Marco Ceravolo
A pochi mesi dall’apertura della nuova sede milanese, Galleria Conceptual introduce una novità: si chiama Conceptual Projects, e presenterà nuovi artisti, ancora poco conosciuti ma già in possesso di curriculum che preludono ad un futuro promettente. Si tratta di una selezione di nuove proposte, che la galleria vuole intercalare alla scaletta di mostre di artisti già storicizzati che è solita presentare e che continuerà a proporre.Il primo artista nell’ambito di Conceptual Projects è Marco Ceravolo, Bergamo 1966, che con un curriculum artistico che inizia già da bambino, oggi si fa rappresentante di un nuovo modo di intendere la pittura. La sua è una pittura-scultura, un approccio concettuale nei temi, ma concreto nella scelta e nella maniera della tecnica, nello spessore fisico delle opere e negli evidenti rimandi ad uno studio dello Spazialismo che parte dagli italiani anni Sessanta.
Si tratta di una concezione estremamente contemporanea di pittura, risultato di un articolato viaggio artistico che dura da una vita: a partire dall’Informalismo geometrico, passando per l’Anacronismo e il Surrealismo e rielaborando alcune idee chiave dell’arte Povera e Concettuale degli anni Settanta, approda oggi ad un astrattismo unico nel suo genere.
Questa mostra esprime il coraggio di affrontare il concetto di pittura e la volontà, pura e concreta, di utilizzare il gesto pittorico, inserendosi appieno nella recente ondata di rivalutazione e di ripresa della pittura di cui molti artisti italiani e internazionali si stanno oggi rendendo protagonisti.
La compresenza di colori, ardita ed equilibrata, si riflette nelle due componenti principali dell’opera: la pittura e l’organza. L’organza vela i dipinti di un intellettualismo particolare, che nasce dall’importanza straordinaria che l’artista dà alla base teorica della sua opera, ma li rende allo stesso tempo materici, come se il quadro uscisse dal suo spazio fisico per invadere l’ambiente. Gli strati di colore spessi, texturizzati, pesanti e incisivi si stagliano sopra - o attraverso - leggerissimi e trasparenti strati di organza che, grazie all’aria che la muove o la luce che crea riflessi sulla superficie, dona un movimento quasi fisico all’opera, che ondeggia e interagisce con le emozioni dello spettatore.
Uno studio della pittura con la pittura, quindi, contrario ad ogni minimalismo. Un’arte concettuale sì, ma non fredda e difficile, bensì emozionale e coinvolgente, portatrice di una percezione a metà fra spirituale e terreno, fra digitale e materico, fra virtuale e reale. Emozioni che si traducono in smalto gettato con forza sulla tela, smalto che è colore ma anche vero e proprio collante fra la tela e l’organza, emozione come collante delle sfumature e dei colori dell’esistenza.
Le opere esposte sono esempio di una pittura concreta dai risvolti concettuali, per costituire una premessa ad un nuovo tipo di Spazialismo.
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