Luisa Turuani "m’ama non m’ama"
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Alcuni definiscono tale momento epifanico più come il balzo di un gigantesco coniglio, un sussulto.
Oggi penso ai quei dodici secondi con la tenerezza di una madre che guarda suo figlio saldare un piede, e poi un altro, come se ogni passo fosse il primo sulla Luna. Lo guarda atterrare rovinosamente e poi subito su, di nuovo ubriaco di quel cielo che a gattoni sembra tanto lontano.
Ho spesso guardato con sospetto la tecnologia, troppi cavi di cui vedo l’inizio ma non la fineNe ho sempre avuto timore come l’uomo ne aveva dell’animale prima dell’invenzione della macchina. Forse è l’automatismo a farmi supporre che quella piccola cosa con tasti e sensori sia viva, e che da lì a un attimo…
Con sorpresa è proprio guardando la vitalità della macchina, che una strana simpatia affiora.
La natura è modello per la tecnica eppure, nel momento in cui la tecnica le fa l’occhiolino, quest’ultima scappa scontrosa e superba. Ecco che per un attimo il prodigio abbassa la testa arrossendo imbarazzato; per un attimo sorride delle sue quattro eliche, della sua impareggiabile autonomia, e del suo spumeggiante lampeggiare.
Luisa Turuani