine, ella si limita alla semplice rappresentazione di ciascun personaggio, lasciando alle personali proiezioni dei fruitori di immaginare le storie”.
Si tratta di una selezione di trentadue dipinti degli ultimi anni, che costituiscono la summa delle esperienze consumate nei cicli degli Ominidi, dei Frammenti e della serie Violet, aggiornate originalmente dall’ottica acquisita attraverso l’abbandono al gestualismo ed alle esuberanze cromatiche, con i cicli delle Maschere (2011-2012) e delle Icone rosse (2015), con cui l’artista è riuscita a felicemente coniugare fermenti espressionisti, anche di qualche collateralità col grottesco, con il lessico informale. La mostra propone proprio una scelta di opere dei citati cicli del 2011-12 e del 2015, nei quali si evidenzia uno scatto espressivo ed esecutivo di grande coinvolgimento, soprattutto per quanto attiene alle Icone rosse, che costituiscono una sapiente variazione su un tema, che Giorgio Di Genova, dopo aver chiarito che, “essendo ogni opera d’arte altro che un altro da sé in cui l’artista si riflette senza riconoscersi, come è avvenuto al mitico Narciso”, per cui “ogni artista non fa che restituire nelle proprie opere l’autoritratto simbolico-psicologico di se stesso”, nota che anche per Maria Luisa Belcastro Schneidersitz “ogni singola opera va considerata un tassello di questo autoritratto affidato all’altro da sé”, precisando poi: “Così è per questa sorta di Comédie humaine, dipinta intingendo il ‘pennello nei colori della vita’, naturalmente della sua vita. Ma a differenza di Honoré de Balzac, che raccontava la storia di ciascun personaggio protagonista della sua Comédie humaine, ella si limita alla semplice rappresentazione di ciascun personaggio, lasciando alle personali proiezioni dei fruitori di immaginare le storie”.
Luoghi
http://www.silbergallery.it 06 90237840 06 9023784