Marco Reichert - of ants and bees
RIBOT è lieta di presentare of ants and bees, la seconda personale di Marco Reichert (Berlino, 1979) ospitata in galleria.
A distanza di qualche anno dal suo esordio a Milano, l’artista torna in città con una serie di opere realizzate per l’occasione, che riflettono il contesto all’interno del quale sono state create: una società che sempre di più è portata a convivere con la tecnologia.
I quadri esposti sono realizzati attraverso un processo piuttosto articolato che fonde azioni manuali con le tracce pittoriche impresse sulla tela da macchine progettate e programmate dallo stesso Reichert. Avviato ormai diversi anni fa, questo metodo di lavoro restituisce componimenti affascinanti che si collocano nella sfera della pittura astratta, ma che recentemente hanno recuperato fattezze riconducibili alla figurazione. Le forme arrotondate costituite dell’alternanza tra linea e vuoto possono infatti ricordare gli anelli di accrescimento del legno, i pattern geometrici che genera spontaneamente la natura o addirittura volti e impronte digitali.
Nei lavori presentati la capacità creativa non è subordinata alla tecnologia, ma è una componente fondamentale per la dinamica costruttiva del quadro. Il titolo di questa mostra cita un’intervista al pittore Jonathan Meese, in cui si fa riferimento ad un puro istinto animale, come quello delle formiche e delle api, che guida l’artista nel realizzare gli ultimissimi dettagli dell’opera.
Non rinunciando a intervenire sulle tele, valorizzandole con campiture colorateo trattamenti volti a rendere riflettenti e metallizzate alcune porzioni, l’artista bilancia ed equilibra il rapporto uomo-macchina. Dalla loro interazione nascono quadri evocanti una fisicità e una spazialità che li fa percepire come composizioni vive, figlie di linguaggio attualissimo e peculiare che si fa pensiero e azione.
Per la mostra Marco Reichert ha inoltre realizzato uno special project in 15 esemplari: una sciarpa in lana merino che riporta sulla materia i segni caratteristici del passaggio della sua macchina pittorica.
A distanza di qualche anno dal suo esordio a Milano, l’artista torna in città con una serie di opere realizzate per l’occasione, che riflettono il contesto all’interno del quale sono state create: una società che sempre di più è portata a convivere con la tecnologia.
I quadri esposti sono realizzati attraverso un processo piuttosto articolato che fonde azioni manuali con le tracce pittoriche impresse sulla tela da macchine progettate e programmate dallo stesso Reichert. Avviato ormai diversi anni fa, questo metodo di lavoro restituisce componimenti affascinanti che si collocano nella sfera della pittura astratta, ma che recentemente hanno recuperato fattezze riconducibili alla figurazione. Le forme arrotondate costituite dell’alternanza tra linea e vuoto possono infatti ricordare gli anelli di accrescimento del legno, i pattern geometrici che genera spontaneamente la natura o addirittura volti e impronte digitali.
Nei lavori presentati la capacità creativa non è subordinata alla tecnologia, ma è una componente fondamentale per la dinamica costruttiva del quadro. Il titolo di questa mostra cita un’intervista al pittore Jonathan Meese, in cui si fa riferimento ad un puro istinto animale, come quello delle formiche e delle api, che guida l’artista nel realizzare gli ultimissimi dettagli dell’opera.
Non rinunciando a intervenire sulle tele, valorizzandole con campiture colorateo trattamenti volti a rendere riflettenti e metallizzate alcune porzioni, l’artista bilancia ed equilibra il rapporto uomo-macchina. Dalla loro interazione nascono quadri evocanti una fisicità e una spazialità che li fa percepire come composizioni vive, figlie di linguaggio attualissimo e peculiare che si fa pensiero e azione.
Per la mostra Marco Reichert ha inoltre realizzato uno special project in 15 esemplari: una sciarpa in lana merino che riporta sulla materia i segni caratteristici del passaggio della sua macchina pittorica.
Luoghi
http://www.ribotgallery.com +39 347 050 93 23