Marcello Diotallevi. Lettere da Citera
L’artista parte da un nudo femminile fotografico, ne fa una fotocopia in bianco e nero, poi tesse sul nudo, cioè sulle parti scoperte di una persona che può esser anche semi spogliata, un reticolo di lettere a macchina. E quale comunicazione più immediata, più visiva e insieme più scritta, di una pelle che racconta se stessa in una missiva? (Marcello Venturoli)
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Le lettere dell’alfabeto si susseguono senza formare parole, dattiloscritte facendo uso della Lettera 24, con accurata attenzione all’intensità di ogni battitura, che deve lasciare la sua impronta in modo regolare, uguale, senza sussulti. Pare quasi un gioco, questo, che il fanciullino che inabita nel cuore di Marcello, straordinario “sognatore”, si sia preso il gusto di concedersi, evidenziando, con garbo artistico, l’eterno oggetto del desiderio: il corpo femminile, nella sua massima bellezza e, in queste immagini, in una classica compostezza, un omaggio alla grande madre.
Le colorate lettere delle mitiche parole lanciate nel vento sui famosi aquiloni creati da Marcello Diotallevi si sono ora posate su di lei, la generatrice della vita, come un casto velo, con la lievità di una carezza, con devozione e silente rispetto. Il bianco e nero, cioè la scelta dell’assenza del colore, accentuano, nella loro severità, il senso di rigore e di ammirazione del poetico messaggio di questo artista, famoso anche per la sua importante, fattiva e annosa partecipazione alla poesia visiva>>.
Daniele Decia
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